Il Socialismo - Anno II - n. 22 - 10 gennaio 1904

IL SOCIALISMO Assurdo che 1-Ierbcrt Spcncer ci mellc quasi egli stesso sotto gli occhi quando svolge con un lusso di m! 'lteri:i.li preziosissimo per la propaganda socialista il suo dichiarato spirito antimilita• rista. Non istfr1.moa ripetere le frasi, gli aforismi, le p=i.gine felici, i pass:tggi luminosi della socù,logia e della moralt di Spencer ove con sincerit3, con forza spesso impetuosa, con mirabile comggio, il filosofo inglese si bncia contro la sopravvivenza brut:i.le e rna• lefic.'l delle istituzioni militari! Sono luoghi citati e notissimi. Ciò che interessa a noi è il dimostrare alla luce dell'antimilitarismo· medesimo dello Spencer l'illogicità profonda del suo dichiarnto antisocialismo, che suonò, di fronte alla dimostrazione di Enrico Ferri, come una nota sto– nata di stirnerismo acuto. ITerbert Spencer nei suoi volumi di sociologia e di morale dimostra che l'evoluzione politic!l. tende :tll!l libertà politic!l.; l'evo– luzione economica alla libertà del commercio e del lavoro; l'evo– luzione religiosa alla libertà di coscienza; l'evoluzione. domestica 0 famili:tre verso la em!lncipazione della donna e l'affermazione dei diritti del fanciullo. Provato questo - in cui noi siamo d'accordo con lui - Spen– cer dimostra che UD:\ fulerazione pacifica è il solo procr.ssodi co11soli– dazio11eelle si possa prevedere e che, quindi, il milit:trismo, I:\ guerra, la disciplina delle anni, lo spirito di conquista, l'onore ufficialesco e tutta questa tetfa e massiccia difesa delle istituzioni presenti è assolutamente in antagonismo c6n b. federazione paci– ficn., consolid!lmento della ver!I. e propria civiltà. Ora, che Spcil.cer non abbia capito come il milit!lrismo c'è in quanto è la borghesia che ne ha bisogno per conquistarè e per tutelarsi, che Spencer non !lbbfo, compreso come la detemlin:mte unica ed assolut:i del militarismo sti:i nell'antitesi di proletari:'1to e borghesia, di salario e pena contro capit:1.lee gioia; che Herbcrt Spencer non abbi!l veduto che il concetto delh p:tce è subordi– nato a quello di eliminazione delle cause della guerra, che sono cause di lotta di classt:; che il grande filosofo inglese abbia po– tuto credere alh possibilità di distruggere il militarismo e la guerr~ senz:i stabilire b. pace della giustizia economie:\ che è 1:icaus::idi ogni odio e di ogni ferocia; tuttociò non si comprende. Non si comprende come con b. formula del liberalismo - che per noi, secondo la precisa definizione di Antonio L:tbriola, è la società degli eguali in diritto presuntivo - credesse risolvere mini– m;unente l:l. lotta del la.voro vivo contro il lav,)rOaccumufo.to. L'antisocialismo spenceriano riassume, dunque, tutto l'assurdo dell'opera insigne di Herbert Spencer, il quale era convinto, do– loroscunente convinto, che la éra socialist:-. do\•esse venire :l dege– nerare progressivamente cd a rovinare con la tir:'lnnide burocratica l'Europa, l:1 cui salvezz:i. starebbe tutta nella cooperativ:i. ! Così tramonta il pensiero borghese, dietro quest!l nera nuvola delrassurdo, dopo avere illuminato con i suoi rnggi l:i.terra sicura e felice dcli!!. giustiZia soci:i.le.Tramonta senza b formub dell'a,•ve– nire e con un mistico terrore, C."\usaforse questo della deficienza. Ma si deve riconoscere che il libernlismo evoluzionist!l h :i.un :i. solenne, una epica fine. Poichè Herbert Spencer è l'indice di un:i. lunga storia, di un:i. complessa società. Paolo Orano. Non vi è socialista colto che possa esimersi dal leggere e possedere le opere di Marx. Luigi Mon– gini che le sta pubblicando a fascicoli (si. è giunti al go•) sotto la direzione dell'on. Ciccotti, è disposto <liaccordare ai compagni ed alle Sezioni che voles– sero acquistarle, speciali facilità di pagamento. LIBRI ED OPUSCOLI BASSANO GABBA, Dottrine religiosee sociali del conte L. N. Tolstoi. - Milano, fratelli Treves, edi– tori, 1903. L. 1.50. St:ivo postillando il librO dell'avvoc:ito Bassano Gabba, allor– chè, nel leggere il Sodalismo (fascicolo XVI - 10 ottobre), mi capitò sotto gli occhi un sunto di S. O. tntto d!l riviRte russe, nel quale, in certo punto, trattasi diffusamente delle diatribe :igitantisi tra i • dissidenti • ed i • tolstoiani •. Costoro - nel movimento ri– voluzionario russo - non fanno una gran bella figura e si lagnano in conclusione delle • cose orribili che succedono nell'impero dello zar, ove si uccidono i superiori • meravigliandosi ch·e .. nessuno dei cristiani vada a difendere quella gente •. Con molto acume un dissidente risponde che se fosse pussibile ottenere le riforme coi me:r:zipacifici, cOme si vorrebbe, non sarebbe venuto in mente a nessuno di ricorrere :i.Ila violenza. La ragione di questo modo di pensare, d'agire e di essere dei tolstoiani va. ricercata nel loro speciale metodo di interpretare l:1 vita sociale; la quale si appoggia sul v:i.ngelo di Cristo modern style, inusitato, interpretato secondo un ideale astratto del filosofo– apostolo di Tuia. Il Gabba si è posto il problema di studiare obbiettivamente le teoriche religiose e sociali di Tolstoi dopo :1ver verificato le molte ines!lttezze e le strane deficienze che si incontrano in tutto quanto fu detto e scritto in Italia e fuori intorno all'argomento. Tutta la prima parte mira, se non ho capito male, :i dimostrare a.nzitutto come il Tolstoi manchi di una seria preparazione filosofica che lo abiliti a cimentarsi col supremo problema della ragione e della finalità dell'esistenza um:ina; come sia un • positivista rassegn:ito• ed un anarchico fatalista così che la sua dottrina predicante l'asten– sione dinnanzi :il male, non sia inquietante a nessun Governo; come in tutta la • sua religione • (A-fardigion - Paris FisdWaclur) non vi sia niente di originale e nulla di preciso anche per ciò che riguard:i: l:i. vita d'oltretomba; come sia incoerente, e ciò in modo grossolano, tra la teoriC:l e la pratica. E il c6mpito del Gabba non fu difficile. Nella seconda p:1rte 1 meno completa, esamin:i. l:1 dourina po– litica e socia.le che Tolstoi ha elaborato principalmente nel /.e salut est m vous, il volume più sistematico di tutti gli altri che trattano simile argomento. È precisamente qui ove il filosofo af– ferma essere la proprietà industriale e fondiaria.quella che divide gli uomini in due ca.ste, una che lavora, l'altra che ozia. E j)oi che questa organizzazione è opera dello Stato, il Tolstoi conclude che quest:i. deve essere distrutta tanto J)iù che ciò è negli i11tmdi• mmli di Cristo.' Eccoci quindi - a detta del Gabba - la vera teo– rica :marchica ideologiC:l o passi"a, che ha la sua sintesi nel pre– cetto: Non bisogna rtsislere al male e lasdar fare liberamente ai violatori della ltgge. Non ci mancherebbe altro che i lavoratori seguissero queste · astruioni ideologiche davanti alle !l.pcrte o larvate violenze degli • Anciens Régimes • ove (a detta del Mosc.'l, mi pare, nel suo volume • sulla teorica dei Governi e sul Governo p!lrl:tmentare •) non è mai la massa, la comunit?t che governa, ma una minima classe che da sola costituisce la ieategoria dei governanti, mentre il popolo costituisce quella dei governati! Cosa ne viene? Che Tolstoi, rassegn:ito e acquiescente, è per la resistenza passiva, quindi nè violenza, nè programmi socialisti. Difatti nell'ultimo capitolo di Rayom de f,mbr, egli afferma che le unioni operaie non potranno mai lott!lre con quelle dei miliar– dari, i quali hanno per sè la forz:i militare (sic) e che la violenza e il Socialismo sono vani. Bisogn!l ottenere tutto, col • rifiuto !li• l'obbedienza. • nel campo militare. Così 1utta la conipless:i. questione soci:i.le , secondo Tolstoi, si rifugi!\ in un controaltarc al militarismo ...

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