Il Socialismo - Anno II - n. 23 - 25 gennaio 1904

IL SOCIALISMO sono uomini che hanno, generalmente, sentito l'influsso delle idee moderne, che sono disposti all'accordo ami– chev9le con gli operai francesi nelle eventualì lotte contro i padroni. Ne avemmo esempio caratteristico ed eloquente an– che negli ultimi scioperi di Marsiglia, di Montpellieri di Lilla e di altrove, nei quali gli operai italiani mo– strarono di sentire profondamente il loro dovere cli produttori liberi e coscienti affratellati nel lavoro e nelle rivendicazioni coi compagni francesi. La Conrn~issione del lavoro della Camera francese ha notato che la sola parte buona del progetto Coutant è quella che obbligherebbe i padroni francesi a pa– gare, con identica misura, i salari, sia dei proprii conna– zionali sia degli operai stranieri; ma osserva che ciò non sarà possibile finchè non venga, in precedenza, votata la legge che fissì il minimo dì salario. Qualche compagno socialista consiglierebbe poi di fare una legge con questo solo articolo: che i proprie– tari non potessero dar lavoro se non agli operai appar• tenenti ai Sindacati! Non nascondiamo che anche questo provvedimento avrebbe il suo lato debole; ma certo sarebbe il solo che potesse significare una vera tutela del diritto ope– raio, che potesse prestarsi facilmente al controllo e che non potesse dare motivo ad esclusioni ingiuste. In ogni modo si prevede che la Camera francese, consenziente il' Governo, respingerà a grande maggio– ranza ogni progetto protettivo del lavoro. E così l'interrogazione di Turati - e tanto me• glio ! - non avrà ragione di essere svolta. Ma, tornando allè nostre preoccupazioni socialisti– che, ci pare utile di invitare un po' socialisti italiani e francesi, trascinati facilmente dal temperamento a stra– fare come degli artisti drammatici, alla osservanza rigo– rosa della essenza (non badiamo alle sfumature) del nostr9,-programma. I compagni tedeschi, hanno visto i loro paesi pure invasi da emigranti italiani, polacchi, czechi, ecc. Ep– pure nessuno dei loro capi e nessuno dei loro gior– nali - fossero di propaganda politica o di istruzione professionale - pensarono mai di bandire, come che sia, la guerra al lavoro straniero concorrente. Pensarono, invece, ad educare i concon-eJJti e, in– sieme, a richiamare i compagni delle va,•ie 11a::io11alità perchè regolassero e catechizzassero l'emigrazione nel grande interesse comune. E questo è in verità soltanto - per la questione che ci occupa - del vero e buono Socialismo. Carlo Monticelli. Non vi è socialista colto che possa esimersi dal leggere e possedere le opere di Marx. Luigi Mon– gini che le sta pubblicando a fascicoli (si è giunti al 900) sotto la direzione dell'on. Ciccotti, è disposto di accordare ai compagni ed alle Sezioni che voles– sero acquistarle, speciali facilità di pagamento. VITA PROLETARIA INTERNAZIONA La questione delle Leghe di resistenza nel Belgio. Mentre gli altri gruppi economici del partito ope– raio - cooperazione e mutualità - crescono e si molti– plicano all'infinito e mentre l'organizzazione operaia in genere si sviluppa in seno alla società borghese, i Sin• dacati operai vegetano oppure languono. Se si consi– dera l'insieme di tali organizzazioni si può anzì dire che le loro forze sono in completa decadenza. L'industria del carbone occupa poco più di 116,000 operai distribuiti fra i bacini di Liegi, cli Charleroi, del Centro e del Berinage. Le statistiche della Federazione dei minatori pretendono che il 41 °lo di tali operai sieno organizzati, ma in realtà le Leghe dei minatori non esistono che di nome. Le quote, del resto, che ven– gono pagate sono derisòrie, ed in caso di sciopero, dopo pochi giorni, i fondi della resistenza sarebbero esauriti. Il bacino di Liegi che dà lavoro a 26,000 mina• tori non ne conta che 300 organizzati! A Verviers e din• torni, con una popolazione operaia di circa 30 1 000 fila– tori e tessitori appena appena si riesce a trovare qualche piccolo gruppo di organizzati. Ecco del resto alcune cifre veramente sconfortanti. L'industria dei trasporti nory ha che il 4.6 °lo di operai organizzati; le industrie tessili il 3.9 °fo; le metallur– giche il 6.9 °/~; quella del vestiario il 3.9 °; 0 ; quella délla pietra il 12.8; del legno il 4.2 %; l'industria del tabacco il 13 .5 °lo; quella del libro il 6.6 °lo e firial– mente quella delle pelli il 3 .3 °fo. Bisogna notare che qui non si tratta che di orga– nizzazioni socialiste aderenti al partito operaio; ma la condizione diventa peggiore se si guarda alle rare orga– nizzazioni clericali. Quanto ai liberali poi essi non si oc– cupano che di mutue. Esistono inoltre anche alcune organizzaz.ioni che non si occupano direttamente di politica sebbene la grande maggioranza degli inscritti aderisca al Partito sociali– sta. r◄ ra le altre noto l'Unione dei guantai di Bruxelles che conta 700 membri, il 93 °lo del totale; quella dei tipografi pure di Bruxelles con 1400 membri (il 99 °lo) e l'Unione Vetraria di Charler0i, la quale anch'essa ac– coglie la quasi totalità degli operai del mestiere. Questi sindacati sono invece molto solidamente or• ganiZ?.ati, ma tale fatto, che potrebbe parere strano, è dovuto a condizioni locali e speciali per cui tali tre categorie di operai sentono urgente e necessaria la soli– darietà. Infatti tali organizrnzioni di mestiere sono minac– ciate, e la minaccia è continua e grande; l'Unione dei g11a11lai dalla concorrenza che fanno le fabbriche sorte per intesa dei padroni nelle campagne fiamminghe; l'As– slcia=ione dei tipografi dall'introduzione della macchina a comporre e I' UJJione Vetraria da quella a soffiare il vetro. Ora, a parte queste tre organizzazioni, quali sono le cause del poco progresso della classe operaia nel campo della organi7.zazione per la resistenza?

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