Lo Stato Moderno - anno I - n.4 - ottobre 1944

tòBELLiGERANtl Il 13 ottobre si è èorripiuto un anno eiaquando, èon là dichiarazione di guerra ciel governo Badoglio alla Germania, l'Italia è divenuta cobelligerànte delle Na– zioni Unite. Còbelligerante e non alleata: èhé di più non credettero, e forse non potèvano allora, conèedere le prindpali Potenze aileate ali' Italia di Vittorio Ema– riuele e di Badoglio, quando gli stessi partiti ràppresentati nel C.L.N. si mante– rievano ostili al governo di Bari, e nel nord la lottà pàrtigiana apperia èomi'nciavà àd organizzarsi. Merio logico può sembrare che ii regime d'armistizio rimanesse immutàto dopo il rovesciamento di fronte; ma in fondo si trattava per aiiora solo di unà prova di buona volontà di uno sparuto gruppo di persoriaggi che non si sapeva bene che cosa ancora rappresentassero, ed era legittima ia diffidenza, ò àlmeno i•attesa, dei vincitori. Le èlausole dell'àrmistizio rimanevàno cosi in vigore; e rimanevano in vigo– re, rion pubblicate, ancora un anno dopo la firma, e rimangono in vigore oggi, à un anno di distanza dalla dichiarazione di guerra. Né noi pensiamo che il nuovò governo, succeduto per vie legati al precedente, anèorché espressione ·di una situa– zione del tutto nuova, debba o posrn discono~ceretale docuinento, o impugnàrrie la iegittimità. Non dobbiamo tuttavia stancarci d'insistere che it governo detia sconfitta non rappresentava il popolo italiano, mentre il governo dell'armistizio, formazione provvisoria ideata per liquidare una situazione èomproinessa, avevà, firmandolo, inteso por fine al più presto, nel solo modo consentitogli dagli Allea– ti, aita guerra dal popoio itaiiàno non voiuta, senza troppo sottiiizzàre sulie clausolè. Che il governo fascista, frutto di un movimento insurrezionale di un·a mino– ranza facinorosa e che governava ormai senza alcun crisma di Carriera elettiva, non avesse titolo per rappresentare il popoio italiano, di cui è oggi espressionè ii riuovo governo, dev'essere evidente agii occhi di gente abituata a pensare iri termini di libertà politiche èorrie gli ànglo-sasson'i; e la distinzione tra popolo e governo itaiiano è stata da essi tante voite fàttà nel corso della guerra stessa che nori rifiuteràrino certo di prenderla in considerazione. È vero: il popoio itaiianò non seppe in vent'anni rihellarsi ai governo fascista (ma quaie popolo può oggi rihellarsi contro un governo deciso a tener duro?), tal ché questo poté finir con l'apparire, nonostante le accennate origini, come l'ordinariò, nàturaie, legittimò governo d'Italia. Ma si tenga conto che il popoio italiano è stato il primo a pa– garne le spese, e che d'altra parte i governi esteri, che mai ehbuo difficoltà a con– siderare legittimo il governo fascista, a dargli credito nelie assise internazionali, a prestargli fede quando gli esponenti dei partiti antifascisti oggi al pòtere ne de– nunciavano apertamente la malafede e le macchinazioni contro Ì'orciine interna– zionale, hanno essi p_urela ioro parte di responsabilità nell'avventura che ci hà portato alla catastrofe. _ _ _ _ Pertanto, se si vuol far carico al popolo italiano di averlo accettato, o di es- . sersi da esso lasciato ingannare 1 da analogo carico non possono andare esenti àn-_ che molti governi e goverrìanti delle Nazioni Unite . Certo, la responsabilità è meno diretta; ma per contro sta il fatto che gli italiani dotati cii senso èritico, gli italiani pensosi dell'avvenire del paese, quella parte degl'italiani da cui sori trat– ti gli attuali governanti, rion ha mai " accettato " il fascismo, ne ha èostaritemeri– te denunziato la pericolosità e la malafede, rion ha insomma assunto con esso al– cuna corresponsabilità, e s_enon l'ha abbattuto è solo perché le è inancatà là mà– teriàie possibilità cii farlo. 11

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