Il Socialismo - Anno II - n. 24 - 10 febbraio 1904

rI... SOCIALISMO 377 maggiore, la quale vuole un anticipo di capitale varia– bile di entità pili considerevole. Ma sia in un caso che nell'altro, la teoria del va– lore di Marx appare sempre forte abbastanza da con– tenere nel suo seno tutte le correzioni che lo sviluppo scientifico può ritenere necessarie per metterla al cor– rente delle nuove conquiste della scienza economica. È questa un'altra eloquente prova della sua bontà e del suo valore. CONCLUSIONE. E così siamo giunti alla fine di questo studio, che non è un'analisi completa dell'opera marxista, perchè allora dovremmo studiare più dettagliatamente il processo di circolazione e rotazione del capitale nella formazione del saggio del profitto e del valore, e la distribuzione del plusvalore (profitto) tra il capitale industriale e il capitale commerciale; nonchè la grandiosa teoria mar– .--cisladella ·rendila completa e risolve le questioni eco– nomiche analizzate da Ricardo e da Rodbertus. Ma abbiamo voluto restringere l'analisi a quelle parti che più offrirono il fianco a strali e discussioni polemiche, onde sventare gli equivoci sorti nello stesso campo so– cialista nella interpretazione della teoria ,marxiana, e rintuzzare osservazioni che non hanno base di verità nè teorica nè storica. li Capitale di Marx si rivela, in conclusione, per un vero monumento scientifico che ha coronato degnamente l'economia ricardiana, allargandone le basi, scioglien– done le contraddizioni, sviluppandone i problemi ri– masti per tanto tempo, o insoluti o insufficientemente studiati nell'economia politica prec'edente. Per il Socialismo, poi, l'opera di Carlo Marx ebbe cd ha sempre una importanza eccezionale, enorme. Essa non solo ci fornisce delle armi intellettuali potenti, il mezzo per penetrare fino al fondo degli antagonismi sociali, e di scoprirne le cause fondamentali nell' in– treccio dei fenomeni economici; ma, dal punto di vista storico, ci ha fornito e ci fornisce tuttora il modo d'in– tendere lo sviluppo progressivo della società borghese, di ravvisare nel perfezionamento e nella espansione in– dustriale e commerciale la base materiale sulla quale la classe lavoratrice deve far convergere i suoi quotidiani e intelligenti sforzi per la preparazione cosciente del– l'avvenire fulgido che la democrazia socialista vagheggia. Nell'opera marxista giace la pietra di paragone del So– cialismo di fronte alle utopie socialistoidi, provengano esse dai liberisti moderni, dai radicali alla De Marinis o dai repubblicani idealisti che, negando la lotta di classe, e quindi il fondamento economico dei' conflitti sociali, sognano una società dalle armonie prestabilite, scambiando il futuro per il presente, le necessità inelut– tabili dell'ora che corre, coi risultati che lo sviluppo storico e le forze del proletariato cosciente sapranno conquistare. Castelbzzo l3onmda. Luigi Negro. VITA PROLETARIA INTERNAZIONAL I socialisti ali' opera Berlino. All'afa politjca, con cui si è iniziato l'anno nuovo è seguito presto un po' di vento fresco. Nell'anno scors~ dopo le ferie parlamentari vi erano ancora nel I' aria le lotte per le tariffe doganali e minacciose sorgevano le prime nuvole della tempesta elettorale; nel parlamento · ferveva la passione politica, erano giornate grandi in un anno battagliero. Quest'anno invece tutto tace, non vi è eccitazione, non rumore di battaglia - l'anno si dice votato alla legislazione sociale. È ad essa che erano improntati i primi giorni di discus~ioni parlamentari dopo Natale. Se anche non sono state di grande im– portanza storica, l'impressione che hanno lasciato è simpatica e la vivacità ed originalità del dibattito fu suggestiva, e, èome preludio delle discussioni del bi– lancio, anche piena di promesse. Confutando coi fatti la strabiliante asserzione del cancelliere, che i socialisti non fahno lavoro positivo, il gruppo parlamentare socialista ha presentato un' in– terpellanza sull'anchilostomosi, svolta aflìcacemente dal– l'antico minatore compagno Sachse. Da sette anni infierisce fra i minatori della Germania occidentale, e si verifica sporadicamente anche in Sas– sonia e Silesia, un'epidemia propagata da para'ssiti in– testinali. Introdotta da operai stranieri l'epidemia, grazie alle deplorevoli condizioni igieniche delle miniere, si è diffusa con rapidità spaventosa, danneggiando gravis– simamente la salute e il benessere di centinaia di mi– gliaia di lavoratori. Già anni fa l'organo della Federa– zione dei minatori aveva esposto in una serie di articoli i pericoli che l'epidemia minacciava alla classe lavo– ratrice, reclamando pronti ed energici provvedimenti. Inutilmente. Gli operai colpiti vennero sottoposti ad una visita medica, dovettero subire cure lunghe ed esau– rienti, perdendo inoltre il loro pane i le casse per ma– lattia, che dovevano sopportare le spese per migliaia• di ammalati, videro consumati i propri fondi, solo i padroni non sentirono danno alcuno. Essi focero ve– nire di fuori altra mano d'opera, senza avvertire gli operai dcli' enorme pericolo che correvano. Quando poi questi operai stranieri si ammalavano, ecco che ancora la cassa dei minatori doveva prov·vedere, senza che avesse ricevuto contribuzioni dai nuovi venuti. Natu– ralmente tali condizioni irritarono enormemente la po– polazione lavoratrice, e solo a grande stento si riuscì ad impedire uno sciopero. Le autorità non si move– vano. Si lasciavano perire migliaia e migliaia di lavo– ratori piuttosto che diminuire di un centesimo le rendite dei capitalisti, richiedendo da essi i provvedimenti ne– cessari. Ora in Parlamento i leader dei minatori, Sachse e Hué hanno mosso un fiero attacco al Governo, flagel– lando la sua inerzia e reclamando in nome dei mina tori la partecipazione degli operai ali' ispezione delle miniere; il miglioramento delle condizioni igieniche,

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