Il Socialismo - Anno II - n. 24 - 10 febbraio 1904

380 IL SOCIALISMO SCIENZA ED ARTE LO SCOPODELL'ARTE Archita V:i.lente, :1lcuni mesi or sono :1lle ~fa.rmorclle, mi rim– provera.va benevolmente cli consider:1rc con p:lTzi:l.\ità il problema dell'organizzazione opemi:t, pcrchè tcnt:wo di spicg:1rc ai giovrmi socialisti che il massimo fattore rivoluzionario della lotta di classe è l'antimilitarismo e che l'orgrmizz:izione operaia non cesserà d'es– sere in ltali:i. un mezzo inadatto al 'miglioramento delle condizioni di vit:i delle classi l:1voratrici 1 finchè non divcnter:\ antimilit:uist:i. e rivoluzionarla, come già s.mo divcnt:\lc d:1 tempo le Bourses d1e Travail fr.mccsi, le quali non si appagano di raggr:mcll:tre dei greggi oper:li coll:t visione delle imminenti migliorie nelle condi– zioni di lavoro, ma cerc. 'l.no invece di orient:ue lutto il movimento operaio verso la finalità lontana della radicale lrasfonnazione della societ:l. Siccome illustravo alcune idee espresse sul Militarismo da Leone Tolstoi, mi ebbi quella. sera del pnradossa.le e del Tolsloia110._ Ora - neppure a farlo apposta - unilaterale e Tolstoia110 è stato questa volta il Valente nel suo articolo: .- Influenza dell'Arte nell'attuale movimento sociale •, comparso in Socialismo (n. 25 dicembre 1903). Prescindendo dalle considerazioni d'indole genernle, che infor– mano l'articolo, soffermiamoci un istante :l!le idee espresse dal\'au– t9re a pag. 33 I, poichè esse corrispondono al modo di pensare di molti, che credono potersi giudica.re nel campo psicologico i feno– meni emottivi alla stregua dei fenomeni intellettivi e nelb pratica dell:,. vita quotidiana pongano troppo spesso b prevenzione e il pregiudizio politico, giudicando parzialmente e severamente alcune manifest!'l.zioni dell':ute e della scienza. L'at1tore tende a stabilire la presenza di due classi di artisti e di due categorie di arte, rispondenti alle due classi sociali in lotta fra loro nel!(odierno conflitto economico, che dovd trovare la sua soluzione nello sfacelo della società borghese e nell'avvento del So– cialismo. Non esistono per lui che farlista borgluse, il tluadmte, ii su– peruomo, e fartista du abbraccia la causa degli umili, dei vinti, f artista socialista. Per lui sono figli della prima classe di artisti il risveglio del misticismo, la teoria del superuomo, il decadentismo, fonne d':1.rte pervertite, degenemtè in quanto sono fuori della necessità storica e solo servono al godimento malsano d'una classe. E si duole, perchè gli artisti borghesi non studiano il prol)Jema sociale, ma se ne disinteressano: - preferirebbe che se ne occu– passero dandovi mng:i.ri soluzioni errate. - Per usi - soggiunge - per gli artisti borglusi, l' arie regredisce, ritorna gioco, mezzo di svago. 11/a accanlo a questa su– per/dazione artistica di 1111a classe morente di marasma intd/etlua/e si devano i unto, i mille titani dai cuon ardente diJedt, che bran– discono una penna, un pe,mdlo, 11110 sca!pdlo e con essi da11110 (as– salto al vecchio edificio borgluse. All'infuori di questi tit:i.ni non esiste nella nostra società un ::tltro sacerdote veramente <legno del culto delle vergini muse. Evidentemente in quest:i concezione d'un'arte, che ha per mis– sione l'educazione e 13 propagazione d'un' idea, e in ques;ta neg:L– zione di citt:i8inanza all':i.rte, che non sia socialista, il Valente non fa che esagerare ed elevare a pamdosso la tendenza, che esiste ai giorni nostri di considerare l'arte come un mezzo, non come un fine a sè stessa, tendenza che ha trovato il suo massin10 interprete e il più caldo patrocinatore in Leone Tolstoi. Il filosofo russo infatti nel suo C!te cos'è /'arie _J asserisce che l'arte trO\'a la sua ragion d'essere unicamente come mezzo di co- 1mmica::io11t fra gli uo111i11i (c:ip. IV) e che è falsa l'arte, che non h3. uno scopo educativo, l'arte degli e/dli, com' egli ironicamente la chiama. Dopo aver suggt:rito pochi modelli, pochi tipi di 3.rte vera (Alisérables e Pauvru gms di Victor J lugo, i Nomanzi e le Novelle di Carlo Dickens, le opere di Dostojewsky, Gcorge Eliot, Cogol, Puschkin, i\faupassant, cd altri pochi), Leone Tolstoi conchiude as– serendo che il a1J11pitoddf arte vera è oggir/1 quello di eJTetluare i'1111io11e fraterna fra. gli 11omi11i. Ora è chiaro che questo modo di concepire l'arte dal punto di vista dell 'educ:ir.ione sociale, di cui essa è cap3.ce e dcli' utile morale, che da essa si può trarre, oltre al non essere conforme ai dati psicologici, che si richiedono al prodursi d'una qualunque manifestazione artistica, costituirebbe altresì un cattivo precedente per la critica, la quale non dovrebbe pili onestamente e normal– mente interess:irsi delle emozioni, dei sentimenti che una data opera è riuscita a suscitare, ma bensì dell:i tesi e_ delle finalit?i. morali, :il cui trionfo dedicò l'artista i profumi e le bellezze dcli'' arte sua. L'errore st:i :i.dunque ne! considerare \'a11e come un mezzo per raggiungere un fine, mentre l'arte è un fine essa stessa, e nel credere che l'arte debha insegnare qualche cosa, mentre è suffi– ciente eh' essa crei il piacere, e nou si possono accusare, come fa il Valente, d'aver fallo indietreggiare l'arte coloro che I' hanno ricondotta verso la sua funr.ione naturale di produttrice di gioco e dì svago. In altre ·parole, è err.i.to il crerlere che l'Arte debb:l comuni– care certe idee, mentre è sufficiente che essa risvegli certi senti– menti. Ùra che è morto, è venuto di mod:i cit:1re lo Spenccr. Ebbene, I lerbcrt Spcncer, ne\ suo ultimo libro Fatti t C(Jm– menti, dopo aver alluso alla non terminata controversia concer– nente l'arte drammatica, che si è sempre aggirnt:i sulla questione, se le rappresent:tzioni sceniche della vita siano o non siano istruttive, come se la produzione del pi:1ccre non fosse di alcun conto, osserva appunto che nella poesia possiamo vedere qncsto uso d'attribuire maggior importanza al pensiero invece che :i.I sentimento (Fatti e Commenti, pag. 31 t!el\°Ed. Italiana dei Fr.i.telli Bocca). E dopo una critic:t al detto di ì\fatthew .Arnold che: .- è in virtù d' una larga, libera e vigorosa rappresentazione delle cose che la poesia, questa critica elevala tldla vita, acquist:1 una so– stanza vera », Spcnccr soggiunge: .- Lo stesso è accaduto nella r:tppresentazione pittorica. Gli artisti cercano di magnificare il loro ufficio basandosi sul fallo che l'arte è utile alla coltura intellettuale ... Ed ora la stessa· cosa. v:i. accadendo rispetto alla musica. La teoria apertamente professata da \Vagner, era che lo scopo della musica è quello d'insegnare. Egli aveva certe concezioni della vita, . e considerav:l le sue opere come veicoli per manifestare quelle concer.ioni e come agenti per propagarle. Da un'ahr::i. parte vediamo un' idea au:i.loga. I critici musicali spesso dànno lode a certe composizioni in quanto sono scimtijic!te - in quanto sono pregevoli non rispetto alle emozioni eh' esse risvegliano, ma perchè si volgono all'intelli– genza colL'l del musicista. Come risulta da ciò che sopra si è dello, io ritengo che que– ste siano opinioni false, _le quali hanno la loro radice nell'enorme errore prevalente rigu::i.rdoalla costituzione della mente. Jn quella parte de\1::i.vit::i.,che è occup:,ta colla musica, come in altre parti della vita, l'intelletto è il ministro e le emoz!011i ciò, ::i.cui esso deve servir come tale. ,. E in fine del capitolo Spencer, conchiudc : 1J"/a. lo SéOpo principale della musica (e dcli' Arte in generale) 11011 è 11è f istruzione, nè la coltura, 111a ii piacert; e questo è 11110 scopo nffìrlto sujJicimte.

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