Spettacolo : Via Consolare - anno IV - N.s. - n. 3-4 - feb.-mar. 1943

piccicaticcia come le carameHe a l,11011 mercato, Tulle le sequenze d'amore del film sono immancabilmente commentate da uno sciroppo musicale, e parole, parole, dolci pa• role. _I registi :1011hanno mai amato. Degli elfeu1 quanto mai ingenui e faciloni 0ltcng:0110 costoro. Si accontentano come 1 sol(lati delle cartoline lucide e colorate, con cuori trafilli e colombe che recano bianche lelleri:1e, per esprimere l'amore. Nessun regista ha ancora capiLO - rimanendo nel tema dellÙ sequenza amorosa - che l'intimitù d ·amore non è faua di parole, ma di lunghissimi silenzi significativi; che al nosuo udito, quando noi amiamo, non piovono dalle profondità ciel cielo delle musiche divine come te canzonette della radio, ma riceve in primo piano so:1oro il respiro ed i sospiri della persona amata, ed i suoni e rumori semplici, in altro piano sonoro, delr. i1uemo • e dello • esterno•... Il Vento che mormora nella foresta, un bimbo che passa gridando per la via, un tram che cigol;1 sulle mal ferme rotaie ... Un cuore che tonfa, un fuoco che palpita, un pe:idolo_ che va, un canterano che scricchiola in un :mgolo buio. I registi non odono la musicalità dei suoni, dei rumori indipendfnti: la voce del le cose. Anche i rumori sgrade. \Oli possono avere una loro musicalità :iel 1esto cinematografico .. Tutt'al pili il cosidetto creatore cinematografico si attiene alla semplice formuletta dell'imitazione: cioè all'analogia tra sonoro e conrenmo visivo. A mò di esempio riferendoci a <1uanto prima abbiam detto, si veda il brano de · • La fuggitiva li di Ballerini, quando Ja l>imba fugge di 11otte per le lunghe scale della casa patrizia. A parte il fatto che l'autore si sia ispirato al mondo poetico cli Milly Dandolo, ci si è poco affaticato, per dare u:1a • voce • musicale all'opera sua! Quando poi non si arrivi all'as.~nrdilà - come accade in un film di cui ci sfug• ge il nome - di accompagnare il l>ombarclamento di una città con • Settembre sotto la pioggia • di Rogers, Ogni anno che passa, porta il suo buon con1riburo alla tecnica del film. Gli scienziati, i tecnici sono bravi, fi:1 troppo bravi. Meriterebbero loro di dirigere il film, chè ci si do\'rebbe .dimenticare in questi anni che il cinema è arte, ispirazione, che registi si nasce. Dcpo la stereoscopia ed il colore. i tecnici stanno per donarci la più perfetta stereofonia. JI suono avrà una direzione, un movimento di più. I registi che se :1r av~ vantaggeranno, non lo meritano. Il film dell'avvenire dovr-d essere scrit• 10 non come si scrive una commedia, ma composto come una sinfonia di leggi for. niali, cli euritmia, di contrapposizione. Come l;.1 musica dovrà avere i suoi silenzi. Le chiacchiere che il film da più cli dieci anni sta fr1cc::,do, sinceramente, sono ormai troppe. 11 cinema avvenire ci chiama a maggior movimento, all'azione, al silenzio. Un fautore del cinema cinematografico - cioè nè teatro, nè opera filmata -, Bela B:tlàzs, a proposito del silenzio scrive: • 11 silenzio, per la prima volta nell'arte, avrà I.i sua esperienza. Il silenzio. 1a più profonda e significativa delle esperienze, che :iessuna arte, nè la pittura, nè la scultura, nè il 61m muto ci avevano potuto <lare•. Gli esteti. gli incontentabili esteti - dicevamo -, i musicisti sanno che la mu• sica ha i suoi silenzi: pause, qu~ndo 1e voci interiori si fanno udibili nella profondità del tacere. G1i esteti, i musicisti, il huon Disney ed il huon Ford, lo sanno, I molti forse troppi - registi, :io, BIRINUZINI 58 Fondazione Ruffilli - Forlì IRADIOI .H.icc:>mi:ricia, Un atto radiofonico di RUGGERO DELL'ORBO PERSONAGGI, ijino• UnaVou · Mari•• UnUomo• Un (onladino. (LA VOCE è in sordina, i,uim,a, insistente, continua. G1No pressochè in sordina a,i- , che lui quando risponde a LA VOCE, chiaro ed esplicito qua11do si rivolge ad altri). Un porl.one che si chiude con un tonfo sordo, ed il silenzio pesante della notte, L, VOCE- Brrr, · che freddo! Ecco, E ci voleva tanw? Un po· di volontà, perdio! G1No - Scrni? Il rumore della porta, su per le scale. Lo\ \'oCE - r. l'ullima, perdio, è l'ultimai GJ/\O - Senti? Si perde contro il soffitto dell'ultimo pianerottolo. LA Voca::- Ma ... ti trema la mano. No. no, non devi. Hai pauq1? No, no non devi ;l\'er paura. Ecco. È fauo. Guarda come è g-rigia, la casa, vecchia, scrostala, sporca. l'er tanti anni sempre lo stesso. Hai fatto og:ni giorno quelle scale. Su. E quando a\·c,·i \'Cnt'a11ni due gradìni alla volta. Poi, sempre più piano. Giù, in freua. In giù si va sempre più presto. E avevi quasi un piacere nascosto a lasciare la tua casa. Volevi uscire, via, andare. E la sera ti toc1ava riturna1e, e fare ancora la scala, len1a111ente, con °il respiro grosso. Tanta fatica per 11u1la. Sempre la stessa faccia. Nien1e di nuovo, sempre lei, stupida, vuo. ra. Non ti guardava neppure. Continuava a muoversi pigramente per casa senza un po· di fuoco, senza un po' d"amore. Nul• la. Ogni sera così. Via, \'Ìa, è l'ultima. Passi pesanti, lenti sul i/uro acciottolato. LA VocE - E il ciclo cli tutte le notti, qualche stella, nubi. Tutto lo stesso. GINO (ricordmtdo) - Argutti ha voluto la sua. Ha urlato, ha minacciato. LA VocE - f.: giusto. Lui ha ragione. Non c'è niente da fare. C1:\'0 - L'avvocato ... L.\ \"ocE - L'avvocato! Inutile. Che cosa potrelJbe fare l'avvocato? Ha ragione. Ha ragione, Tutto è giusto, Tutto quello che ha detto. Bisogna chinare il capo e dire che ha ragione. G1r,,:o (senza espressio11e) - Sono stanco di chinare il capo. LA VOCE - Non c'è altro eia fare. Ogni giorno così. Non c'è: scampo. Ogni giorno. Senti? t silenzio. Dormire. dormire ... G1No •- Oh, basta, basta. Non ne posso pitì. Basta! Pnssi 1mcnia, 1Mlla notte. L, VOCE (perfida) - Non per di là, Dove vuoi andare? Questa, è la tua strada. Sen• ti? S'ode già il rumore dell'acqua contro' le arcate del ponte di pietra, ~ il fiume, Il fiume, Questa, è la tua strada, GINO - Vattene, ti dico vattene! (Poi, su.p• plichevole). Perchè non te ne vuoi andare? LA VOCE - Avan ti. Lo sai che non si può. C1No - Io continuo, lo sai. Ormai sono deciso, Capito? Ti chiedo solo di lasciarmi un po' iri pace. Lo so che non te ne puoi andare, che sei dentro di me, con 1ne, sempre. Ma soltanto un po' buona, adesso, un po' zitta ... LA VocE - Ecco che perdi la bussola, di nuovo. E sei stato tranquillo, finora. Avanti, avanti! Passi. GINO - Guarda, c'è qualcuno. LA VOCE - Non perderti, tira dritto! GrN0 - Non si vede nulla, con questa nebbia. E' una donna! LA VOCE - Sl, è una donna, Tira dritto, Un po' di volontà, perdio! GINO - :\1i par di conoscerla. Ma è•.. LA VOCE - Tira dritto! Non sei un vi• gliacco, Sì; è Maria. Lasciala andare, Co· pri ti che non ti riconosca. G1~0 - .Mi lasci in pace, un momento? LA VOCE-, E poi siamo daccapo. Tira dritto, Lasciala andare, Passi che si incontrano. MARIA - Gino?! LA Voct - 1 ira dritto. Un po· cli volontà, per<lioi Gli\'O - E. ~!aria! LA Vuct: - La,.ciala, lasciala. Non perdenil :\1ARI.\ - Cino, sei tu? LA Vor...- - Vedi. hai paura, Tremi. Non darle rei ta. Chiuditi le orecchie. G1No csta,,cu, a Maria) - Và, lasciami. LA V•.>eE- Ecco. così, ancora. Mandala via. MARIA ·_ Ti dngr,azio per le scarpe, Ne avevo proprio bisogno. Tu sei sempre mol 10 buono con me. Io ... LA VOCE- Ti perde, ti perde. Lasciala! G1No - \'::'1, via, ri dico. MARIA - Perchè dovrei anelarmene? Mi piace stare con te. I passi accelerano. 1...A_Voct: . - Attenro, non farti prendere li bracc10. / passi s'arrestano. CINO - V.'t via! \1ARIA - No, non voglio. C1No - Ti dico di ... ~fARIA - Non ,,oglio. Non sono mica la tua serva, sai? I passi ri/Jrendono, irritati. LA VOCE- Non ascoltarla. Lasciala. MARIA - Ti ringrazio anche per quei soldi. Sei buono, tu. LA VOCE - Buono, buono, i soliti argomenti.. cacciala. GINO - Basta, ti dico. Sono stanco di sentirmi dire queste cose. MARIA - Sei irritato con me? Che cosa ti ho fatto? Sei pentito forse per quello che mi hai dato? passi s'arrestano bn1.scamente. G1No - Basta, ti dico, Và via! Un lungo silenzio. Poi ancora pa5si del l'uomo, soli. LA VOCE - Bravo, perbacco, Ora ti lascerà in pace, quella sgualdrina, Ti perdeva. Hai fatto bene. GrNO - Piangerà, adesso. LA Voc,: (ironica) - Oh, davvero, Per poco,, per poco, Le conosci le sue Jagrime, Non è la prima volta, Lontano, ma non tanto, il rumore conti• 1111.d0el fiume. si avvicina ad og11i 1>llsso. LA VocE - E' il fiume, Sempre lo stesso, lento, profondo, Il fiume, Pace, Non ti fermi. Continui la tua strada lentamente, ma senza fatica. E non pensi. Libero, sei. Più nulla. Ora il nunore 1'iempie l'aria confusament~i Dei passi s'avvicinano. LA VOCE (allarmata) - Attento! IJN Uo,w (profondo, sgarbato) - Un fiammifero?! LA VOCE - Su, fa presto, daglielo, che se ne vada, che ti lasci solo. Avanti, hai paura? GtNO - Ecco. Un leggero strofinio, GINO - Ahll LA VOCE - Che cosa c'è, Sei pazzo? UN UOMO - Buonasera. GtNo (tremante) - Buonasera, (Poi, otter• rito) Il sangue. Dio mio, una ferita sul volto, hai veduto? Fresca, sanguinante. sul1a guancia sinistra, sotto l'occhio. LA VOCE - Tl sangue, Il sangue sul volto:

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==