Il Socialismo - Anno III - n. 2 - 10 marzo 1904

ir. SOCIALISMO Due cose però distaccano assai il D'Annunzio dai decadenti, cui egli à attinto in abbondanza, e dai clas– sicisti. 1l D'Annunzio, che per gli ideali estetici è tanto vi– dno a quel F. Nietzsche, il quale incarna il tipo pili sin– golare della razza anglosassone, tiene, invece, a cele– brare, quasi per reazione etnica contro il mondo germa– nico, le glorie della razza greco-latina., e non per una vana esercitazione letteraria, ma con la salda credenza che nella celebrazione di queste glorie si possa trdvare lo stimolo della nostra rigenerazione civile. lo feci app.1rirc lm l'un:\ e l'altra sillab:, i mille volti del P :i.ss :tto tremendi eome scmbiaru;c di morti che mùmim::-t subii:\ inondi. lo dal vostro cozzo faville sprigionai, balenii d'amore che illuminarono l'ombra del Futuro pregna di mondi. Anche gli umanisti <lei secolo xv « assorti nella con– templazione delle storie romane, giudicarono v1eschina cd angusta la vita civile contemporanea, umici.nlluli in paragone dei Fabi, dei Catoni, dei Marcelli, gli attori di essa, quasi risibili i fatti >. Ma queste non erano che astratte considerazioni etiche cd estetiche, non vi.riH propositi di uomini coscientemente decisi ad operare. Ora, anche in questi propositi il D'Annunzio palesa essere stato preso dalla tabe della decadenza. Certamente, « in molti particolari potremmo dire che lo stato greco di Atene (come, aggiungo io, quello ro– mano) anche oggi è un ideale per noi che crediamo tanto superiori agli antichi gli Stati più progrediti mo– derni >. :Ma questo ideale che ri1111uviil passalo di 11n popolo, come quello clu segnava il meglio e potrebbe sem– pre segnarlo. nell'avvenire, « questo falso ideale di ri– surrezione di oiò che è morto nasce quando è avvenuta la stasi, che produce immobilità nel pensiero e nel sen– timento .... >. L'altro carattere che distingue G. D'Annunzio è l'e– norme sviluppo che nella sua psiche ha preso il senti– mento della natura, e che egli meravigliosamente esprime in versi di mirabile fattezza che pare contengano la voce viva rlellc cose. Dirò anzi che pii1 che il sentimento della natura c'e nelle Laudi di G. D'Annunzio quella consapevolezza che le cose che ci circondano son fatte della stessa materia onde siamo fatti noi, sono animate eia quella stessa vita che fa palpitare i nostri cuori, consapevolezza che, ben diretta, potrebbe dare all'arte quell'uftìcio di protezione della vita umana, cui si dedicheranno gli artisti dell'av– venire ( J ). • Costnio Run1No. (r) Di pari passo con questa t'Ol&ien::a dd/n 1m/11m che si va svi– luppando negli artisti moderni, si fa Slr:td:t nella scil'n.t:t quella li"Orb del ftmpsid,i.smo che fu cosi gcniahncntc sostenuta dal N0gdi (On the limits of natural knowledgc. In Nature. 25 oct. 1877). LIBRI ED OPUSCOLI FISIOLOGIA DELLA RIVOLUZIONE I. • Mezzo pamphlet e mezzo libro• - cosi Arturo L."lbriol:t d<'fi– nisce il suo volume (1) che da qualche giorno ha \'isto la luce. L,"l neccssit:\ di pubblicarlo prima del Congresso N:u:ion:tlc di Bologna. ha spinto velocemente l:t mano dcli' autore, e questo difetto di frN– tolos:1 compil:tzione si rivela nella forma stilistica SO\'crchi:tmcnte ll':l• scur:tt:t, e nella dispositionc tm po' disordinala e tumultuaria della m:tlcri:t. Qua e I:\ alcune digressioni soverchiamente teoretiche tur– bano la economia del volume; :,ltrovc invece sono enunciate affer– mazioni tc~ribilmente :tudnci che avrebbero bisogno di una maggior,~ dimostrazione o dclucid:11.ionc. Questi i difetti del \'Ofumc, dei quali :tbbi:tm voluto dire, prima di tesserne 1· elogio. Orbene: leggendo questo libro è parso a noi di respirare una pur:t bocc:11:1d·ossigcno socialistico, di sentirci riportati nllc fr<'schc– vive polle del marxismo, di veder dilcgn:tre quc11:t nebbia di equivoci che, trns1>0rt:1tidalla filologia nella economia, e d:ttl:t economia n<'ll:t politica, ci avevano fotto perdere il filo direttivo della stori:t. I .a differenza fr:t .. riforma • e • rivoluzione • è lucid,mcnte, nitidamente delìne:tt:1 in :tleunc pagine l:tpid:tric di questo rosso vo– lume. Arturo L:tbriol:t è snpr:t tutto ingegno filosofico di una po– tenza logica acuta fino al ,l>."lr:tdosso, rngionatorc formidabile clw incide le sue affcrm:tzioni in teoremi i quali hanno fa rigidc1.z:1 sc– \'Cr:t del bronzo. Noi cercheremo quindi di esporre, quanto piì.i è pos– sibile, colle sue stesse j>.'\rolc, i c:tl':l.ttcri dctcnninanti e differenziati di ciò che è .. rifonna • e di ciò che è • rivoluzione •, S."llvoa fart' tutte quelle osservazioni e quelle critiche che l:t lettura del libro ci ha, disordinatamente ma spontaneamente. suggerite. Secondo la teoria rivoluzionaria della storia, il progresso umano è la risultante di una \':l<;l:te continua azione di forze mcccaniclw e di fone coscienti in intimi r:ipr>orti frn loro. l':: pacifico nel campo della dottrina socialistica, come in ogni periodo della storia (cccczion<' fatta per alcuni periodi riferentisi agli albori della ci,•ih:\ uman:t) ,;i manifesti cd agisca in fomtc e modi molteplici una indcprcc:tbilc lotta fl' :l.le varie classi sociali, che possono schematicamente ridursi a dn<': quell:t che detiene l:t m:iggior parte della ricchezza e quella che ne è priva, la classe ricca insomma (per usare parole del lingu:tg~io comune) e la classe povera, 1:t sfruttatrice e la sfruttata. Ogni società umana è un sistema di forze, alcune delle quali tendenti a difendere l'istituto fondamentale della socict:\ stessa, altré invece tendenti a modificarlo o distruggerlo. L' • ordine >lsociale risulta d:tll' equilibrio di queste due forze. Ma avviene di tratto in lmtto, ad epoche diverse della storia, che una classe - per le mutate condizioni di fatto - riesca a c:1cci:1rc l'altra dal J>Ot~rc, ad instaumrvisi essa al posto della prima, e ad ini1.i:tr<' tm nuovo ordine di cose legale e sociale. Questo fenomeno si chiama " rivoluzione •. Vedremo piì.t in– n:mzi con maggior precisione i Ctll':l.lteri fondamentali che contl':ld· distinguono questo avvenimento sociale. lnl:11110notiamo come in ogni c1>0e:1storica esista un gradimento infallibill' della succcssi\'.'l prcnlcnz:1 di ·ogni classe sociale, cioè lo sviluppo del congruo isti– tuto che raffigura e mppresl'nl:1 i suoi interessi collettivi. l~"l fnnzion<' crea l'organo; l'organo intensifica la funzione. Coc;Iil cristianesimo in tanto prevale e si SO\'r:tPt>OnC al vecchio ordinamento pogano, in qu:11110si rafforza e si S\•ilnppa quella associazione cristiana che noi chiamiamo la Chiesa, 1:t quale riesce infine a domare e a dominan- 1' Impero romano, Parimenti la storia della borghesia è embrionalmente contenuta in due istituti sociali da essa foggiati: il Comune medioevale c- il Parl:tmcnto moderno. ~cl Comune il J>Opoloproduttore e mc-rc:tnll' si organizza distintamente dni ceti nobiliari e dal cl<-ro,per l:t difesa dei suoi interessi di classe; nel P."lrl:tmcnto l:t borghesia trova I' or– gano tipico per la mpprcscnl:rnz:t dei suoi intercsc;i. Questa legge storica si impone anche :ti proletariato moderno. I.o strumento dfl esso foggiato per la tntcb dl'i suoi intcre-.'ii è appunto la organiz– z:11.ionc di mestiere: il sindacato operaio. (I) ARTURO LAUIUOI.A, Rifor11u e riV<Jbu:ionesodale (Milano, Societ:\ editoriale mil:'mcse).

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