Il Socialismo - Anno III - n. 20 - 20 novembre 1904

308 Il. SOCIALISMO perpetua fitta in mente, vuol trovarle una causa e una giustificazione, e la trova; anzi trova una ragione di \.!saltamento addirittura nel fatto che la guerra suppone l'esercito, e l'esercito, per quel che non sapete, è il campo ideale e fatato ove cresce e si moltiplica, fecondato ap– punto dal sangue della contesa, il pitt genuino collet– tivismo. Qui, come vedete, siamo nel campo dell'etica, perchè principio etico altissimo è il sacrificio di ognuno per tutti: c.! se a questo dovesse in definitiva riuscire la cosa, io (non italiano, badate, ma uomo) mi farei subito ... generale, o soldato semplice, non importa, e mi avventerei con impeto alla guerra. Ma ... contro chi? Un principio etico non è già come un principio religioso che imparadisa i creùt:nti e inabissa i reprobi: un principio etico o so– ciologico dee valere per l'universale e non per una sin– gola parte dell'umanità. Ora il principio ciel l\fande si traduct in buon volgare così: se il perfetto collettivismo piace, per tenerlo in alto 1 tu italiano sbudellerai (po– tendo'.) l'abissino, io inglese infillerò il boero e l'indiano, il tedèsco cincischierà l'herero, il russo spaccerà il ci– nèse. Vede dove porterebbe (senza sua saputa, signor Mande), la ricerca del suo collettivismo! li principio etico mi diventa tisico, perchè in tal modo l'italiano, l'inglese, ccc., aggredendo l'abissino. il boero, ecc., re– sistendo e facendosi ammazzare, avrebbero ciascuno il ano bravo collettivismo; ma il collettivismo per gli uni I! per gli altri non lo vedo, non vedo l'universalità del principio, che cessa d'esser etico perciò e resta feroce e antisociaie. A queste! conseguenze certo il i•Iande non ha riflettuto, altrimenti dovrei supporlo di cuore cattivo, ciò che mi ripugna. Il fatto sta per avventura in modo alquanto diffe– rente; per fortuna l'incubo pauroso della guerra atroce in eterno, pensato ineluttabile da lui, non è tale. Aristotele scrisse l'uomo essere animale politico e non resta solo, perchè avverso il \\"arei, affermante la vita sociale un artificio e l'uomo essere antisociale e il \Vagner che quasi identicamente considera l'uomo. qual è nella comunità, come una sovrapposizione dei semi– lllcnti sociali sui ruderi delle distrutte facoltà naturali, sta la constatazione continua in senso opposto e sta la conclusione del Darwin stesso per tutte le specie, e quindi per l'uomo meglio. che mentre nei rapporti fra specie diverse domina (nè sempre) la lotta per l'esiste1ua, nel seno di ciascuna specie vige la mutua assistenza, la quale (è Darwin che lo dice, e P. Krapotkine ce lo ricorda in un magnifico articolo riassunto ultimamente da Afi– nerva) attraverso i secoli si è fatta istinto permanente forse più forte dì quello di conservazione. Il Sergi, in uno di quei larghi e luminosi e forti articoli ch'egli sa scrivere, pubblicato l'anno scorso nella Rivista italiana di sociologia col titolo: Le illusioni dei sociologi, dice fra l'altro che la vita sociale è una con– tinuazione della biologica, perchè i due fatti caratteri– stici di quella, psichicità (non estranea per altro alla vita extra.sociale) e cooperazione, sono essenzialmente biologici, in quanto l'una è base al meccanismo della conservazione della vita, l'altra ne è parte massima, at– tuando la protezione sociale mercè la individuale: segue che l'interesse individuale e il sociale non possono ripu– gnare fra loro 1 essendo interdipendenti e continui. Con l'evoluzione psichica, aumentando i bisogni, aumenta la necessità della cooperazione (non quella della guerra). Già, le condizioni stesse del fatto dimostrano che, se l'uomo ha rinunciato a una parte dei vantaggi che la vita isolata glì offriva. gli è perchè piit forti e nUmerosi son quelli che la sociale gli dà in cambio in una sfera pili larga e ricca cli mezzi, altrimenti non l'avrebbe fatto. Vede bene ora il 1Iande che neanche per l'idea del sacrificio d'ognuno per tutti dobbiamo ricorrere alla guerra. E aggiungo che ~111che la necessità del sacrificio i:. transitoria. poichè (scrive il Sergi nella prefazione a Le basi della morale dello Spencer, in accordo col con– tenuto del libro) l'adattamento completo alle condizioni sociali (ideale etico), che sarà frutto dcli' evoluzione, implica diminuzione, anzi cessazione dei sacrifici (che suppongono, come lo stato di guerra, imperfezione di adattamento) mercè l'equilibrio cieli' egoismo coll'al– truismo. Concludo: Che la guerra abbia. cause psicologiche e sociali, sta; d'essere giustificata non ha bisogno perchè ogni fatto è oggettivatnente giustificato dalla sua esi– stenza; all'affermazione de'suoi grandi vantaggi mi ri– bello, come studioso, come socialista e come uomo; se solo a tal prezzo si ha la purificazione promessa dal ì\'lande, ci rinuncio. E affermo, col signor i1ande questa volta, che la guerra è l_amalattia pili grave, frutto dc• gl'interessi d'una minoranza, cli condizioni patologiche create in una sfera pii1 larga e mantenute dall' iner,da e dall'ignoranza. Noi socialisti vogliamo eliminare gli interessi dei pochi ripugnanti con quelli dei molti, sa– nare gli animi affetti eia inoculazioni e sentimentalismi mori:>osi, levare tutti alla percezione chiara degl'inte– ressi propri e dei propri destini. .E al posto della vi– sione di guerra perpetua che il r\lande (e non lui solo!) ca.reggia, poniamo senza sforzo e con lieta sicurezza la universa frattllanza d'uomini operosi nel corpo, sereni nelle coscienze e il pili possibile felici. Decollatura, 14 settembre. FRANCESCO CIANFO~E. Rappresentanza proporzionale ~d educazione politica (Un progetto concreto). Coli' attuale sistema di elezione dei deputati al Par– lamento, le minoranze non hanno modo di estrinsecarsi e di farsi valere nella loro forza reale entro la Camera legislativa. Le gazzette ufficiali vanno ripetendo il sofisma che col collegio uninominale tutte le minoranze perdono e che quindi avviene il compenso!! Ed a loro torna conto parlare così: ma il proleta– riato socialista sa che mentre i partiti conservatori ri– mangono soccombenti· in 80 o 100 collegi, il partito socialista rimane vinto in 450 e più collegi, quindi il

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