Lo Stato Moderno - anno I - n.1 - luglio 1944

funzioni, per il loro modo di vita, per la loro specifica e peculiare ragio·n d'essere - a sostenere i comuni postulati. Postulati di libertà, anzitutto, sia rispetto allo stato, come eversione di uno stato autocratico, invedente, burocratico, fiscale, protezio– nista, sia c0me sviluppo di salde autonomie individuali, locali e collettive. Postu– lati di democrazia, ma di una particolare democrazia del lavoro e del consùmo che si avvalga di tali elementi - cos\ vitalmente comuni - per agire di conserva con le classi proletarie, attuando il fronte unico dei lavoratori e dei consumatori. Po– stulati di comune lotta anticapitalistica, per l'eliminazione dei privilegi, dei mono polil, dell'esclusivismo di classe onde il capitalismo si avvale a concretare il pre– dominio sfruttatore e per il trasferimento alla collettività delle leve di comando dell'economia e delle posizioni-chiave della produzione e della finanza (socializ– zazione dei grandi complessi, nazionalizzazione delle banche e delle funzioni del credito, rivoluzione agraria per lo smantellamento della grande proprietà a carat– tere latifondistico, ecc.). Postulati di giustizia sociale, tanto nel senso di più equa ripartizione delle risorse, quanto nel senso di accesso agli strumenti di produzione e di partecipazione ai profitti del processo produttivo, che mentre siano in grado di rispettare ed incrementare l'atile e proporzionata proprietà privata e l'indipen– denza economica -- essenziali aspirazioni dei ceti medii - ne facilitino l'accesso spezzando ogni privilegio borghese. Postulati di sociale elevazione per tutti, in– fine, attraverso il miglioramento del tenore di vita, la maggior retribuzione del lavoro, il più facile accesso alla cultura, senza più gli intralci depressivi di un avido capitalismo e di uno stato non meno insaziabile, al suo servizio: · Questi, in sintesi, i comp,iti che l'ora presente assegna ai ceti medii. La realiz– zazione dello sforzo di rinnovamento che iI popolo italiano esige per ritrovare in– sieme la propria compattezza e la propria possibilità di esistenza ha in essi i prota– gonisti essenziali. Guai se i ceti medii non sapessero trovarsene all'altezza. Prima di ogni altra cosa, se non anche la loro stessa esistenza, quanto meno la possibilità di una loro indipendenza sarebbero negate nella inevitabilità di nuove dittature. E le loro attuali catene ne sarebbero ribadite. PI GRECO FEDERAZIONE EUROPEA E PROBLEMI PARTICOLARI ,,-,,· Stati Uniti d'Europa, Federazione Europea. Il concetto non è nuovo, e noi non da oggi ne siamo convinti assertori. Convinti che ci si debba arrivare, convinti che ci si arriveri1. Ma badiamo a non semplificare troppo un problema che è enor- '/ memente complesso, a non creare il mito e puntare solo su quellodimenticando o disprezzando tutto il resto, come se fuori di quello tutto il resto ci fosse indiffe– rente. La Federazione sarà il coronamento dell'edificio, ma non risolverà essa stessa i problemi singoli: anzi soltanto la soluzione su basi di giustizia dei problemi che rendono l'uno all'altro ostili i popoli d'Europa creerà lo spirito che renderà pos– sibile la Federazione Europea. Poichè anche la Federazione Europea, peressere , una cosa seria e salda. dere essere conquista graduale, spontanea, dal basso, / frutto di educazione e di convinzione. Poichè non basta sostenere che si debbano • ripudiare i problemi veramente territoriali se i problemi ci sono, o se altri li pongono. - Ci sono dei ptecedenti nella recente storia delle relazioni internazionali alta– mente istruttivi. Uno è il protocollo per il regolamento pacifico dei conflitti interna– zionali solennemente approvato dall'assemblea della S. d. N. il 2 ottobre 1924 e noto come protocollo di Ginevra. Era uno strumento perfetto, che prevedeva tutti I casi, e a tutto provvedeva per evit~re la guerra. Quando i rappresentanti quali- - 10 -

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