Il Socialismo - Anno III - n. 24 - 10 febbraio 1905

{jf. ))~~ ~NO III ROMA, IO FEBBRAIO 1905 ? t IL SOCIALISMO .:,. Rivista quindicinale diretta da ENRICO FERRI .:,. ABBONAMENTI : ITALTA: Anno L. 5 - Semestre L, 2,50 EsTEltO : Anno L. 6,25 - Semestre L. 3,25 Un numero centesimi 25. SI PUBBLICA Per la Direzione e Redazione rivolgersi all'ono– revole prof. Enrico Ferri, Roma, Via Montebe»o, 2-E - Per l'Amministra!lone rivolgersi: .JI S«i,aii.Jm, Rivista, Roma, Via S. Claudio, 57. il 10 ed il 25 d'ogni mese Qucst' 1t!timo 1utmero delta nostra Rivista, clte avrebbe dovuto veder la lttce il Io scorsofebbraio, prr cause varie, non si pubblica che oggi, oltre 111t mese più tardi. Cltiedz"amo veuia agti abbonati. ATTUALITÀ POLITICA Un saluto ed un augurio Con questo numero si compie il terzo anno della nostra Rivista e questa cessa le sue pubblicazioni. Nel ringraziare i compagni Bruno Franchi e Gio– vanni Lerda, che mi hanno così volonterosamente coadiuvato come redattori di Socialismo, e nel rin– graziare tutti i collaboratori, che concorsero a ren– derne utile la vita, debbo ai nostri lettori la spiegazione del perchè Socialismo - malgrado le sue condizioni di vitalità finanziaria e l'abnegazione del compagno editore Luigi Mongini - cessi le sue pubblicazioni. La ragione principale di questo fatto sta nel– l'avere la nostra ·Rivista compiuta ormai la sua funzione, per cui fu da me iniziata tre anni fa. Si era, allora, in piena parabola ascendente di quel socialismo riformista e ministerialista, che dalla Germania (colle dottrine teoriche di Bernstein) e dalla Francia (colle applicazioni pratiche cli Jaurès e Millerand) si era trasportato in Italia, appena il ministero Saracco - dopo il regicidio di Monza e lo sciopero generale di Genova nel I 900 - aveva fatto virare cli bordo la barca della politica italiana, dagli scogli della reazione alle placide acque di un liberalismo pili o meno sincero. Per resistere alle solite infatuazioni dell'impres– sionismo italico - che procede troppo spesso a sbalzi intellettuali - io credetti necessario iniziare questa Rivista, per continuare la visione e la propaganda delle dottrine fon1amentali ciel socialismo e soprat– tutto per opporre alla tattica ministerialista del ri– formismo i criteri e i metodi della lotta di classe per la realizzazione della nostra meta finale: la proprietà colletti . . i. Allora tutta, o quasi, la stampa socialista, a co– minciare dall'Avanti, seguiva ed accentuava ogni giorno pili il metodo riformista e la nostra Rivista non fu inutile, per opporre una qualche resistenza alle eccessive deviazioni dalla strada maestra del nostro Partito. Il mio articolo, qui pubblicato nel maggio 1902, sul 11tetodo rivoluzionario - se nel titolo e nel doppio significato, scientifico ed empirico, della parola e< ri– voluzionario » si è prestato a taluni equivoci di buona e di mala fede - ha tuttavia contribuito a richiamare il partito socialista italiano al ricordo delle sue dottrine fondamentali, che possono e de– vono integrarsi, correggersi, modificarsi nei dettagli, ma non si possono cancellare nè mutilare nella loro spina dorsale, che Carlo Marx ha genialmente pla– smata. Questa Rivista, ebbe per bussola i due criteri da me sempre seguiti e sostenuti: I . l'1t1tità del partito, ammettendo ogni li– bertà di opinioni, ma esigendo la disciplina negli atti di tutti i socialisti; II - 1t1ta tattica, che non trascinasse il Par– tito socialista italiano, 11è a destra (verso l'ideologia democratica), nè a sinistra (verso l'anarchismo an– tiparlamentare e l'uso della violenza), ma sempre dritto mila strada maestra della dottrilla socialista integrale, che vuole • nel campo politico come in quello ecO/l0/1/.'Ìco, inseparabilmente - multiforme con– corso di azione socialista, dalla propaganda orale all'azione parlamentere, dalla organizzazione delle leghe all'amministrazione delle cooperative, dal co– mizio alle iscrizioni elettorali, dallo sciopero econo– mico o politico alla maggior diffusione dell'istru· zione anche alfabetica, ecc. Ma vuole che tutte queste diverse forme di azione socialista siano sempre animate dalla visione della meta finale, sul terreno della lotta di classe, considerando le riforme non come stazioni di arrivo, ma come stazioni di par– tenza, alla conquista graduale, ma incessante, delle condizioni, onde si matura nella storia la realizza– zione dell'ideale socialista. E se il Congresso d'Imola, durante la parabola ascendente del riformismo ministerialista, ci lasciò in minoranza, il recente Congresso di Bologna in– vece ha dato il trionfo alle idee da noi sempre propugnate in questa Rivista, sia colla proclama-

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