Il Socialismo - Anno III - n. 24 - 10 febbraio 1905

!L SOCIALISMO figgono come primo loro scopo di sottrarre gli operai all'influenza socialista. Essi non mirano già alla reden– zione dei lavoratori, ma bensì a stabilire rapporti pa– cifici fra capitale e lavoro, senza menomare la potenza del capitale, e rendendo l'operaio contento della propria sorte, umile e sottomesso. ' Jl raggiungimento però di tale scopo urta continua– mente contro i fatti. 1 clericali, come partito politicv, possono acquistare un ascendente sulle masse ignoranti, valendosi ciel pulpito e della stampa. Nel guidare le organizzazioni economiche urtano però contro grandi clifficoltà, poichè, data la relativa sempliciti\ delle con– tese economiche, l'operaio (< cristiano i> capisce presto rnolte cose, che non dovrebbe, secondo i suoi capi, nemmeno intravedere. · Le organizzazioni economiche sorgono automatica– mente col sorgere delle grandi industrie, e, qualunque sieno i loro principii politici o religiosi, impegnano 1a lotta contro lo sfruttamento capitalista. In ogni grave contesa fra capitale e lavoro, quando si trattava degli interessi economici vitali deHa classe lavoratrice, le leghe cristiane, tanto cattoliche quanto protestanti, hanno sempre fatto causa comune coi socialisti. Questo fatto ha preoccupato gravemente i clericali olandesi, i quali, partito potentissimo in politica, si sentivano sfuggire il dominio sulla classe lavoratrice. Essi hanno cercato un principio informatore per il loro rapporto col movimento economico. Ora, come questo movimento nasce appunto dalla lotta di classe, da quella lotta di classe che i clericali negano con osti– nazione, essi devono tormentarsi la testa per cercare una qu~1lche soluzione. Ai loro congressi sorsero ora– tori (borghesi naturalmente e pastori nel fatto) a dire, che, se non vi è lotta di classe, padroni e operai do– vrebbero far parte di una stessa organizzazione! Dopo laboriose discussioni ed a forza di violentare i fatti e la logica, si posero i seguenti capi-saldi : le organizzazioni hanno lo scopo di migliorare le condi– zioni di lavoro, affinchè l'operaio possa sVolgere le atti– vità dategli da Dio, per il bene dello Stato, della Chiesa e pel benessere di tutti; questo scopo è anche con– forme agli interessi dei padroni, perchè migliorando il tenore di vita cieli' operaio, migliora anche l' in– dustria. I padroni, per quanto <e cristianissimi», sanno natu– ralmente che se l'organizzazione migliora l'industria, non fa però l' interesse del padrone, appunto perchè attenta al profitto del capitalista. Essi dunque combat– teranno acerbamente le leghe cristiane, ed i fatti, più forti di tutte le ideologie, troncheranno il legame arti– ficiale fra clericali e leghe, spingendo gli operai alla lotta di classe, malgrado i disperati tentativi di far loro credere ad un'armonia di interessi che non esiste. L'assicurazione operaia· in Oermania. Nel numero del Id. gennaio della Kronick, I. L. si occupa delle assicurazioni operaie. Nel 1878, emanate le leggi eccezionali contro i so– cialjsti, Bismarck pose mano alla famosa legislazione sociale, che doveva avere lo scopo di mettere un ar.– gine al malcontento delle classi lavoratrici e di dimi– nuire così l'influenza della propaganda socialista. E' noto a tutto il mondo come quest' ultimo scopo fallisse miseramente ; molti però p1!rsistono nell'affer– mare che le assicurazioni operaie create dal Bismarck sieno un beneficio immenso per le classi lavoratrici te– desche, e che costituiscono una prova del buon senso e dell'abnegazione . delle classi dirigenti della Ger– mania. Qualche mese fa, discutendosi al Reichstag una pro– posta dei nazionali liberali di estendere l'assicurazione obbligatoria anche agli artigiani, il ministro dell'interno si mostrò recisamente contrario al progetto, dicendo che esso offre un grave pericolo, poichè la sicurezza della rendita paralizza r iniziativa e ,~ energia delle classi popolari l Questa osservazione potrebbe anch'essa far nascere all'estero l'idea che l'operaio tedesco, per la l>ontà delle classi dirigenti, se la passi come un banchiere, al co– perto di ogni lotta per la vita. A correggere questa opinione valgano le cifre se– guenti. Dal 1885 al 1903 la Cassa Nazionale incassò com– plessivamente 4018 milioni, di cui 1886 ovvero il 46.9 per cento erano pagati dai padroni, 1838 o il 45.8 per cento dai lavoratori, e 2940 il 7.3 per cento dallo Stato. Nello stesso periodo i pagamenti fatti agli assi• curati ascendevano a 2.4 miliardi cli marchi, di cui al– l'incirca una metà era stata -direttamente presa dalle saccoccie degli operai. 'Ma anche la parte che è a carico dello Stato viene indirettamente pagata dai lavoratori, poichè collo svi– lupparsi dell'assicurazione operaia si accentua di pari passo il protezionismo in Germania. Così lo Stato prende dai lavoratori sotto forma di dazi, per restituire loro una parte in rendita. Chi ci guadagna sono gli agrari, che hanno aumentato il reddito delle loro terre per i dazi doganalii ed i capitalisti industriali, a cui non in– combe piì:1di provvedere agli innumerevoli lavoratori colpiti da malattie o da infortuni sul lavoro. ln che consiste poi quella famosa rendita che spetta all'assicurato nella invalidità, nella malattia o nella vec– chiaia? Dai dati ufficiali risulta che nessun vecchio od invalido ha percepito una rendita superiore a 156 mar– chi all'anno, cioè di 195 lire. Ed è il peso di un as– segno così rilevante che paralizza l'iniziativa e la energia! Per quanto riguarda i sacrifizi degli industriali, essi ascendono in media ad una spesa annua di L. 4 per ogni operaio. Ecco il massimo di legislazione sociale che possa concepire la borghesia: e con questo misero edifizio di spilorceria burocratica si crede sul serio cli arrestare la marcia del socialismo ! ODA LERDA 0LBERG. ~IOVIHNTO El1EGISUZIONE S CIAU Federazione americana del lavoro. L' American Federatiouist, organo della F'ederazione americana del lavoro, pubblica nel fascicolo di dicembre il rapporto presentato dal presidente Samuel Gompers al XXIV Congresso annuale tenuto a San Francisco nel novembre. Ne ricaviamo alcuni dati sull'azione della Federazione, in attesa di dare notizia sui lavori del Congresso. Anche nell'anno finiente il 30· settembre 1904 la Federazione ha avuto un notevole incremento: vennero aggregate 11 unioni internazionali (cioè esercitanti la loro azione anche fuori degli Stati Uniti). 5 federazioni di Stato, 99 unioni centrali di lavoro e 328 unioni lo– cali di mestiere e unioni federali di lavoro. Al 30 set– tembre 1904 la Federazione comprendeva 120 unioni internazionali (cui aderivano complessivamente 27,000 unioni locali), 32 federazioni di Stato, 569 unioni cen– trali di )avoro e 1271 unioni locali di mestiere e unioni federali di lavoro. Il l)Umero· medio degli aderenti per i 12 mesi finienti il 30 settembre 1904 fu - per quanto risulta dalle quote di adesione pagate - 1,676,000) mentre era 1,465,000 per l'anno precedente.

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