Il Socialismo - Anno II - n. 21 - 25 dicembre 1903

IL SOCIALISMO 329 toccare elevate posizioni non è possibile si trovino gli imbecilli morali, sia perchè questi, per il debole sviluppo intellettuale, non son capaci neanche di con– cepire elevati disegni, sia perchè, se pure li concepis– sero, non arriverebbero ad attuarli, perchè la società umana si può lasciar dominare da un delinquente, ma non si dà mai in braccio ai deficienti intellettuali se non nel caso in cui questi si trovano fin dalla nascita ad esercitare il dominio. In generale, poi, fra i de– linquenti politici della prima categoria (delinquenti po– litici nello stretto senso, regicidi, ecc ... ) e questi vi è qualche nota comune, ma vi sono profonde e gravi dif– ferenze; vi è di comune il senso ipertrofico della propria personalità, il desiderio di far parlare di sè, ma nei primi questo sentimento si esplica con la mania del sa– crificio si, ma insieme deW autosacrificio; nei secondi con la brama smisurata d'imperio e di tirannia; nei primi domina, anche in mezzo a concetti erronei ed erronei metodi di attuazione dei concetti medesimi, il desiderio di riuscire utile all'universale; nei secondi, invece, unicamente_ e solamente il desiderio prepotente di comandare e di dar libero sfogo ai loro capricci. I primi sono altruistici, anzi esageratamente al– truisti, per quanto violenti nell'esplicazione e nelll'atw tuazione del loro altruismo; i secondi sono gli egoisti puri, che rappresentano la più schietta e genuina espresw sione dell'egoismo più freddamente cinico e feroce. Anche in loro, accoppiato ad lm notevole sviluppo delle facoltà intellettuali, può rilevarsi quella incapaw cità di giudicar dei tempi e dell'ambiente, che è un'altra nota comune .... oi delinquenti della prima categoria, e che diviene la causa, insieme alla violenza dei metodi da loro adoperati, della caducità degli edifici politici da loro cretti. Gaetano Angiolella. SCIENZA ED ARTE Influenza dell'arte n ll'attuale movimento sociale Un gil!dice diceva: « Cercate la donna. È il volume .« invece che io vado cercando. Quanti ne conosco, a << cui un libro letto parecchie volte, dominò, creò o « disfece, perdette o salvò l'esistenza. « Gioie, dolori, amori, vendette, i nostri singhiozzi, « le nostre risa, le passioni, i delitti, tutto subisce l'inw « fluenza del libro. « L'inchiostro galleggia su un mare di sangue e « di lagrime ». Cosi Giulio Vallés nel suo anarchico libro: / refrattari. Questo concetto idealistico, col quale il p<;>etarivo– luzionario francese spinge alle ultime conseguenze I' inw fluenza del libro, ridotto alla giusta proporzione scienw tifica , trova una applicazione positiva in qualsiasi manifestazione artistica. Ciò che per Vallés era una pura intuizione di artista, e perciò iperbolica, è oggi divenuto principio scientiw fico che può riassumersi : Influenza deLl'arte neile conw dizioni sociali di un'epoca. Si manifesti essa arte: nel libro, nel quadro, nella statua; si rivolga al solitario pensoso in una biblioteca, o ad una moltitudine raccolta in teatro sotto la sugw gestione Potente d'un dramma, o nelle sale di una Esposizione ove ·sono raccolti marmi e tele, il principio è unico. Il pensiero dell'artista penetra nella nostra anima lasciandovi una qualche cosa che prima non esisteva, e che può dare una nuova forma al nostro temperaw mento, o per lo meno getta come i germi di un albero che forse in un altro momento darà rami, foglie, frutti. L'artista si può distinguere in due momenti, in due serie di fenomeni psichici. Un primo momento in cui egli riceve dall'ambiente: impressioni, energie, idee; ed un secondo momento in cui tali impressioni,· energie, idee, egli ridà all'ambiente, dopo averle plasmate, ed aver dato ad esse l'impronta della propria anima. L'artista quindi è nella psiche collettiva e nello stesso tempo al disopra di essa. Come la riva l'onda, così l'artista riceve l'eco di mille anime con tutti i loro vizii, le loro virtù, i loro desideri, le loro vergogne; accoglie nella sua anima il riso· dei felici ed il pianto dei dolenti, la bestemmia dei caduti e l'inno dei v.ittoriosi, la preghiera dei vinti e l'urlo della rivolta, e tutte queste preghiere, questi urli, queste bestemmie, questo riso, questo pianto, le infinite grida e l'infinito dolore umano accoglie nell' inw finito della sua anima che vibra, che si contorce nello spasimo della concezione, e crea l'opera d'arte ove sono brani di anima e di vita. L'artista quindi subisce !\influenza diretta o indiw retta dell'ambiente in cui vive, ma nello stesso tempo egli coglie dalla moltitudine vizii, virtù, desiderii, idee che la moltitudine porta inconsciamente in sè, e che egli rivela nèll'arte, che assurge in tal modo a sintesi sociale. È uno scambio infine fra la psiche individuale del– l'artista e la psiche di una classe, di un popolo, di una società in una determinata epoca. Da questo scambio l'umanità vede tramontare vecchi pregiudizii e sorgere nuovi ideali, che l'avvolgono in onde di luce e le additano il cammino verso finalità sempre più grandi e più belle. E l'artista diventa so\w dato nella lotta, e spesso apostolo veggente. Il motivo gli è dato dall'ambiente, egli all'ambiente dà un'armonia che è qualche cosa di più d'un motivo: è l'eco ripetuta e rafforzata di mille voci raccolte in un'unica voce. Come nello spazio, così nel tempo questo principio trova la sua applicazione. · L'arte nasce e si svolge in un organismo che vive in società; manifestandosi non può essere che sociale, quando non è un fenomeno di degenerazione. Come nello spazio, così nel tempo. Presso i nostri antichi e selvaggi progenitori viventi in continua lotta con le belve e con le trÌbù vicine, l'artista primitivo non subendo che l'influenza della vita violenta pel pos– sesso del cibo e della femina non può che cantare inni guerreschi, non può che scolpire fiere figure di comw battenti. L'artista è il prodotto dell'ambiente violento, ma la sua forma d'arte: il canto di guerra, o la rozza figura scolpita del guerriero, nei brevi riposi della tribù raf– forza i deboli, incoraggia i timidi, tutti prepara a nuove lotte. È questo il primo momento in cui questo rudimento di arte stabilisce il primo scambio psichico fra l'am– biente e l'artista. E cosi in oriente, nella festa perenne della terra, in una gloria perenne di sole, fra i palmizii eleganti come colonne, e templi da le colonne alte come pal– mizi, nell'oriente voluttuoso e lascivo, ove la vita tra-

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