Il Socialismo - Anno II - n. 22 - 10 gennaio 1904

IL SOCIALISMO 339 PROBLEMI SOCIALI Democraziasiciliana Come una folata di vento trasporta le cadenti foglie autunnali da un campo all'altro, sì che è facile trovare a qualche miglio di distanza le caduche fronde di un albero ivi non esistente, cosi la sedicente democrazia è stata d'un colpo trapiantat~ nelle vecchie cittadelle della reazione meridionale, e qua e là oggi si assiste a delle continue e improvvise esplosioni di popolari– smo, che potrebbero sembrare, all'occhio dell'osser– vatore inesperto, l'iÌldizio forse di una coscienza nuova, maturata non si sa dove nè come, e il sostrato solido ed efficace per la germinazione di una sana corrente de– mocratica, destinata a reggere le sorti della patria sé– condo i moderni bisogni della vita sociale. Se non c:he di fronte a queste, che sembrano im– provvise germinazioni di coscienze nuove, chi conosce e vede da vicino su quale terreno e di mezzo a quali zolle escono fuori i nUovi arboscelli della democrazia meridionale, si domanda se davvero le esplosioni di popolarismo meridionale, e specialmente siciliano, ab– biano una base radicata nella coscienza collettiva, o siano invece delle manovre più o meno abili, delle maschere abilmente apposte su certi visi, che hanno interesse a comparire nuovi di fronte alla cosi detta nuova orientazione politica, che da tutti gli incoscienti si è creduto di dover attendere all'inizio del nuovo regno, e specialmente con l'avvento al potere del Ga– binetto Zanardelli-Giolitti. E il dubbio, forte di per se stesso per la stranezza dell'improvviso fenomeno, diventa tanto più acuto nel– l'animo dell'osservatore cosciente e spassionato, quanto più egli dall'esame del fenomeno astratto passa a quello delle persone che lo incarnano, e degli atti che queste pretese coscienze rinnovate e rinnovatrici concretizzano in nome della democrazia italiana. li fenomeno è quasi generale, e credo che non vi sia più paese, in cui, tra le vecchie denominazioni dei partiti locali, non sia penetrato il fortunato appellativo di partiti popolari, che da Milano, centro di radiazione politica e morale, si è diffuso per tutta ltalia. Ma il fenomeno è esso il portato della coscienza nuova? ... Pare di no: giacchè la fulminea rapidità con cui chi fino a ieri è stato ostinato sostenitore di depu– tati deplorati, di stati d'assedio, di amministrazioni sospette e bollate nei Tribunali di disonestà, ad atteg– giarsi a coscienza nuova, a paladino delta nuova de– mocrazia, potrebbe far credere che tutto quello, che sotto il nome di democratico, vien gabellato alla co– scienza pubblica italiana, sia un sofisma e null'altro, buono per cuoprire tutte le meschine e vecchie ambi– zioncelle personali, che non hanno avuto l'agio di sfo– garsi sotto le diverse fasi della politica italiana, di per se stessa corrotta e corruttrice. Sicchè lo spettacolo a cui noi assistiamo da pa– recchio tempo è una specie di fantasmagoria, attraverso alla quale gli uomini di ieri, che hanno lasciato tante • recriminazioni sui loro passi, coloro che altra volta furono scacciati dalle pubbliche amministrazioni 1 ove avevano lasciato consumare impunemente vuoti di cassa, e dove loro stessi avevano consumato ogni sorta di corruzioni, di partigianerie e di disonestà; oggi si sono ripresen- tati alla ribalta della vita sociale con una veste nuova sol perchè il cambiato astro ministeriale ha fatto lor~ rimanere addosso una pelle nuova, sotto la quale, com<'" il lupo, essi celano tutti gli antichi vizi. E da per tutto gli effetti sono stati eguali! In Sicilia la sed~cente democrazia ha avuto la pretesa di combattere subito, appena nate, le antiche oligarchie, le clientele che si erano annidate nelle pubbliche am– ministrazioni, le camorre, ecc. i e si è finito con l'inau– gurare un sistema peggiore di clientele, oligarchie, fa– voritismi, nepotismi, ecc. li perchè, la causa di tutto ciò è presto trovata da chi ha osservata la germinazione di questa sedicente democrazia,- ed è che essa non è costituita d'altro che dei partiti che poco prima erano stati snidati alla loro volta dalle amministrazioni pubbliche, ove avevano spa– droneggiato e fatto man bassa su tutto. In altri termini da per tutto è stato ed è un ritorno delle antiche lotte di persone e di famiglie, di interessi personali e di clientele locali che si è verificato; e in nessun luogo si è per poco avverato quello che doveva essere il pro– gramma di una vera e sana democrazia, cioè il suben– trare dcli' interesse collettivo ali' interesse personale, la sostituzione della lotta per un principio di libertà e di moralità a quella per lo sfruttamento personale del po– tere e della corruzione. Consigli comunali e Consigli provinciali, nati dalla bacchetta magica della democrazia, hanno fatto a gara a pervertire ogni senso di giustizia e di moralità; si sono creati posti e distribuiti agli adepti e ai nepoti; si sono promessi concorsi per quei posti, e poi si è finito per nominare i favoriti alla chetichella e di sop– piatto; si sono promessi mari e monti e a nulla si è adempito. Da per tutto refezioni scolastiche, acqua potabile, strade, illuminazioni ; è stata tutta una valanga di pro– messe, di cui nei nuovi bilanci compilati da questi de– moeratici non si è più te~uto conto alcuno. E, quel che è peggio, perchè riguarda le classi la– voratrici in ispecit:, in sostituzione del dazio sul pane e sulla farina, abolito col 1° gennaio 1903, i Consigli co– munali quasi da per tutto hanno votato nuove sovrim– poste per coprire il deficit della minore esazione del dazio sul pane, e si sono votate le nuove sovrimposte senza criterio alcuno, senza badare a non farle pesare sulle classi povere, anzi caricandole sulle loro spalle, come a compensarle del minore prezzo a cui esse avreb– bero potuto comperare il pane. Ma anche la pretesa riduzione del prezzo del pane si è risolta in molti Comuni in una sofisticazione la più balorda, in un inganno il più abbietto i e ciò in nome della democrazia! Si è visto, tranne a Catania e qualche altra rara eccezione, che il prezzo del pane, della pasta e della farina al 1° gennaio I903 è sceso a quello che tali ge– neri avevano sulla fine di novembre o al principio di dicembre 1902. A far verificare questo fatto così feno1!1enale, è ba– stato che i Municipi 15 o 20 giorni prima della fine di dicembre 1902 hanno elevato di tre centesimi il prezzo esistente alla fine lii novembre, e poi al 1° gennaio 1903 hanno ribassato il prezzo dei tre stessi centesimi, ub– bidendo alla legge sulla esenzione del dazio per il pane e le farine, e il costo di tali generi è ritornato imme– diatamente a quanto era alla fine di novembre e al prin– cipio di dicembre 1 902. Tutto ciò è invero una cu-

RkJQdWJsaXNoZXIy