Il Socialismo - Anno III - n. 9 - 25 giugno 1904

IL SOCJALISMO 1 37 Congresso di Sofia sono infarciti di un tal pasticcio di frasi e cli polemiche, cli tale un mosaico d'idee pseudo– socialiste che rimarranno come docu111enti memorabili nella storia del socialismo bulgaro. Non si riesce a com– prendere bene che cosa dovessero pensare quei signori rèdattori : se avevano completamente perduto la testa oppure se desideravano solo salvare, prima della riti– rata, le apparenze. Si era persuasi, se così avesse con– tinuato, che in pochi mesi il socialismo largo avrebbe fatto bancarotta. Viceversa gli ultimi nmneri dello stesso giornale con– tano molti articoli pii.1 o meno sensati, piì1 o meno so– cialisti. Vi è lo sforzo per provare che nulla di nuovo è stato detto nel 1900-90:2, o meglio che, a vero dire, i /arg/1i hanno detto e dicono sempre come dicono e hanno detto i loro avversari; che gli opportunisti non furono Saxazoff e compagni, ma proprio invece i loro ,tvversari. Ora· si sono dati allo studio serio della situa– tione, nuovi pubblicisti fanno le loro prime armi e se– guono un indirizzo che non è sfavorevole al movimento operaio. Al contrario. Nulla dicono del passato; i pro– motori della tendenza larga sono passati in seconda linea; fanno ogni possibile ·per essere buoni socialisti e ,:;i sforzano di far dimenticare le cause prime e fonda– mentali del dissidio avvenuto nel marzo 1903. Parlano anche cli unità del partito. E' un bene o un male? Per parte mia, io credo sia un bene, poichè per noi è stata una vittoria. Noi ab– biamo ottenuto, aiutati dalla dialettica degli a\-·venimenti poliLici, un grande risultato: noi abbiamo reso impossi– hile qualunque tentativo di confondere e <lisommergere il giovane movimento operaio socialista nella palude di una democrazia che esiste solamente nelle mente di qualche impaziente di aspettare il tempo nel quale il partito socialista potrà aver parte diretta nei destini del paese. Nessuna possibile unione ora dei lavoratori, del proletariato moderno, del socialismo colla classe immensa ,tci piccoli borghesi artigiani e proprietari rurali! Ecco 1:1. nostra grande vittoria. Essa ci permette cli non più lasciarci trascinare a ceni estremi, spiegabili nella psicologia della lotta. ma dannosi per l'avvenire del movimento. Tali entusiasmi- lii extremis si producono e devono prodursi se ci si figge in capo che quanto dic..:onogli avversari è necessariamente falso e che la verilà è nel campo direttamente opposto.· No, sarebbe troppo sem– plice e troppo poco degno per un partito che ha saputo vincere. Vorrà dire con ciò che si <lebba tentare una ricon– ciliazione unificando le for1.esocialiste? No, certo. Troppe c..:oseancora dehbono esser poste in chiaro per tutti; troppe cose dovrebbero essere respinte onestamente, sin– ceramente, tleji11ith,a111"11/e. In questo momento la questione dei rapporLi fra le leghe ed il partito, quella della federazione nazionale li tutte le leghe, quella della lotta politica ed altre que– ~tioni ancora non meno importanti e decisive sono di– versamente concepite dalle due frazioni. Ora si deve csserè completamente uniti nel pe11sieroprima cli esserlo nell'organizzazione. La scissione ha la sua ragione di essere anche eia altri punti di vista che sarebbe qui lifticile esporce. Ciò che si deve fare però è di non op– porsi al riavvicinamento, di non discutere intorno a quanto l'avversario riconosce d'aver avuto torto. Bisogna -;pingere l'avversario sulla via che ha dovuto seguire per poter vivtre. Non bisogna di deliberato proposito toglier ogni possilJiliti cli ritorno ad una frazione del proletari,1to bulgaro. !◄:eco a qual punto siamo in Bulgaria. Un movi– mento operaio che si sviluppa e diffonde; l'impossibilità quasi completa che possa imborghesirsi; il ritorno - se -;i dt'\'t> credere- - di p:ire<Thi e fra gli altri di S:txa1.otf, ad un\v1vne pii1 so<.:iJ.li ..tJ, un':rnimationc pili o meno grande del proletariato di fronte all'indifferenza gene– rale delle allrc classi. Ecco in questo momento la nostra situazione. .Ma non sarebbe il mio quadro completo se non ag– giungessi che la lotta fra le due frazioni socialiste ha creato dei rancori e che molto frequentemente le espres– sioni ed il linguaggio usati non sono dei pilt lusinghieri. Ma è inutile, parmi, dilungarci su tal punto, poichè senza dubbio di ogni partito socialista possono trovarsi - disgraziatamente soventi - simili pagine nella, sua storia. R. A vR,~MOfF. LIBRI ED OPUSCOLI Saggio sull'idealismo di Giuseppe Mazzini c Ricca e calda di tinte. rigida e serena tuttavia, per metodo positivo di speculazione, è un'opera del dottor Carlo Cantimori, sull'idealismo di Giuseppe Mazzini. E, sebbene rifioriscano e si iri.oltiplichino gli studi su questa importante figura della nostra storia (e non sempre ita– liani sono i migliori), aggiungiamo anche interessante ed utile e completiamo dicendo: utile perchè interes– sante. Perche! ; sospingendo dilettosamente alla fine una trattazione esUberante e simpatica, riconduce in un'epoca che a pochi è nota a sufficenza e nella. quale t: giovevole rintracciare sotto paludamenti arcaici il sub– strato dei nostri pensieri e correggere preconcetti ed er– rori che derivano dalla imperfetta conoscenza. Divisa in quattro parti, nella prima tratta dei tempi: e sono tempi di rivoluzione e di trasformazione. Come la vita politica, la vita del pensiero è agitata dalla lotta ciel passato con il presente. Predominano nel secolo xvw il sensismo, il materialismo, lo scetticismo, cui dalla Ger• mania si appone un nuovo indirizzo con Kant. A questo altri si aggiungono fra il liberismo e la reazione, altri e disparati che contrassegnano il perìodo, sul quale il Canti mori porta giuste e , alorose considerazioni. Poi cenni sulla vita e sugli scritti del .Mazzini: brevi cenni, tocchi sapienti di un abile inipressionista. Fuori di una vecchia biografia., liberi dall'oppressione del del– taglio minuto, ci ricostruiscono la figura cupa e pensie– rosa, che, attraverso una lente di tristezza e di sogni, vede allontanarsi i proscritti d'Italia.; il giovane soliLario che legge Dante, la l3ibbia, Byron, l'Alfieri; l'esule so– spiroso, che dai lamenti di un popolo trae forza all'azio– ne: il filosofo, che ascolta l'armonia della vita e in dio vede la progressione dell'uomo, la perfezione della so– cietà. E tra il dolore e l'amorè e l'azione ce lo r1ppre– sentano nella. sua. altezza profetica. « Noi tutti siamo nati al gemito; un istinto di me– lanconia, un dolore senz1 tempo ci ·1ivc senza fondo nel cuore ... Ma non è dolore che uccide o incoclardisce !'anime: e! dolore fecondo, energico, a.tlivo. » Nella ter1.a parte l'autore esamina la dottrina di C in– seppe I\'fauini. An1.itutto si può parlare di sistemi? Ap– positi libri o trattati non .scrisse: sarebbe però errore credere che non esista fra le sue idee l'uniti di una concezione organica. E qui, per raccogliere lo spirito religioso, etico, politico che ne informa il pen~iero, ne esamina. ne analizza le opere, illustrandoci con ch iara visione i vari concetti sulla religione, sulla 1nor:1.le ·, s ulla politica, nei• quali si svolge tutta l'armoni~1 e la pote nza della sua psiche. Chiudono il libro nolc e considerazioni, nelle quali, senza far torto ai precedenti capitoli, si svolge la maggior originali ti dello studio nella comparazione e nella critica. (t) Del dott. Carlo C3ntimori, edito :l 1-·:1cnza- ).lontanari.

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