Il Socialismo - Anno III - n. 3 - 25 marzo 1904

IL SOCIALISMO 47 Dal 1898 invece cominda un rialzo che continua fino 1902, anno in cui i salari raggiunsero una eleva– zione superiore a quella del 1892, la pit1 alta della de– cade precedente. Nel Massachussets, per esempio, gli operai di fab- · brica, che guadagnavano lire 1980 nell'anno 1886, sa– lirono a lire 2250 nel 1892 1 per ridiscendere a lire 2065 nel 1894, a lire 2100 i1el 1898 e risalire a ìire 2300 nel 1902. Nel \Visconsin la media dei salari fu cli lire 1815 nel 1883, di lire 2130 nel 1892, di lire '1880 ne 1894 e di lire 2110 nel 1901. A New-York i salari sono aumentati del 10 010 dal 1897 ed inoltre essendo diminuita la disoccupa– zione dal 30,3 al 13,9 010 si può affermare, dice la rela– zione, che gli operai hanno beneficato di un aumento del 36 010. Le. associazioni che concedono un'indennità ai loro membri disoccupati hanno speso: nel 1890. L. 113,802 nel 1892. . 87,305 ma dal 1 894 al 1896 la somma dei soccorsi si fa rile– vante ed oscilla annualmente sopra le 900 mila lire. Nel 18ç)7 diminuisce a 600 mila lire e nel 1902 ad onta del crescente numero di organizzati non è più che di 105· mila lire. Ora però pare cominci una nuova depressione. Varietà della Cronaca internazionale Un tipo di simfacq "rnahio,u >> in azione - La satira anticlericale a Roma prima del 1870 - La faMrica DW e compag11i - Alcoo– lismo, d.:lùt.qucuza e va/or militare - La Bastiglia carceraria - Usi e costumi russi - Quanto cesta lo czarismo - In cui .simo.stra· ,mne muoiono e come... viw,w i .figli dei f(rveri. Sentite il bel tipo di faccia tosta (per non dire allro) del sindaco siciliano, funghcggiato su nel concime delle clientele bor– ghesi, vero succedaneo alle bande armate. La descrizione che segue è riportata dal libro dell'Alongi, La Afajia: tt Quello che il sindaco possa fare in questo posto è difficile dire, più. facile immaginare: indennità di rappescntanza, comparteei– pazio11e11a..seq.sta Ùt bttti i l<wori cd i .servizi pubblici fkl bilancio, (1) manipolazioni di liste elettorali, esenzioni da tasse, certificati, graziose ed onerose concessioni, rese possibili d,ll!o immenso accentramento di uffici conferitigli dalla legge, ba~tano appena a dare una idea della strapotenza di questo terribile dittatore. "Ruoli di tasse ,!te .so1101111asequela di truffe e di e.stvrskmi, riappoid,ègravano SIIJ[li.avversari e alle1rgeriscMOgli a11uCi: nucl"ei di cavallette (pard()J1-, volevo dire impiegati) che fanno a tempo perso, cioè quando il comodaccio loro lo consente, una comparsa neg]i uffici cui sono addetti e, tra un fatto e l'allro di cronaca locale, disbigano qualche pratica, sentono qualche reclamo e poi s"ingolfano in un mucchio di carte arretrate, che si accumulano, e si aggrovigliano fra loro, o dormono sotto un fitto strato di polvere, in attesa sempre dì nuovi eccitamenti (2). Con un personale siffatto, irrespon– sabile e la cui impunità.è misurata dal numero dei voti che le ri– spetti\·e famiglie possono fornire al partito e dai legami di sangue con questo e quell"assessore, la polizia, l'igiene, il servizio sanitario pei poveri, le opere pubbliche, \'illuminazione, le scuole, la bcncfi.- (1) Sono io che sottolineo, e mi pare che ne valga la pena! (Nix). (2) Figuratevi - noto io - che in una città della Sicilia c'è un professore, protetto dalla cricca comunale, che intascava i quattrini figurando nei registri come... guardia daziaria! Questi sono, mi sembra, i veri devastatori del bene pubblico, e non i contadini che invadono le terre incolte per metterle a semina! o n ccnza, ccc., ecc., s"indovina a che si riducano: a nuove armi per angariare i pov~rl e gli avvcrs:iri. ,. Passiamo a cose più.allegre. Fatemi rimanere; ancora per cinque minuti, nelle pagine che scottano: Emilio del Cerro: Roma rke ride: Settant'a,mi di. .satira. {1801-1870). Da queste pagine che condensano tutta la satira, in gran parte inedita, che circolava a Rom.i per bocca di Pasquino, contro il paterno gO\•erno del fachiro-re, tolgo qualche gioiello, dedicandolo alla giovane democrazia cristian:l. 2\'c·ssuno è risparmiato. Nè il contorsionist:,. portatore di mitria, Vicario del Diavolo {Satira a pag. -29); nè il sozzo e ignorante Cappucdno: nè il padre Teresina, devoto e bordelliere; nè il mcrdosello Scolopio, palpeggiatorc di infantili coscienze (Satira a pag. 30). Quando morì il papa Della Gcnga, gran porcaccione: Parsa11doDella Gc11g,1,un forestiero Di.su: Q11esti. è il Santo Ptutrc, è vero'/ J/a il wpitau degli Svizzeri (1) clu utli. Ri.spqse: Sa11to,w, ma Padre .si. E ancora: Qui Della Gt111tagiace Per .sua e no.stra pace. E poichi:: era affelto di mal francese, raccaltato probabilmente in qualcuno di quegli innominabili luoghi che abali e fratacchioni sogliono frequentare, contro il parere delle relative Perpetue : L,:on qui giace, dettq Della Gmga, Superbo, avaro .. . (2) palese, Di cui .si dia, e llOll è rar dte av.xuga, Cll' itaW nacque e tlu 11wr-i fraJ1cese, E dopo la morte di un papa che aveva campato lungamente, con fine ironia: Dacci tm Papa mig/i<Jr, Spiritq Sa11tq. Che ci ami, tenui lddio, nè campi tlmtQ ! Un dcttailio, - niente che un dettaglio. Da un telegramma russo : « L'opinione pubblica è eccit;Hissima contro il Giappone. Lo d1ampag,u cola, a fiotti, e si grida: Viva la guerra!,. Lo champag,u'f Si vede bene che i contadini e gli operai che vanno sul scrio e per forza - a farsi scannare per una causa che ignorano, e che in ogni modo non è la loro- in Estn:mo Oriente,· non sono quelli che gridano Viva la guerrii ! pcrchè non sono certa– mente loro che bevono lo ,hampa.g11e. Quelli che bevono lo c//amp,i– gm: e che gridano: viva la .~mrra, sono quelli. .. che non ci \;anno. Sempre la solita storia. E un'altra volta le agenzie russe quando vorranno dare a bere ... all'opinione pubblica europea che il conta– dino russo è entusiasta per la guerra, non debbono dare a bere dello champagne ai dimostranti. Se avessero detto vino, o alcool, - oh! allora sl che la cosa sa– rebbe stata credibile. Vedete, amici miei, la guerra è cosa cosi ri– buttante, così oscena, cosl barbara e vile, . che non vi si spingono gli uomini che quando li si è ben bene ubbriacati. Tutti i grandi(!) generali - quando possono - alcoolizzano i loro soldati prima di spin– gerli al massacro. Il grande avventuriero e ladro ~apolcone III dette tanto da bere ai suol soldati manigoldi la nolt<: del colpo dì Stato, che le truppe vomitavano il vino sui marciapiedi. Dieci anni fa o circa, qu:1ndo le truppe italiane partivano da Roma per salpare verso l'Africa . sotto quel malaugurio di discorso SO\'rano a Napoli che ebbe per conseguenza la rotta di Abba Ca.rima, - non solo i soldati erano fradici di vino (l'ho visto coi miei propri occhi, alla stazione di Termini), ma l'alta ufficialaglia continua\'a a far circolare tra i soldati dei fiaschi di vino. Cos\ gli assassini, i ladri di strada maestra, i briganti della montagna, vuotano la fiaschetta di acquavite nello stomaco, prima di fare il colpo, - per dar del cuore al ventre, come dicono nel loro gergo. Le istituzioni militari copiano le istituzioni alcooliche dei de– linquenti volgari. r detentori di medaglie al valore militare sono dun– que ..• quelli che si sono saputi alcoolizzare di più.. Rossana. - scrittrice che si è fatta propagandista per l'umanità e la pace, - in un piccolo volume: Parole umplìci per l'anima dd (1) La moglie del capitano degli Svizzeri era l'amante del papa. (2) Sostituisco con puntini una parola non presentabile.

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