Il Socialismo - Anno III - n. 2 - 10 marzo 1904

30 JL SOCJALISMO RIVISTA DELU~ IIIVISTE SOCIAUSTE Riviste tedesche. Sotto il titolo: In vis/a dd C",~fre.ssotaiesco dà lawralcri a do– miciliO, il ùcpulato operaio S. Timm si occupa nel S.Ui'ali.Jtischc il/Qlfa/Jlufte di marzo del còmpito di qucst' importante Congresso, convoca.lo a Berlino nella prima quindicina di questo mese. Non \'i è forma di produzione capitalistica, dice il Timm, in cui la tutela legale degli opcrni faccia così complct:uncntc difctlo come nell'industria a domicilio. E questo non gi/'t pcrchè le magagne dcl i;istcma sicno rimaste ignote ai legislatori. Fino verso il 1880 ha avuto corso in Germania la leggenda elci benefico lavoro a do– micilio, che porta l'agiatezza nelle case dei poveri, senza togliere la famiglia dal focolare, senza esercitare gli effetti disgregatori che spiega la grande industria sul proletariato. Una serie di monografie hanno d'allora in poi distrutto questo quadro idillico. I lavori di Sax, di Schorilank e di altri hanno svelato quale spaventosa miseria .si nasconde sotto il nome d'industria a domicilio. 11governo stesso dovette occuparsene, ordinando un'inchiesta ufficiale sulle condizioni delle lavoratrici nell'industria della biancheria e degli abiti confezionali. Tale inchiesta, sottoposta al Parlamento nel febbraio 1887, può dirsi senza esagerazione uno dei documenti pi\l terribili della miseria delle classi lavoratrici. Un governo che avesse veramente ,·oluto alleviare la sorte dei 'lavoratori avrebbe dovuto iniziare subito un'energica azione contro l'inumano sfrutta• mento rilevato dall'inchiesta. Invece nulla si fece. La relazione rimane negli archivi e sarebbe stata dimenticata, se non si fosse a"vcrato un fatto nuovo, che le diede ad un tratto grande pubblicità. Al primo febbraio :1896 scoppiò in Germania lo sciopero gene– rale dei lavoratori a domicilio nell'industria della confezione d'abiti e di biancheria. Per qualche giorno il numero degli scioperanti si mantenne al disopra di centomila. Enorme fu l'impressione sull'opi– nione pubblica, che si mostrò recisamente favorevole agli scioperanti cd alla loro domanda d'istituzione di laboratori da parte dei pa– droni. Si fecero collette nella borghesia, si parlò perfino di boicot– tare le case che continuassero la fabbricazione a domicilio. I pa– droni feecro finta di cedere. S'impegnarono d'aumentare i cottimi e di istituire entro un dato termine i laboratori richiesti. Così lo sciopero finl con una apparente vittoria, che a molti sembrò tanto piu completa in quanto il governo, rispondendo ad un'interpellanza rivoltagli dai nazionali liberali, a\•e"a fatto un mondo di belle pro– messe. I padroni mancarono senz'altro alla, parola data e il governo s'accontentò di un'altra inchiesta. Questa assodò che dal 1887 in poi, mentre l'industria della confezione avc\'a conquistato sempre di pitt il mercato mondiale, la condizione degli operai era andata peggiorando. La loro giornata di lavoro era in media di 6 ore più lunga di quella degli operai delle fabbriche, i guadagni giornalieri raggiungevano appena la metà del salario medio del luogo. Il go– verno s'accontentò di questa constatazione. È \'ero che il Bundesrath decretò qualche norma per tulclarc il lavoro a domicilio, ma queste disposizioni erano applicabili solo ai laboratori dove si fabbricava atl' ingrosso, cd erano, per consegucnz:i., :i.ssolutiuuente inadatte a sanare le condizioni dei lavoratori a domicilio, che in 90 su 100 casi lavorano col solo concorso dei membri della propria famiglia. Così :17 anni dopo la prima inchiesta, 8 anni dopo il grande sciopero, la Germania, che i conserv:i.tori chiamano it fXte.ie 1kllti nforma sociale, non ha fatto assolutamente nulla per rimediare ad uno stato di cose per cui circa un mezzo milione di la,·oratori sottostà al piit infame cd incivile sfruttamento. L'ulti~no Congresso delle leghe ebbe ad occuparsi dei mezzi legali coi quali lo St:uo può mettere argine a questo sfruttamento. Vennero formulate le proposte seguenti: 1. estensione della legislazione cd assicurazione operaia a tutti i lavoratori a domicilio; 2. proibizione del lavoro dei r anciulli; 3. estensione della ispezione governativa a tutta l'industria a domicilio; 4. disposizioni se\•erc sulle condizioni igieniche dei locali adi– biti ad uso di laboratorio per l'operaio a domicilio; 5. obbligo agli industriali cd ai fattori e sotto-fattori che servono d'intermcdiari fra capitalisti cd operai, di tenere a dis1>0· siiionc dell'autorità l'elenco degli operai occupati a domicilio; 6. proibizione del lavoro domenicale e notturno nell'industria a domicilio; 7. proibizione del lavoro a domicilio nelle case in cui si sono dichiarate malattie contngiose; 8. probiviri per l'industria. a domicilio: 9. pene severe ai contra"ventori. 11Timm, analizzando queste domnndc, dice che esse rappresen– tano il minimo e che sono davvero troppo modeste. L' A. crede indispensabile di fissare per legge un minimo di sa.brio. Pcrchè la radice del terribile malessere dei la\'oratori a domicilio sta nel guadagno insufficiente. :'\aturalmentc il Timm non nutre l'illusione che il Congresso di Berlino possa portare un serio rimedio. 11suo còmpito principale dovrà essere di formulare chiaramente !e domande degli operai orga– nizzati. 11governo non terrà conto dei voti del Congresso, ma basta che le organizzazioni operaie ne scrhino memori:t e sostengano in tutti i modi le rivendicazioni dei lavoratori a domicilio, la cui mi– seria si ripercuote sugli operai della grande industria, e che per essere sparsi cd isolati nelle città e nelle campagne non possono creare ancora l'organizzazione che conquisti loro migl(ori condi– zioni di lavoro. • Sotto il titolo Un fenomeno nuovo nel campo dei contratti collettivi fra capitale e lavoro il compagno Schnetter traltn nella Neue Zàt del :13febbraio di una nuova clausola che si comincia ad introdurre nei concordati fra opc• rai e padroni. In principio, dice l'A., le leghe si mostrarono poco fa\1orevoli a concordare tariffe a lunga scadenza coi capitalisti, T:tlc diffidenia in seguito ccdCva il posto ad un entusiasmo soverchio; vi erano or– ganizzatori che salutavano tali concordati come un passo impor~ lante \·crso la redenzione operaia, come una forma piil evoluta nel rap1>0rto fra capitale e lavoro che costituiva la forma più brutale della lotta di classe. L'A non di\•ide questo modo di vedere. Egli ritiene che il con– cordare tariffe a lunga scadenza offra sempre il pericolo di un ri– lassamento nel movimento d'organizzazione, che nella lunga tregua si clisabitua della lotta. Se per un lasso di molti mesi e perfino anni non vi sono peggioramenti da temere, miglioramenti da spe– rare, le organizzazioni perdono la loro combattività e con essa la loro coesione. Ciò non ostante l'A. è di parere che in date condizioni il con– cordato di tariffe può essere vantaggioso per gli operai, ma si pro– pone di sconsigliare una clausola insidiosa. che i pa lroni introdu– cono nei contratti collettivi, clausola che apparentemente è t..itla a favore dell'org:mizza:i:ione operaia. Nel settembre dell'anno scorso i rappresentanti dell'associazione padronale dell'industria litografica e chimicografica in Germania con• eluse coi delegati della federazione tedesca fra operai litografi ._.daf– fini un concordato di tariffe. In esso si trova - dis1>0sidc:.c affatto nuo\·a in Germania - la clausola che i membri della fcderaz10,1c ope• raia si obbligano di accettare lavoro solo negli stabilimenti di pa– droni facenti parte dcll'associaziom: padronale; a loro volta gli in– dustriali s'impegnano di occupare solo quegli operai che sono or– ganizzati nella fcder.u:ione <( litografi cd affini. • La disposizione pare equa cd utilissima, ma gi/\ il fatto che una associazione padronale faccia una condizione di favore ad ,una lega di resistenza de\'e destare un po' di sos1>Ctto. Tale tattica strana da parte dei padroni si può solo spiegare in due modi: o essa viene imposta dall'organizzazione operaia o, se scelta volontariamente da– gli industriali, <1uesti la ritengono utile ai propri scopi. Ora, alla fedcra'zionc in questione manca la forza 1>er imporre tale clausola, e si deve, per .conseguenza, indagare, quali scopi gli industriali si pro1>0ngono di raggiungere con essa. Gli industriali stessi asseriscono che la clausola scr\'e a facilitare la generale attuazione della tariffa, togliendo la mano d'opera a quelle ditte che -pagano salari minori per produrre a prezzo minore

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