Il Socialismo - Anno III - n. 6 - 10 maggio 1904

IL SOCIALISMO per sempre - a carico dell'amministrazione ferroviaria, facendo parte del materiale elettrico il cui riscaUo da parie dello Stato è subordi– nato, come si è detto, alla buona riuscita tecnica ed economica del– l'esperimento. La spesa relativa alla parte elettrica cd impianto generatore, sarebbe quindi di 8,700 1 000 lire a tutt'oggi; escluse, s'intende, le car– rozze automotrici • senza equipaggiamento elettrico - e le rimorchiate, le qu :l.li sono state pagate dallo Stato sul conto della Cassa aumenti p:'ltrimoniali. Tale somma rappresenta ciuindi la magi;ior spesa incontrai:\ per gl'impianti a trazione elettrica, in rapporto a quella a ,•aporc. Ritenendo uguale al 7 per cento la quota annua d'interesse e <l 'ammortamcnto del capitale suddetto; annualmente si dovrà consi• dcrarc a carico dell'esercizio l:t somm:t di 009,000 lire; diciamo a carico dell'esercizio, quan1unque si riferisca ad impianti fissi, giacchè si tratta ora, non dimcnlichiamolo, di fare un confronto colla trn• zione a vapore, per la quale non si s:trcbbc speso un soldo oltre la somma prevista per il materiale mobile. La maggior spesa di personale la valuteremo a 40,000, cifra forse infcri0rc al vero, giacchè si tratta rii personale specialista :td• detto alla condott:t della stazione generatrice, delle 5 sottostazioni di trasformazione, alla manutenzione e sorveglianza della linea, cd accu• mulatori, pagato assai meglio dclrordin:trio personale viaggi:mtc o dcllt> stazioni. Crediamo di non essere molto lontani dal vero ritenendo che l'importo del trnsporto del carbone dalla ferrovia :lii:\ stazione ge• ner:llricc, del maggior consumo di carbone e delle maggiori spese di riparazione di tutli gl'impiantì fissi (comprendenti i fabbricati, le macchine elettriche, le macchine :t vapore, le lince di trasmissione, le batterie accumulatori, linee iclcfoniche, ccc.) e del matcri:tle mo– bile, ammontino a 250,000 lire. Da quanto abbi:tmo esposto risulta che h maggiore spesa di eserci:do in seguito all"attuazione del servizio a trazione elettrica, in confronto :\ quella di un servizio a tmzionc a vapore di pari intcn• sità ammonta 3 circ:t 1,000,000. Prima dell'esercizio a tm:done elcttric:t il prodotto \·bggiatori sulla linea 1\•libno-Varese-Porto Cercsio cr:\, in cifra tond:t di r,roo,ooo Ammettiamo che attualmente sia salito ad r,6oo,ooo, ciò che implica un movimento viaggiatori triplicato, essendosi ridotte :\ metà le t:1riffc, movimento che cffottiv:lmentc sC'mbrn si vada realizz:tndo. Con tutto ciò rimane sempre una p:tssività di 400,000 annue· .:\ll"in• circa; il che non è poco su un tronco di line:t di poco più di 100 km. cd in condizioni di traffico eccezionalmente favorc\·oli. Rimane ora a dimostrare che colla trazione elettrica ... a \':lpore, secondo il sistema della :--.•lcditerranca, il consumo del cMbonc l: qu:\si di un quarto maggiore :\ quello occorrente per le hxomoti\ 1 C, .:\ p:t• rità di lavoro utile. Infatti è noto che una locomotiv:t consuma in media kg. 2.5 di combustibile per ogni cavallo-v:tporc effettivamente misur:1.to :1.lgan– cio di trazione. D:tlle esperienze fatte è risult:1.to che le macchine :l v:tpore in• st:tlbtc a Torn:1.vento consum:tno kg. r,700 di carbone per ogni kilo-watt di energb erogata d:tgli alternatori, ossia kg. r,250 per ogni cavallo vapore (cavallo= 0.736 K.W.) Vediamo a quanto si riduce, per effetto delle perdite lungo le lince di trasmissione e nelle trnsfonnazioni, un cavallo di energia elettrica crog:tto d:1gli alternatori e misurato nell'onicin:t generatrice; troviamo cioè b quota di esso Ca\'allo effettiv:tmcntc utilizz:tt:\ nella propulsione dei treni. Abbinmo S fonti di perdit:1: J. Perdita sulla linea ad alta tensione 2. • nei trasfonn:ttori st:ttici 3. nei convertitori 4, nel_!:\terza rot:tia e rotaie di cors:\ (condut. di ritorno) 5. nei m0tori delle carrozze. 8.u:mdoci su dati prntici possiamo valutare le perdite suddette come segue: r5 01c nelle condlJtlure :td :tlta tensione e le altre rispettivamente del 10, 12, 20 e 20 °lo- In base :i. questi cocftìccnti di pcrdit:1 ~i dc• duce che un c:tv:11!0di cnergi:t elettrica :tgli :tltcrn:1tori si riduce :l 0.42 di c:tv:tllo misur:,to in energia mccc:tnica :-i.Ileruote dcll':1uto– motrice, Per cui il consumo del c:trbone per ogni cavallo utile ci'ivien~ kg. r.250 X ::o = 3 kg.' (n cifra tonda. Si ha cioè un mag– gior consumo cli 500 gr. per cavnllo utile, quasi di un quarto mag– giore :\ quello consumato dalle locomotive come avevamo detto. A questo maggior consumo si deve aggiungere anche b spesa · di trasporto dalla ferrovia all"oflicin:t di produzione, spesa nssai ri• levante se si ha riguardo :ti notevole consumo giornaliero, che pos• siamo valutare da 25 a 30 tonnellate. Rimane quindi incomprensibile come un:\ Società fcrrovi:tria, che non manca certamente di personale tecnico colto cd cquilibr:tto e pcrfottamcnte al corrente di tutte le quistioni cd :tpplicazioni 1>iù moderne dell'elettricità, dopo l'esito infelice dell'esperimento .a tra• zione elettrica :td :tccumulatori sulla Mil:\no-:--.fonz:1., siasi lasciat:1 in– durre :tJl'esccuzione di un progetto divoratore di milioni cd affetto d:t un grossolano errore <1ualc è quello di una centmle a \':lporc si– tu:tta in località inaccessibile ai treni, di un progetto che indubbia• mente avrà delle conseguenze f'm:tnziarie deplorevoli per l'Ammini• str:tzionc suddett:t, che per molte altre rngioni versa gi\ in condi– zioni tutt'altro che favorevoli per un futuro esercizio. Abbiamo quindi ritenuto nostro dO\'Cre indugiarci un po" sopra gl'impianti a trni:ionc elettric:\ per i mott\•i cui abbiamo già :tccen• nato e che credi:1.mo utile qui sotto di riassumere: r. Nell'intento di richiam:trc l'attenzione degli uomini p..'trl:uncn– tari sulle quistioni esposte ed impedire lo sperpero del pubblico dc• naro in opere inutili e parassit:trie. 2. Per frenare h mani:t invadente di presentare ad ogni occa• sione progetti di trazione elettrica che se tradotti in atto apporte– rebbero enormi d:11mi finanziari al pubblico era1 io. 3. Per richiamare l'attenzione del governo e del p:tcse sulle So• cictà ferroviarie - c-he a danno dei contribuenti tent:tno rifarsi I:\ ver– ginità già compromessa per la disorganizzazione del servizio ferro• viario con progetti che suonano offesa al buon senso - e del regio lspet· torato, il quale coll'assecondare le Società in imprese p:tzzcschc del genere di quelle cs:tmin:\le, si è dimoslr:\tO :tncora un:\ volt:t - se pur ve n"cr:\ bisogno • inferiore al suo m:tndato. Per ora basta. Ognuno pensi al proprio dovere, peosi soprntutto il governo a miglior:tre le condizioni di un organismo divenuto or– mai l'espressione più genuin:t del più gretto burocratismo, e non rispondente quindi allo .scopo di avere un scrio, :tccorto e giusto controllo per le Società ferroviarie per il quale fu istituito. Se sarà del c:\SO ritorneremo un po' sull':trgomento parbndo del materiale mobile delle due Amministrazioni costruito per l:t trazione, dell'assoluta mancanza di controllo da parte del regio Ispettorato, dei pomposi banchetti offerti e che si v:tnno offrendo :td Eccellenze e sotto Eccellenze, onde meglio indorn.rc il pillolonc dclb trnzione elettrica. C:\RIJ0NAI0. VITA PUOUTAIHA NTEUNAZIONU Per la nostra emigrazione. L'opera svolt:\ dalla Camera dd lavoro di Reggio Emili:\, da Segretariato per !a emigrazione di Udine e dalla istituzione I.ori:\, il discori.o tenuto dal compagno Bissolati a Cremona e quelli di Tu• rati e di Cabrini ali:\ Camera, le polemiche svolgentisi di questi giorni qui in Svizzera intorno all:1 possibile" :ttlività dei commissari \·bgginnti, hanno fatto torn:tre :\ galla, e divcnt:trc cli interesse, del momento :tlr:ncno, la questione della nostra cmigrnzionc operaia :tl– l'estcro. I jl(Jvtri tmigrnnti danno da pensare :ti nostri uomini politici e la loro sorte è finalmente tenuta degna d'essere in qu:tlchc modo considerata. Non è forse dunque totalmente inutile che anche Il Sbrùr– lismo se ne occupi cd io, che da oramai sette ant1i vado vagando di paese in paese attrnvcrso le nostre colonie it:tliane, ne scriva. . * * E' un fatto non dubbio che noi itali:tni nl!'cstcro non godiamo di soverchie: simpatie, che l:t nostm m:\ssa cmigr:intc, t:\nto al cli qua delle Alpi quanto :ti di là degli oce:tni, non trov:t•s:1.lvo rare ecce• zioni - benigno accoglimento ove recasi a lavorare. Fu<?rchè dai CO· struttori, dagli industriali e tfagli impres:tri, - i quali hanno (bl\'opcrnio

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