Il Socialismo - Anno III - n. 1 - 25 febbraio 1904

6 IL SOCIALISMO di giudicare, e non già i militari unilaterali, incom– petenti, esclusivi, spericoloni; e chi ne ha il diritto giudichi se noi possiamo proseguire a gettare nel baratro militare di terra e di mare somme sopra somme per la menzogna che si spende poco, mentre è vero tutto il contrario. Si spende molto piè, di quello che si vede. Ossia l'esercito costa molto più di quel che si vede. Ne proseguirò la dimostrazione un'altra volta. SvLVA V1v1ANI. VITA PllOUTARIA INTERNAZIONAU Lastoriadeliocialismo nealiStatiUniti di MorrisHiliquiit. 111 Fu veramente un buon servizio reso al partito no– stro quello di Morris Hillquilt (uno fra· i più distinti m.ilitanti nel campo nostro a New-York) di pubblicare la storia del socialismo negli Stati Uniti. Lo sviluppo, ogni giorno maggiore, che va assumendo il movimento socialista nella immensa repubblica Nord– Americana, rendeva infatti necessaria un'opera che ne rispecchiasse nella complessità ed originalità le varie manifestazioni, e tanto più in quanto veramente povera si può affermare fosse la letteratura in argomento. In Europa si pubblicarono bensl alcuni lavori, ma incompleti ed oramai invecchiati. sulle colonie. comu– niste americane di Cabet e dei furieristi. Anche il libro sul movimento moderno The working dass 111ovement di Elionoro Marx ed Eclward Aveling, edito nel 1887 e 1891, conteneva notizie interessanti, ma vecchie già, sul1e forze del partito, in un'epoca in cui esso moveva i primi passi. 11 Sartorius von \Valterchausen nel suo Der111uder11esuzia!is11111s ( 891) ed il Cognetti De Martiis nel suo Socialismo negli Stati Uniti ci forniscono essi pure dati interessami sul periodo che corre fra il 1850 ed il 1890, ma non possono chiamarsi dei veri storio– grafi sistematici del movimento socialista americano. Nè più ricca si può dir fosse la letteratura negli Stati Uniti. La Storia de/sodalis111oamerica110 di H. Noyes, pubblicata nel 1870; le Società comuniste di Norohoff; le Comunità americane di Hindé, non accennano e sem bravano ignorare il movimento moderno; trattano sem– plicemente delle esperienze sociali dei vecchi utopisti. Il libro del prof. Ely cieli'Università di Wisconsin Tltt labor 111011e111e11t in America,, pubblicato nel 1886, conteneva, è vero, qualche accenno ali' influenz..1.delle idee socialiste, ma incidentalmente quasi, ed in modo accessorio all'opera. Tutti poi tali lavori sono anteriori allo sviluppo veramente interessante.del movimento che non data che da cinque o sei anni. ' (1) /JisloY)' <if Socinlismus in llu U11il«ISin/es, 6y Aforris /Jillquilt. - New-York, Funk ..and \Vagnalls. . .. ~1orris Hillquilt, l'autore cieli'opera odierna, nato nel 1870 a Riga, nella Lituania, è un rifugiato russo, da 20 anni stabilito in America, e dal 1887 membro ciel partito socialista americano. Sebbene egli sia stato parte in molti dei fatti che racconta, ha saputo però conser– vare la calma e l'imparzialità dello storico, specialmente nella esposizione delicata assai delle lotte intestine dal 1898 al 1900. L'opera si divide in due parti principali. La prima è consacrata alle teorie ed alle esperienze utopiche, la seconda al movimento socialista moderno. Le colonie comuniste. Gli Stati Uniti furono il campo favorito d'esperienza dei grandi utopisti della prima metà del secolo ·x,x o dei loro discepoli. Le ragioni sono facili a comprendersi: negli Stati _Uniti solamente gli esperimentatori sociali potevano trovare ad un tempo e vaste estensioni di terreno a buon mercato, lontane dalle influenze corruttrici delle vecchie società, e quella libertà politica e religiosa che non esisteva in Europa. La più antiche colonie comu– niste degli Stati Uniti, quelle che, del resto, più si al– lontanano, per lo spirito e le tendenze, dal socialismo moderno, comunità di sette religiose - Shatters, Har– moniste, Separatiste, Perfezioniste - furono, eccettuata la sola Colonia di Oneida, dei Perfezionisti, fondate fra il 1774. ed il 1847 da immigrati tedeschi perseguitati nei loro paesi. Qualcuna ne esiste ancora, ma esse avevano ed hanno, come caratteristica comune e scopo principale, la religione, mentre l'organizzazione comunista non è che una mo– dalità, un accessorio della loro esistenza. Di tutte, la sola Colonia di Oneida, sopra accennata, ha subìto l'innuenza delle pubblicazioni furieriste. Del re– sto, le sue tendenze comunistiche erano già molto svilup• pate, se si nota che nei rapporti di sesso la monogomia non era nota ed era ammessa tanto la poligamia quanto la poliandria. . .. MoltQ pili interessante dal nostro punto di vista è la storia delle colonie comuniste che furono o ispirate o dirette personalmente dai tre grandi utopisti: Owen, Fourier e Cabet. Owen fondò nel r825 la col6nia Nuova Armonia nell'Indiana, ma, malgrado i suoi inizi splendidi, ces– sava cli esistere dopo 18 mesi cli vita agitata, e dopo aver cambiato ben sette volte la sua costituzione. Le altre colonie fondate dagli owenisti non ebbero migliore nè molto più lungo destino. Piì:1importante fu il movimento furierista, che negli Stati Uniti ebbe in Alberto Brisbane un ardente propu– gnatore, al quale si unì Orazio Greeley, persona elo– quente, ed influente come direttore di un giornale molto diffuso, La Tribuna di New-York, e che doveva pur essere candidato alla presidenza della repubblica, Greeley consacrò le colonne del suo giornale alla propaganda

RkJQdWJsaXNoZXIy