Il Socialismo - Anno III - n. 6 - 10 maggio 1904

IL SOCIALISMO canza della sinistra rivoluzionaria dal partito socialista, abbandonando senza controllo e senza contrappeso la destra legalitaria e riformista, questa per l'azione del gruppo parlamentare tende sempre piì:1 a confondere il partito socialista colle frazioni della sinistra democra– tica. A Ila Camera i deputati del partito sono ipnotiz– zati dalla questione ministeriale e dalle contingenze della politica quotidiana. Essi dimenticano troppo di essere i rappresentanti di un partito di classe che deve preoccuparsi ben più di mantenersi a contatto colle masse profonde del proletariatù che non coi gruppi della democrazia borghese. Non meno esplicito è stato il liguaggio di altri ora~ tori intorno a particolari questioni e specialmente sulla necessità di disciplinare il partito, di renderne omogenea e salda l'azione ora abbandonata all'arbitrio degli individui. E' evidente: il partito riformista, staccatosi per in– compatibilità di azione dal partito rivoluzionario, vede risorgere ora nel suo seno una destra ed una sinistra non meno, più forse dissidenti di quanto appaiano o sieno nella massa delle loro idee e dei loro metodi, i rivo– luzionari di Guesde ed i riformisti di Jaurès. Senza dubbio le idee della sinistra del partito so– cialista francese esnresse da Uhry e da Longuet sono assai 1:iiùvicine a Guesde che non a Jaurès; e se noi te– niamo conto che dal Congresso di Bordeaux nel 1903, che ha preceduto quello di Saint-Etienne, il partito rifor– mista si è veduto abbandonato da due importantissime federazioni, e il numero dei suoi aderenti è dirninuito da 11,000 a 8,500 soci, noi dobbiamo credere che il malcontento degli operai, se già non si manifesta con una rivolta aperta ai metodi ed alla tattica adottata, se essi non si sentono il coraggio e la forza di affrontare una discussione con oratori del valore di Jaurès, di Rouanet e di altri, pure la rivolta si compie nella loro coscienza proletaria, e tacitamente, alla spicciolata, abban– donano i loro capi e maestri e donni. E forse la disso– luzione avverrà più rapida, o il distacco almeno della sinistra, oggi timida ancora per quanto costituita dalle migliori federazioni, si produrrà completo in un pros– simo Congresso appunto per il temperamento che su proposta cli Jaurès venne adottato nelle assisi di Saint– Etienne, e cioè: che la Direzione del partito sia costi– tuita dal gruppo parlamentare e da membri eletti dal Comitato interfederale, per cui i deputati costituendo la maggioranza della Direzione, potranno sanzionare sempre il loro operato e non subiranno neppure più la piccola noia dei periodici richiami che finora la Dire– zione del partito faceva al mantenimento della disci– plina ed alla coerenza dell'azione e del voto. Il partito non vive che sull'equivoco - dice Ernest .Lefont nel numero del 15 marzo del Afouvement socia– liste. - Una grande e chiara discussione sui principii e sulla tattica condurrebbe ad una scissione· immediata che tutti cercano di allontanare per quanto ritenuta ine– vitabile. A Saint-Etienne nessuno ha vinto; non c'è stato nè maggioranza nè minoranza; tutti si sono affermati sopra un nuovo statuto per quanto a nessuno soddisfi e nes– suno creda sufficiente e capace di risolvere il dissidio. o Questa è la posizione polìtica e morale del partito riformista in Francia, che dovrebbe contrapporsi pel me– todo e per la tattica ed anche per la capacità di lavo– rare al partito rivoluzionario. Ora, a parte che in esso vi sieno o vi possano essere degli individui o delle fra– zioni che si sentono spinte fuori della grande linea cti. rettiva socialista e neghino il principio della lotta di classe e, ne1le sue concezioni più generali, le finalità del partito, quali ragioni serie possono indurre tutti gli altri a dividersi, quali ragiont gravi possono impedire 1a grande unità qualora alla unità fosse presidio e forza la disciplina, la tolleranza, il rispetto reciproco? Le parole di Longuet sopra accennate, che lamen– tavano la mancanza della Sinistra .rivoluzionaria come contrappeso e freno ai deviamenti dei riformisti, espri– mono una grande verità psicologica e sociale. · Il bene come il bello, la forza come il progresso non sono che l'espressione e la risultante di contrasti di idee o di energie. Sopprimere l'attrito, l'urto 1 il CO'lZO delle idee, delle passioni, dei sentimenti, dei bisogni è sopprimere la vita stessa. Noi dobbiamo, noi vogliamo non sopprimerne, regolare, coordinare le forze, farle con– correre ad un fine dato 1 eliminando solamente quelle che al fine non tendono o sono contrarie. Se così, se Longuet riformista, in Francia, ha la– mentato la mancanza della Sinistra rivoluzionaria, se questa Sinistra rivoluzionaria si va automaticamente for– mando come quasi necessi~à biologica per la vita del partito, come mai, perchè allora il partito socialista ita– liano dovrebbe scindersi? perchè? Domani saremmo da capo, e così fino a distruggere, ove foss~ possibile, ogni unità organica e ridurs;i all'atomo che pensa ed agisce: la negazione del socialismo, anzi, l'assurdo. Che l'odierna Francia, la quale peraltro fra non molto certo vedrà le forze proletarie sue unirsi e coo– perare al grande fine sociale, ci sia di esempio. GlOVANNI LERDA. PROBLEMI SOCIALI PROBLEMA FERROVIARIO II (I) La trazione elettrica sulle ferrovie italiane Tre sistemi di trazione elettrica sono stati applicati in Italia: r. Sistema ad acc-u,au/aiori tra.sportaJiti; applicato nel 1899 dalla Mediterranea sulla :\1ilano-Monza e dall'Adriatica sulla Bologna– S. Felice; 2. Sistema della 'Casa Ganz e C. od a corrente alternata trifa– sica ad alta tensione (3000 volts), applicato dalla rete Adriatica sulle lince valtellinesi: Lecco-Colico-Sondrio-Chiavenna; 3, Sistema a terza rotaia o della Generai Electric Cotnpany di New-York, appiicato sulla Milano-Gallarate-Varese-Porto Ceresio dalla Mediterranea. Le applicazioni suddette vennero fatte d'iniziativa delle Società ferroviarie e con capitali propri, ed in seguito a stipulaziOnc dì una convenzione col governo nella quale il riscatto di tutti gl' impianti fissi e del materiale elettrico sia fisso che mobile viene subordinato alla buona riuscita tecnica ed economica degli esperimenti in discorso, (r) Il I articolo venne pubblicato nel n. IV del Socialismo.

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