Il Socialismo - Anno III - n. 12 - 10 agosto 1904

IL SOCIALISMO ~ Ed ceco ora davanti alle notizie delle manifestazioni cntusia– 'ilichc che vengono a salutare il macello e il fautore di esso l'lm• pera.tare e l'Autocrate della Siberia, lo Czar di Kiscineff e il boia di Vilna, il rapitore e lo strozzatorc della Polonia, dcli' Armenia, della Finlandia, di tutta la Russia, ccc. ccc... , si può pensare che il proletariato russo sia diventato un gregge cieco di pecore, che possa servire da nuovo parnfulminc. • Noi non possiamo sapere come 111:-tnno veramente le cose, noi conosciamo bene il pre:r:zo delle notizie da parte governativa. Che la guerra possa servir da nuovo p..--.rafulmineper il p:1cifico czarismo. Però noi crediamo opportuno di rivolgerci a tutti i compagni rivolu• 7.ionari con quest'appello: • La guerra mette dnvanti 'al nostro partito un problema im– portantissimo. In questo momento decisivo la democrazia sociale deve trovnrsl all'altezza della sua missione storica. • Essa deve per mezzo di una larga cd energica agitatione chia– rire il significato del militarismo e della guerra, svelar il \'Cro senso delle altison:mti frasi scio,·inistiehc. Essa deve ricordnre ehi è che dovrà pagare le oblazioni generose dei municipi delle città. • Alle manifesta:doni sciovinistiche noi dobbiamo rispondere dappertutto con dimostrationi ri,•oluiionarie. '.\"oidobbiamo alt.1r. le b:tndit·re rosse o,·unque ora s.·uanno :lbate quelle • nazionali •· ~IOVUIENTO E UGISUZIONE SOCIALE Ciii scioperi in Italia. Nel mese di giugno scorso vennero segnalati in Italia 35 nuovi scioperi, oltre a 40 iniziati nei mesi pre– cedenti. Parteciparono ai 35 nuovi scioperi circa 25 1 953 operai così distribuiti per industrie: Agricoltori Scioperi 8 Miniere 3 Metallurgia . 5 Edilizia Cartai. )) Tessili. Vestiario. 3 Alimentari l> 4 Trasporti. Lavori in pietra l> Diversi » Della ·somma dei 75 scioperi in corso nel mese di giugno (35 nuovi e 40 dai mesi precedenti) si ha no– tizia cli 55 esiti, 28 dei quali favorevoli agli operai, 17 transatti e 10 con esito negativo. Scioperi in Danimarca. Jn Danimarca t! notata una sensibile diminuzione nel numero degli sc:ioperi avvenuti nel 1902 in confronto ai cinque anni precedenti. lnfatti ecco le cifre che riceviamo dal Bulle/in de I'Offi,:e du TrmJf1i!: Anni Scioperi cioperanti 1897 I li 3,59 1 1898 147 5,93' 1899 98 6,366 1900 82 7,098 1901 56 4,108 1902 65 3.785 Scioperi in Inghilterra. Anche in Inghilterra il numero degli scioperi e quello degli scioperanti va diminuendo, causa certo specialmente la grande crisi industriale che il paese attraversa di fronte alla concorrenza dell'industria straniera ed in special modo della germanica: ' Inoltre la massima parte degli scioperi registrati si risolse sfavorevolmente agli operai. La Labour Ga~elle fornisce i seguenti dati: Anni ~. degli scioperi K dei partecipanti 1899 719 180;2,7 / I 900 648 I 88,538 1901 642 179,546 1902 442 256,667 1903 387 I 16,901 L'anno 1903 segna, sui quattro precedenti, non solo un minimo di scioperi, ma anche <li scioperanti e di vittorie operaie. Scioperi io Germania. Viceversa in Germania è notata una certa recrude– scenza nel numero degli scioperi ed anche un lieve aumento nelle vittorie operaie. Si ebbero secondo le statistiche ufficiali: Anni 1899 1900 1901 1902 1903 Scioperi 1,288 1 ,433 1,056 1,060 1,374 • • • Scioperanti 99,338 I 22 1 803 55,262 53,9 12 83,603 A parte le crisi industriali ed altri minori cause che possono influire sul numero ed entità degli scioperi nei singoli paesi, si può dire, certo, che la ragione e la causa per cui in Germania come in Italia, per esempio, l'arma dello sciopero si mantiene abbastanza viva e po– tente nelle mani del proletariato, dipende eia ciò che in Germania come in Italia i salari degli operai sono relativamente bassi, paragonati a quelli dell'Inghilterra e degli Stati Uniti. Lo sciopero in Inghilterra è arma, nella generalit~ dei casi, per ora spuntata. L'industriale inglese deve su– bire ora non solo la concorrenza del!' industria conti• nentale, che ha sap•no elevarsi ai più alti progressi dello sviluppo tecnico, ma anche di quella di una mano d'opera e di un regime di vita operaio assai meno co– stoso. Il prezzo della mano d'opera deve tendere, e tende infatti, ad equilibrarsi in tutti i paesi industriali e civili moderni e l'opera internazionale delle organizzazioni ope– raie mira a tale intento, ali' i1)tento cioè di innalzare in tutti i paesi ad un massimo le condizioni favorevoli del lavoro, senza di cui riescirebbe assai più difficile una ulteriore sopraelevazione sul massimo finora rag– giunto. Abbiamo veduto nel numero scorso del SocialiS1no come il Giappone stesso, pur così lontano e in così differenti condizioni dalle nostre, subi(;ca. sin <b ora

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