Il Socialismo - Anno III - n. 16 - 10 ottobre 1904

ANNO III. IL SOCIALIS .:1- Rivista quindicinale diretta da ENRICO FERRI .:1- ABBONA:VIENTI : ITALIA: Anno L. 5 • Semestre L. 2,50 Esn::~o : Anno L. 6,25 - Semestre L. 3,25 Un numero centesimi 25. SI. PUBBLICA I rc::i: ~aro~i~~~~;: ;er ~~~~:~v~~ il 10 ed il 25 d'ogni mese - Per l'Amministrazione rivolgersi: Il Soàa/ùmr Rivista, Roma, Via S. Claudio, 57, · ATTUALITÀ POLITICA losciopero generale e lapolitica proletaria L'Italia non aveva nella sua storia una pagina, che come quella della Comune di Parigi, o del cartismo operaio d'Inghilterra, o della lotta pcl suffragio universale del Belgio e della Svezia, o come quella della lotta per le otto ore di lavoro in Ispagna, o quella contro gli operai gialli in Olanda, fosse scritta dal proletariato come esclu– siva classe politica, e come attore unico di una azione veramente 1lazionale pei suoi fini e per la sua ampiezza. Con l' ultimo sciopero generale il proletariato d'Italia ha fatto il suo ingresso specifico di classe nella nostra storia nazionale. f:sso aveva lottato misto e confuso con i primi elementi della borghesia liberale per l'indipendenza italiana. Ripagato con lo sfruttamento pili acerbo dal nuovo regime politico unitario, - si era unito al malcontento dei bassi e mcdii ceti proprietari nel I 894 e nel I 898 in una sommossa senza caratte– ristica politica e senza vastità nazionale, Non aveva ancora agito da solo come classe autonoma, e come antagonista di tutto il resto della società. Ora invece nel suo sciopero generale, non solo si è mostrato alla ribalta della storia senza l'ausilio · e la cooperazione di alcun altro ceto sociale, ma ha anzi agito di fronte al dichiarato malcontento di quella istessa minuta borghesia bottegaia, che si è sentita ferita nella borsa, che è il suo cuore di metallo ( 1), e di quella istessa democrateggiante « piccola proprietà sudata » che fa la politica del ventre. Il proletariato così ha urtato quei ceti che piè, avevano, coi loro organi giornalisti, dal Secolo in gil:t, fulminato per l'innanzi i 50cialisti intransigenti per la loro refrattarietà al blocco dei « partiti po– polari>>. Al lume di questo fatto storico nuovo ,,ella vita italiana la << democrazia >> di cui tanto si ali– mentò la corrente riformistica del socialismo ita– liano, ponendola a capo di ogni sua preoccupa- (1) L'uccisione anzi del dottor Gadola a ì\'iilano - che per chi sappia di psicologia collettiva può spiegarsi anche senza la scusa mentale dcli' intrusione teppistica - e le forme violenti che assunse !o sciopero a Genova e a :'\apoli (all'infuori, s'intende, dei crimi– nali eccessi camorristici e teppistici che con lo sciopero non ebbero nulla da vedere) furono dovuti alla resistenza e alla ostilità dei bot– tegai, tanto amici elettorali dei socialisti finchè il proletariato italiano enne l'avanguardia dell'agitazione antifiscale ... zione, si è rivela.ta in modo palmare come l'ideo– logia superficiale di conglobati d'interessi fonda– mentalmente ostili al proletariato. Non sono mancati i deputati repubblicani - tranne gl'idealisti per indole o... per interesse eletto– rale - i quali, come Barzilai e Colajanni, hanno stim– matizzato con rabbiose parole lo sciopero. E i radicali - con l'eloquente assenteismo di lVIarcora, venuto in voce di ministeriabile appena dopo lo sciopero, e col distacco Fradeletto - non solo si' sono rivelati sentimentalmente avversari della politica proletaria, ma anche destri coopera– tori della conservazione politica, intiepidendo e scon– sigliando ogni energica azione parlamentare, e di– visando progetti che disciplinino con le strettoie legali dello Stato borghese il movimento economico dei sindacati operai, (1) e che mettano la muse– ruola alla lotta di classe. Lo sciopero generale ultimo, manifestazione spontanea ed isolata delle masse operaie organiz: zate, viene a dare la riprova sperimentale che il connubio politico del socialismo con gli elementi democratici attingeva le origini in concordanze di idee e d'interessi soltanto apparenti: esso reca così in sè stesso una forza dimostrativa superiore ad ogni grosso volume. • * • Il recente sciopero nazionale insegna che il mo- vimento economico della classe operaia italiana ha acquistato quella maturità e quella unità di co– scienza dell'identità degli interessi e dei fini, per la quale soltanto il socialismo cessa di essere la previsione ideologica e quasi <, .camerale )> di un partito parlamentare, e si asside sulle radici pro– fonde della istessa struttura nazionale. Insegna che l' azio11e diretta del proletariato, come classe che sa intendere che gl'interessi operai offesi in Sar– degna e in Sicilia sono l'offesa degrinteressi iden– tici cd omogenei del proletariato di Lombardia e di Toscana, comincia a diventare l'inevitabile ri– sultato funzionale dell'organizzazione sindacale. Bisogna proprio avere le palpebre sigillate dalla ceralacca riformista, per potere all'indomani di questo poderoso fatto storico, come fa il Tempo, attendere ad acuminare gli strali piì1 pungenti con– tro coloro che - in presenza deìla realtà e facendo tesoro dell'esperimento - hanno dovuto riconoscere che le organizzazioni proletarie d'Italia sono arri- (1) Il progetto Sacchi, secondo il quale lo sciopero dovrebbe es– sere votato dalla maggioranza, ci fa ritornare alla limitazione della legalità dello sciopero. Presupponendo poi esso il riconoscimento legale - almeno a questi effetti - del sindacato, si collega per altra via alla nota legislazione operaia statale, <'Sperimentata dannosa e re– spinta in ogni paese dal proletariato socialista organizzato.

RkJQdWJsaXNoZXIy