Il Socialismo - Anno III - n. 14 - 10 settembre 1904

224 IL SOCIALISMO I~ si legge nel Giornale d'Italia: _ "Si assicura che giorni sono il re, avendo accordato un'udienza al padre salesiano Michelangelo Savino, direttore delle scuole italiane a Smirne, gli chiese CQn termini defercntissimi notizie della salute di Pio X e apprese con soddisfazione le buone notide dategli in proposito ». -i(– "* ·:+ , Un grafologo pubblica il resultato di un suo profondo studio sulla calligrafia del veneziano papa Sarto. Secondo l'acuto scienziato, questa scrittura presenta parecchie analogie con quelle di Pio VII e di Pio IX: si può anzi dire che rassomiglia in modo sorprendente a quest'ultima. Le lettere di Pio X sono larghe, arrotondate, appoggiate. Sta– rebbero ad indicare una immaginazione di artista, una intelligenza larga e forte, e una grande profondità tii pensiero (sic). J\ geroglifico della sua firma accenna ad un uomo di azione. Questa firma comincia con un piccolo unchw Ima.ce, va da sinistra a dcstrat poi da destra a sinistra, sottolineando il nome tutto intero. Poi ritorna a destra, risale, e termina con un altro mezzo uncino. La conclusione è che il papa è uomo energico, risoluto e in- telligente (sic). · Come si vede la grafologia è una scienza ... esatta. Basta affer– mare il contrario di ciò che essa conclude per scoprire la verità, * * * Sempre la pazzia di Gugliclmonc. - Come si sa una delle forme che la pazzia di Guglielmone assume, ~ il pangermanismo. Questa malattia, del resto, è comune a tutti i patriotti • non esclusi i no– stri patriotti-succhioni d'Italia i quali credono sempre che il loro paese sia il primo paese del mondo • che bisogna espandersi - sof– focare gli altri popoli - conquistare, guerreggiare - portare trion– falmente la baneiera (quella di Bettola?) in cima al mondo ... e altre sguaiataggini. • Ora - il pangermanismo tedesco - ha invaso anche gli scienziati. Già sì sa - la pazzia è contagiosa. Ieri uno scrittore tedesco ci fab– bricava un romanzo: La Guerra. Universale, in cui mostrava la Ger~ mania vincitrice delle cinque o sci parti del mondo. Oggi il signor professore Ludwig Woltmann preso dalla tarantola pangermanistica ce ne sballa una ancora più grossa. · Questo acuto osservatore, in un articolo pubblicato nella Polili– sche a11thropo/ogische Rame, scopre, nìentedimeno, che I' ltalia dei precursori era tedesca - nè più. nè meno - ta'nto che i maggiori artisti nostri del secolo undicesimo e dodicesimo erano rli stirpe ger– manica. Anche le principali famiglie romane erano di stirpe nordica: i Colonna, gli Aldobrandini, gli Orsini, i Massimo sono teutonici. Nel rinascimento, poi! ... ma il rinascimento italiano non è altro che rinascimento tedesco; il \Voltmann giura sul capo dei figli che Leonardo, Tiziano, Giorgione, il $anzio, il Pinturicchio, ?-.lichc– langelo fossero ... tedeschi, avessero il tipo tedesco, anzi quasi scan– dinavo, e persino il nome tedesco! li Verrocchio e il Perugino soli si avvicinano un po' al tipo meridionale; (puah!) ma gli occhi dell'uno e i capelli dc!t'altro mostrano come, in fin dei conti, fossero tede– schi anche loro. E, guardate, il dolce nome di Tiziano Veccllio non è se non la corruzione del nome tedesco • Titz Wetzel •, come Al– dighieri è la corruzione di • Alle die Herren ! ,. . Adesso non ci vorrebbe altro che qualche gran patriotta succhione italiano dimostrasse che Schiller è di Peretola. e Goethe frascatano. Cosi sarà resa la pariglia. I ladri di fançiulli. Che gli uomini neri rubassero i fanciulli e le fanciulle per con– taminarli, all'ombra delle sagrestie e dei confessionali, sapcvamcclo. U Ber/ù,er Tageblatt ci insegna che i ladri di fanciulli esercitano il loro triste mestiere anche per altri scopi non meno immondi: per esercitare su di essi la ridicola e feticista funzione del battesimo forzato. Il Berliner Tageb/att narra che nella Polonia russa esiste una estesa organizzazione diretta dai gesuiti, con sede principale a Var• savia, la quale dà la caccia alle piccole ragane ebree per battez– zarle per amore o per forza. Ltt polizia sa di questa organizzazione, ma lascia fare, perchè dietro di essa sta la piit alta aristocrazia po– lacca. Uno dei più validi sostegni ne è il prevosto K!opotowski di I,ublino. Tempo fa scomparve da Parchow una ragazza ebrea. Dopo lunghe ricerche i genitori scopersero che si trovava presso il Klo– potoswski. Riuscito vano ogni tentativo di farsela restituire, il padre ,ricorse a uno stratagemma. Accusò cioè la figliuola di furto, cosic– chè ella dovette comparire in giudizio; egli sperava in tal modo di riaverla. Al dibattimento però la ragazza comparve accompagnata da un avvocato di fiducia del Kloptowski. Dopo la sentenza, che fu d'assoluzione, i genitori chiesero che fosse loro restituita la figlia, ma il giudice si allontanò dicendo che ciò non lo riguardava. Segui un tumulto provocato dal rappresentante del Kloptowski e durante il quale i genitori riuscirono a fuggire con la ragazza. . 1.·avvocato istigò la folla a salvare un'anima cristiana. Nacque un tafferuglio durante il quale 20 ebrei rimasero uccisi o feriti. Nè si contentano di rubare i vivi. Da brave bestiaccie di preda rubano anche i cadaveri. Tutti sanno che Waldcck-ROusscau ,iqn si confessòprima di mo• rire e che b moglie chiamò il prete quando il Watdeck-Rousscau era fuori d'ogni conoscenza. Tanto che il prete non potè che dare la estrema unzione a un cadavere. A malgrado dì tutto ciò la stampa cattolica francese scrive che un prete assistette \Valdcck-Rousseau negli ultimi momenti della vita, e l'Osurva/ort: catttJ/ico, organo del Gran L..ama del Vaticano, prete• scamente rimprovera a \Valdeck-Rousseau la sua persecuzione contro la Chiesa, 1izasi compiace che negli ultimi tempi _sifosse pmtilo (! ! ?). Cristianamente poi aggiunge che si compiace anche che egli sia morto amareggiato dal nOn vedere realizzato il suo sogno di diven– tare presidente della Repubblica. Truffatori, menzogneri e crudeli: - rallegramenti, papa Sarto, per la moralità dei vostri efebi! .. Da Posen {Polonia tedesca - sotto lo stivale di Guglielmonc) ne telegrafano una bellina. Nella scuola polacca di Bucovicc i ragazzi si rifiutarono di can• tare l'inno nazionale prussiano (bravi.I). Puniti, aggredirono il mae– stro, battendolo replicatamente. La scena si rinnovò con un altre maestro, durante le esercitazioni ginnastiche. Le autorità interven– nero, consigliando ai parenti di raccomandare la calma ai ragazzi, per evitare loro la casa di correzione; ma il fermento è sempre grande tra la popolazione grande e piccina. Se gli uomini d'Italia avessero il coraggio di imitare i bambini di Posen - saremmo sbarazzati da un pezzo da ogni forma ... di spese improduttive. L'intelligente, dotto e colto magistrato che regge la procura re– gia di Madrid, - ha, - µ'recisamente come l'intelligente dotto e colto magistrato che regge la procura di Roma, • e come tutti gli altri magistrati dei paesi servi, - la smania dei sequestri. [eri ha sequestrato il piì.1grande ~iornale di Madrid, - El /m– pn.rcial perchè riportava le rivelazioni sulla tortura inflitta dalla po– lizia spagnola ai dimostranti di Alcalà del Val. Tutti ricordano cht.:, in seguito a una dimostrazione 1 la sbirraglia spagnuola procedette all'arresto di parecchie dozzine di operai. L"Jmparcia/ nel numero sequestrato narrava a questo proposito dettagli raccapriccianti. 11 primo arrestato fu ce'rto Bartolomeo Alfaro. L..o condussero in una sala dove si trovavano un tenente, un sergente e un caporale. Co– storo pretendevano che rivelasse dove si trovava un fucile Mauser, che un gendarme aveva perduto nello scontro. Siccome egli non era in grado di dar risposta, lo colpirono a piattonate, poi lofgcttarono a terra e lo pigliarono a calci e pugni. Josè Yimenez Hormigo, altro degli arrestati, fu battuto per tre ore, da sedici gendarmi, coi calci dei.fucili e coi bastoni fino a che fu riportato in prigione come morto. Il ,:;agosto i supplizi ricomin– ciarono. Siccome il Hormigo non voleva - ossia non poteva confes– sare - il tenente ordinò ad alcuni gendarmi di "interrogarlo"· L'in– terrogatorio consisteva in colpi di bastoni sui piedi e sugli orecchi, e sassate su! petto ; alla fine il disgraziato, vinto daìle sofferenze. dichiarò che avrebbe confessato. Ma quando fu condotto davanti al tenente, non seppe che dire; allora l'ufficiale ordinò di ri~ominciare il supplizio, e questo continuò finchè l'infelice perdette i sensi. La stessa sorte toccò a parecchi altri. Rodrignez Muniz Villalon, uno dei capi del movimento 1 fu battuto a sangue, e i "oarnefici $i accingevano ad impiccarlo per gli organi genitali quando un gran colpo al naso gli fece uscire due rivi di sangue. I gendarmi, sod– disfatti a quella vista, lo lasciarono andare. Ad un giovanotto bat• terono il petto con una pietra fino a fargli uscire il sangue dalla bocca. Fra gli arrestati vi erano parecchie donne. messe alla rinfusa con gli uomini, in locali stretti e sudici. In una stanza capace di venti persone nella quale ne erano state rinchiuse 70, una contadina incinta, in seguito allo spavento e alle ~rcosse, aborti. Non le si volle conceder nè un medico, nè una levatrice ; un gendarme prese il cadaverino del neonato e andò a gettarlo nel cesso, un locale di u~a. sporci~ia immaginabile, nel quale erano rinchiusi altri prìgio– men. Ma la vittima più miseranda fu tale Juan Vasquez Torres. Co– stui, nella mischia del I. agosto, aveva avuto il braccio forato da una palla. Quattro gendarmi lo strapparono giù dal letto e lo batte– rono per tutto il corpo finchè cadde svenuto. Il giorno seguente il martirio ricominciò. Il caporale gli diede quattro potentissimi schiaffi, mentre un aiutante gli sbatteva un sasso contro il petto. Allorchè lo videro svenuto, gli gettarono addosso una secchia d'acqua per fargli riprendere. i sensi, poi gh legarono una corda al collo e lo minacciarono d'impiccarlo. Siccome neppur con ciò riuscivano a ca– vagli una confessione, gli strapparono pezzi di carne dalla spalla, lo gettarono a terra e gli batterono le piante dei piedi fino a farne uscir sangue. Non basta ancora: lo misero con la faccia contro il muro, e i gendarmi gli sfilarono dinanzi e ciascuno, passando, gli dava un colpo sulla nuca. Prima ancora gli avevano arrotato le dita fino a schiacciargliele ; poi lo fecero correre coi piedi nudi e piagati su fasci di verghe, e finirono col dargli giù per la testa con un ma– nico di scopa. Questi supplizi durarono parecchi giorni e finirono con la morte del Torre. Quando si pensi che la Spagna è il paese prediletto dei monaci, dei re e del papa, si comprenderà perchè le bestie feroci vi siano cosl frequenti! Ntx. 1::NRICO t•ERRI, direttorc-rtsponsa/Jile. Frascati, 1904 - Stabilimento Tipografico Italiano.

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