Il Socialismo - Anno III - n. 12 - 10 agosto 1904

IL SOCl,\LISMO Fu a Parigi, nel 1900, che per la prima volta spuntò all'orizzonte dei congressi internazionali il dissidio tattico che, cominciato pii:1 clamorosamente in Francia, si è diffuso rapidamente negli altri paesi. Ma nel I 900 « la collaborazione di classe » aveva per sè la gloria dell'azione socialista nell'agi– tazione, che dal processo Dreyfus aveva tratto ori– gine per la difesa della civiltà repubblicana francese contro l'alleanza clericale e militarista. E nel I 9()0 la << collaborazione di classe » non aveva contro di sè che gli inizii di quel « caso Millerand », il quale è finito poi così miseramente, dalla impo– tenza riformatrice del ministro al voltafaccia del deputato cospirante colla reazione ai danni del ci– vile progresso. Vale a dire che nel campo internazionale il Con– gresso di Amsterdam starà a quello di Parigi come nel campo nostro nazionale il Congresso di Bolo– gna stava a quello di Imola. Onde, sul fondamento delle delusioni di riformismo governativo, la co– scienza socialista si riaffermerà ad Amsterdam precisa e risoluta come si è riaffermata a Bologna. Ed il proletariato internazionale ritroverà nella uce aperta del suo ideale e nella guida sicura del– lsuo metodo - proprietà collettiva e lotta di classe, la coscienza delle proprie energie incoercibili alla conquista dell'avvenire. Certo « le regole internazionali della politica so– cialista)) non potranno dimenticare.gli inevitabili at– teggiamenti delle autonomie nazionali, entro le par– ticolari orientazioni ed i momenti diversi della propria evoluzione - come non potranno dimenti– care le transitorie utilità di qualche alleanza diretta a fare di una parte progressiva e moderna della borghesia catapulta e mina contro una troppo re– sistente impalcatura feudale e reazionaria, come per esempio nel Belgio. Ma ciò non farà che riaffer– mare pili energicamente la impossibilità di una col– :aborazione di classe - con relativa partecipazione al potere politico.- di fronte alla genesi e vita del partito socialista, come organizzazione politica ed economica di una classe sfruttata contro una classe sfruttatrice. Nel senso, cioè, che come l'origine e la ragione d'essere del partito socialista in ogni paese è essenzialmente rivoluzionaria e non soltanto ri• formatrice, così anche ,la momentanea defles– sione dalla intransigenza della lotta di classe, non può avere che scopo e spirito rivoluzionario. Razionale e feconda, quando - opera di un mo– mento eccezionale - si proponga di dare una scossa al vecchio resistente feudalismo per accelerare la evoluzione borghese; empirica e dannosa, quando, persistendo, concorra a rinsaldare l'edificio della so– cietà capitalisl'lt col contributo delle forze proletarie al prezzo meschino di qualche riforr,,a, che poi, quando sia matur;t:, viene realizzata nel proprio interesse e per prolungare il proprio dominio, qalla stessa bor– ghesia, senza cc collaborazione di classe ».' Così il Congresso di Amsterdam colla· afferma– zione della grandiosa unità morale di questo gi– gante giovane che è il proletariato mondiale • ir– radierà sul vecchio mondo fratricida e sfruttatore il fremito annunciatore di una nuova civiltà, che si af– fidi non più alla violenza od alla frode degli uo– mini contro gli uomini, ma sì alla elevazione mo– rale di tutti gli umani nel pacifico dominio delle cieche feconde energie della natura: colla scienza, per la· vita migliore dell'umanità. - ENRICO FERRI. PROBLEMI SOCIALI l1eghe co11tadi11e e 01ilica socialista Jl movimento proletario fino ad ora è ·stato il pro• dotto quasi esclusivo degli operai dell'industria. Comin– ciato in Inghilterra con un aspetto puramente çorpora• ti vista, di là si diffuse ben presto nel continente, ove assunse anche un carattere politico con l'obbiettivo della conquista dei pubblici poteri e con ilmezzodella lotta di classe. Generato dalla borghesia capitalista, di questa esso seguì le vicende e lo sviluppo, tanto che oggi al– l'immenso potere economico della stessa fanno riscontro le innumerevoli e compatte falangi operaie animate ogni giorno da un sempre crescente spirito di solidarietà che non conosce vincoli di razza o di mestieri. · Ma· se questi lavoratori poterono con tali mezzi ot– tenere miglioramenti sensibilissimi e progredienti sul terreno della resistenza economica, quasi nullo fu Pef– fetto della loro azione politica nei rapporti verso lo Stato. Se si eccettui qualche monca legge protettrice del lavoro, dove spontaneamente data per spirito di popo• larità da partiti radicali (Svizzera), e dove strappata dalle pressioni indirette della classe interessata, nessuna altra influenza diretta e proporzionale ebbero a risentire i poteri costituiti da queste formidabili organizzazioni operaie. Si può anzi constatare a riprova di quanto ab– biamo detto come il sorgere e lo svilupparsi di queste organizzazioni renda più violenta ed aggressiva la rea– zione ufficiale, tanto che è stato fatale pel nostro par• tito il trovarsi impegnato fi!l dal suo apparire nei par• lamenti in un'azione negativa intesa a difendere la legalità preesistente e le liber(à più elementari. Si prenda ad esempio la Germania, che rappresenta il caso più tipico di quanto abbiamo affermato. Ivi insieme ai progre-ssi de11a grande industria le organizzazioni operaie hanno assunto un'importanza con-

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