Il Socialismo - Anno II - n. 23 - 25 gennaio 1904

IL SOCIALISMO levarono nuove voci di protesta. Gli ispettori non face– vano il loro dovere, essi avvertivano gl' industriali della visita, e gli operai continuavano ad essere impune– mente concussi. E, ovunque, in tutti gli Stati, le stesse lagnanze 1 Ora non vi sarebbe da parte delle Leghe un grande campo di attività da esplicare onde modificare un tale stato di cose? Chi meglio della Lega è in grndo cli controllare l'applicazione delle leggi che interessano. l'operaio? Chi meglio cli essa può impunemente de- .nunciare le violazioni loro, sia al pubblico per mezzo della stampa del partito, sia agli ispettori del Lavoro, sia al Parlamento finalmente per mezzo dei deputati socialisti? Ma v' ha di pili. La maggior parte delle leggi sono state abborracciate in fretta e furia, senza preparazione di studi seri, e soprattutlo con materiali insufficienti. Esse presentano delle lacune risultanti soventi meno che dalla cattiva volontà del legislatore, dalla sua igno– ranza della vita dell'operaio, L'elaborazione perciò cli tali leggi, invece che dall'alto, dovrebbe venire dal basso. Perchè le Leghe non potrebbero preparare i materiali necessari alla loro elaborazione? Finalmente le Leghe, se non 'in tutto, in parte al– meno, dovrebbero preparare e completare l'educazione commerciale ed industriale degli operai. Ciò che manca in generale al Partito socialista non sono gli oratori e gli scrittori, bensì gli uomini capaci di amministrare e dirigere imprese industriali. In tutto il Belgio sono forse appena cinque o sei le-Leghe che si curino di dare ai loro membri tale educazione. Ep– pure, facciamo l'ipotesi che scoppi vittoriosa una rivo– luzione economica, do':'e troverebbe il proletariato gli uomini strettamente necessari ad a5;5umere la direzione delle industrie e degli affari? Non è forse una grande forza J' educazione dei nostri lavoratori? Oggi più non si crede ad una trasformazione rapida e 'completa della società, e si ammette invece quella progressiva di tutte le istituzioni umane e sociali. Ora noi vediamo sorgere continuamente dal seno di questa società capitalista Leghe, Cooperative, Mutue e dobbiamo ammettere che tali organismi sono come gli embrioni di quelli che un giorno avranno la fun– zione di regolare il prodotto e fors' anche la distribu– zione della ricchezza sociale, e dobbiamo curarli. Aug. Dewinne. rr I 11111:llll!IIIJ(;lillll lllullllllllllll ,li., ,1;n11~a1 ,.,llllllu"I I . I 1111:llltlll!II l.1al 11111 1:11111 , 11111I cl lii Avvisiamo i lettori del Socialismo cheper il I 904 si fa.nno abbonamentictwmlativi fra.: Anno Sci mesi Socialismo e Avanti! .... L. 20 - IO - · Socialismo, Avanti! e Asino ,, 24 - 12 - Socialismo e Asino . . . . . ,. 8.50 4.25 PER L'ESTERO. Socialismo e Avanti! . .•. L. 37 - 18.50 Socialismo, Avanti! e Asino ,. 45 - 22.50 Socialismo e Asino . . . . . ,. I3 - 6.50 SCIENZA ED ARTE I Patriarchi del Socialismo XI. BUONARROTI Discendeva d:t Michelangiolo, era nobile e corSe il rischio di ricevere titoli grnnduc:1 .li da Leopoldo I, Fece un fascio di tutto e respinse tutto. Disso: - io sono un uomo e sento in me l'umanità come superiore ;i 1utte le lrndizioui e i p.·uti del pass:1.to. Ques1a coscienza e questa volomà lo costi– tuirono ribelle, pericoloso ed esule. Ecco perchè Filippo Buon:moti, il pis.1.no:\rdente, il nobile dei tempi di Leopoldo I, svolse il suo dramm:i di rivoluzionario fuori d' lt:ili:i, sull:i pi:ltt.1.formadcli:\ grandiosa crisi politico-sociale, :\ Parit{l, :icc:into :i 8:ibcuf. Sin d:i giovinetto Filippo lluon:irroti sogn:iva, nelle lunghe me– lanconie :icute del suo democr:\tico cuore, la morte d'ogni :iristo– cr.izia del nome, del potere e del danaro e il trionfo di un:\ re– puhblica semplice, giust:i, illuminata. El'3 l'ali». p:1.llidae lenta del patriottismo italfano; ma, forse, nessuno, in quell'ipocrita riformismo di principi p'.'l.urosi,vide subito così come lo ,•ide Buonarroti, gio• vanissimo, che qualsiasi transazione con eredit:\ mon:\rchichc S!l– rebbc stata una rovinosa menzogn3. civile. L' '89 trovò Filip1>0 Buon:uroti ventottenne, con nelle ,•cne il rombo del\:\ febbre rivoluzionaria. L:i Toscan:\, a quei dl, si go– deva le c:irezze di un grnnduca, certo che i ciondoli, le C:\richc e i sussidi bastassero a mantenere in piedi l' a11dm dgi11u. L:\ dif– fidenza ed il disprezzo verso l'eterno sistema del 1'3ggiro monar– chico erano congeniti nel Buonarroti. L':11:1 della tempesta francese gli portò col suo sfiornre il sen– tore della. repubblic.1.. Lasciò I' lt:"tlia e passò in Corsica, e qui I:\ sua attività di propagandista del più reciso democratico fu cffic3.ce e molteplice. Fondò un giorn:i.le, che è il primo in ordine di tempo dei foili riv.:,luzion:ui italiani, e creò socie:à nelle qu:i.li L'amico della libertà italiaua aliment!\V:\ robustamente il sovversivismo repub– blic:mo. !\cl 1792 Filippo Buonarroti p:i.ssò a P:irigi. Era là che b evoluzione del mondo si compiva. l\fa I' itali:ino fervido, quando entrò nella stupenda legione di colossi, in quella quintesscnz!! della forza e del genio soci:i.le francese da. cui dipendevano le sorti della politic.1. europc:l, non era che repubblic.1.no. L-1. sua democrazia si limit:wa. alla formula politica, al senso giuridico. ll"t:ontattc:> con i montagnardi fu quello che mutò dinanzi :\ 1 suoi occhi il criterio della rivoluzione. 11 ,·:\go democr:ltismo repubblicano, l'ideale ple– beismo ereditato col sangue dei Buonarroti, sp:lrvcro ali:\ voce re– cl:i.m:\trice del più profondo mut:imento economico che si imponeva, come :\bbiamo veduto, tra le molte voci rivoluzionarie della Con– venzione nazionale. Buon:\rroti c.'lpÌ allora subito la verità delle verit3 e, cioè, che per riuscire effetti,•a, la rivoluzione doveva sortire risultati estremi. Non c'er.l via di mezzo: o la repubblica che I:\ Franciaprepar.wa aveva da. creare per tutti gli uomini la realtà e le gm-:mzicdi un:i. vil:\ sociale novella bas!l.ta sulh giustizi:\ delle relazioni, o I:\ re– pubblica non doveva essere che un clamore e uno sventolìo. Nel primo caso il fatto necessario era uno solo: l'avvento comunista. J.,:\ Convenzione n:\zionale restò :\mmirat:i. cli questo italiano d:\IO!-iunto con impeto S:\cro di :\more :'I.Ila. causa rivoluzionaria, e, 1,el 1 793, lo nominò citt:ldino fomcese con l:'1.mis1;ioncdi far pro– clam::are b repubblica in Corsica.

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