Il Socialismo - Anno III - n. 6 - 10 maggio 1904

ANNO nr.______________ R_o_,_,A_,_,_0_~_1_Ac_c_1_0_,9:...0_4 _ _ _ ___ '<::7~--:;;~-N-. 6 IL SOCIALISMO ,;1, Rivista quindicinale diretta da ENRICO FERRI ,;1, ABBO;,\:\IE~TI: I Per la Direzione e Redazione rivolgersi all'ono- lTALIA: Anno L. 5 _ Semestre L. 2,50 SI PUBBLICA revole prof. Enrico Ferri, Roma, Via Montebe!lo; 2-E ESTE«O: Anno L. 6,25 - Semestre L. 3,25 I il 10 ed il 25 d'ogni mese 1-: :er l'Amminis~razione riv~lgcrsi: /J Socialumr Un numero centesimi 25. Rivista, Roma, Via S. Claudio, 57, ATTUALITÀ POLITICA I?RIM0 M1\GGI0 Primo 1\1aggio di sole, quest'a_nno, ovunque. Il proletariato festante, più alto che mai ha sciolto l'inno all'avvenire, sordo agli artati dissidi, noncurante dei necrofori che parevano apprestarsi ieri a seppellirne lo spirito animatore, superno a quanti in suo nome si agitano ancora a dividerne e sopirne le eterne energie. Primo Maggio di sole e di speranze imperiture che ha spaziato coll'ala poderosa sopra la miseria delle lotte meschine, dei rancori, dei risentimenti, degli odii che gli uomini dividono. La vita quotidiana coi dolori, le lotte, le agita– zioni sue meno frustra che non corrompa le energie. Un bagno al sole di Maggio fra l'entusiasmo e la fede di tante anime semplici che si sollevano per un giorno alla visione di un avvenire incerto nei suoi contorni e lontano, lontano da questo povero nostro mondo, ideale inaccessibile a noi ed ai figli nostri ancora, quanto ritempra, quanta fede, quanta bontà inspira in chi lo sente, in chi sa sentirlo! Bisogna saper piangere in quel giorno. Bisogna piangere. La lacrima che furtiva scende dal ciglio, che vi sorprende vostro malgrado allo spettacolo di tanti cuori esultanti alla speranza lontana, che vi sorprende alle note di un inno di battaglia, ma che è e sente il canto della pace e dell'amore umano, quella lacrima, come l'acqua lustrale, purifica e mi– gliora. Oh! se tanti socialisti sapessero versare quella lacrima; se almeno nella fede di quel proletariato che difendono ed indiano, volessero alcuna volta purificare la coscienza tessuta di dubbio, l'animo bieco di passione che questa società scettica e plebea ha plasmato in noi, forse l'affratellamento nel dis– senso che divide, la bontà, l'amore rinascerebbero a rinfrancare l'azione difficile e grave che oggi si svolge nella vita del partito, tale, quasi una forza nemica la dirigesse. Così pensavo, così, piuttosto, sentivo, la sera del Primo Maggio, ebro di sole e dell'entusiasmo e della fede bevuta a grandi sorsi in quella terra Umbra, fra quei contadini in mezzo ai quali il caso quest'anno m'aveva condotto. Così certo altri, molti forse, come me avranno sentito la sera di quel giorno; e forse avranno pro– vato poi, come io ho provato nell'ora tarda del vespro, sulla via del ritorno, un senso come di sconforto al pensiero che tanta purità di sentimento, tanta elevazione di linguaggio e di fede venga fru– strata, abbassata nel fango delle più meschine pas– sioni, da quegli uomini stessi che pili' hanno con– tribuito e contribuiscono a crearla. Triste contraddizione dell'animo umano, impasto di virtè, sublimi e di egoismo profondo! Ma io vedo quella massa, io la vedo crescere, crescere smisuratamante all'infinito, e nella bontà profonda della rigenerazione sua e nella potenza infinita del suo divenire vedo assorbiti noi, le nostre basse e meschine passioni, quanto rimane nell'uomo della bestia umana, e benedico come a un sogno quel giorno lontano. Quel giorno, ma quel giorno solamente, al sole del Primo Maggio, all'acqua lustrale non avranno più bisogno di ricorrere gli uomini per temprarsi e purificarsi. Per ora, purtroppo, quel giorno è lontano an– cora! Per cui ritorna, Primo Maggio, ritornate voi vergini e pure sorgenti dell'avvenire, ritornate a mondarci delle colpe e del fango che il passato ed il presente sociale insozza in noi. GIOVANNI LERDA. li partito riformista francese U Congresso del Pcz.rlisocialiste /ranrais che ha avuto luogo a Saint-Etienne, per le recriminazioni, i dissidi ma– nifestatisi, più assai che per l'importanza delle decisioni prese, è degno di considerazione e dovrebbe essere me– ditato da coloro che in Italia pensano di muovere il proletariato sopra una direttiva diversa da quella della lotta di classe, o credono nel grande valore terapeutico dei circoli autonomi, delle divisioni e suddivisioni del partito corrispondenti a temperamenti ed attività diverse. Non è ig1!orato infatti come quella scissione che al– cuni affermano per incompatibilità profonde di persone

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