Il Socialismo - Anno II - n. 17 - 25 ottobre 1903

260 IL SOCIALISMO Esse costringono vuoi il partito radicale, vuoi il repubblicano ad una revisione continua concreta, se– condo la stregua chiara degl' interessi, del proprio atteg– giamento e della propria specificata funzione politica: lasciando così risolvere i dissensi di vedute e le crisi d'idee dalla logica dei fatti e dalla chiarezza limpida delle reciproche relazioni dei partiti nel paese. Enrico Leone. PROBLEMI SOCIALI L' 11 OPERA POSTUMA,, DIQARLO MARX ( Co11,linuazione). LJ-; OBIEZIONI ALLA TEORIA (seguilo). Le argomentazioni di Leone s'infrangono contro la vera teoria marxista, la quale si rivela non come una legge ideale, riflesso di un presupposto della mente di 1\larx, ma come una legge basata sopra la realtà, sopra un fondamento reale e concreto : il lavoro semplice, unità del lavoro complesso, e il rapporto degli uomini fra loro come produttori della ricchezza sociale. L'idea• lismo inconscio, che Leone vorrebbe affibbiare al si• stema marxista, scompare e il materialismo storico, che ne forma l'intima fibra e il perno indistruttibile, si mostra ancora una volta trionfan"te sui sofismi degli amici e dei nemici. 1 Ben più con ragione possiamo noi ripetere con Leone: « Questo è il procedimento riposto che ha guidato « il Marx nello stabilire la sua teoria del valore. Par• « lare di economie speciali, come faceva il Sorel e sostiene « ancora il Croce, da cui Marx l'avrebbe tratta erica• .: vata, è sistema che può forse accontentare i suoi « critici, ma che egli non ha mai immaginato, o che « almeno nessun passo ci autorizza a supporre ch'egli « abbia immaginato. Ad ogni modo la sua teoria del « valorç è vera in tutta la sua estensione nel sistema «capitalistico». 2 * ** E veniamo infine alle violenti critiche sollevate dalla soluzione data da Marx al problema del saggio medio del profitto, e notevolmente alle critiche acerbe del pro• fessore Achille Loria. « Del valore a cui le merci non -si vendono, nè pos• « sono vendersi mai, nessun economista che abbia fior « di senno si è occupato, nè vorrà mai occuparsi; poichè « quello strano ed inavverabile valore sarebbe una specie « di no,tmeno, che non si manifesterebbe mai nelle cose « e del quale il teorico potrebbe tutto impunemente af. « fermare. Ora il Marx, sostenendo che il valore delle « merci è determinato dal lavoro, ma che le merci non « si vendono mai al loro valore, giunge precisamente « alla creazione assurda di un valore noumeno, avulso, « nonchè da quelle della realtà, dalle leggi stesse ciel « pensiero. « ... Nè punto vale a salvarla (la teorica marxiana << del valore) l'osservazione del Marx, che il prezzo tO· 1 Uel criterio 1ociale-1torico che serve di base 21la formaziorie del la\'oro semplice, quale mi.sur:t. del lavoro complesso, gii si discorse nello svolgere l:1 teoria di :'11:irx. :t l:>.im.:oLoo:-.K - Rivisla Pof<,lare dcll'on. Coi. \1.\/,;:-.1, pag. 439, e<,- « tale delle merci coincida pur sempre, nonostaiùe la « divergenza dei prezzi dai valori singoli, col loro va• « lore totale, ossia con la quantità cli lavoro contenuta « nella totalità delle merci stesse. lmperocchè, essendo « il valore null'altro che il rapporto di scambio fra una « merce ed un'altra, il concetto stesso di un valore to• « tale è un assurdo, un non senso; e la tesi, che il va• « lore totale delle merci è commisurato al lavoro in esse « contenuto, si risolve da ultimo nella affermazione lauto• « logica ed oziosa, che la totalità delle merci è il pro• « dotto della quantità di lavoro impiegato a produrle. » Alla critica lariana risponde l'ultimo lavoro di En– gels: Complementi ed aggiunte al f Libro del Capitale, sviluppando le parti dell'opera postuma marxista, le quali già vi avevano data risposta efficace, se non completa, dal punto di vista storico. Engels, infatti, dimostra che la legge marxista del valore è di una appliCazione generale - per quanto le leggi economiche lo possano essere - per tutto il pe• riodo della produzione pura e semplice delle merci, cioè fino al momento in cui il modo di produzione capita• lista viene a modificare questo stato di cose. Quando, per esempio, i contadini delle antiche CO· munità famigliari scambiavano l'eccedente dei loro pro• dotti contro quelli cli altri contadini, o contro le merci prodotte dagli artigiani della città, si valutava, eia ambe le parti, il valore di scambio dei prodotti secondo la quantità cli lavoro sociale ch'essi contenevano. Nel medioevo si era, quindi, in grado cli calcolare con bastante precisione le spese di produzione in ma• teria prima, materia ausiliaria, lavoro sociale, ecc., al• meno per gli articoli di uso comune o giornaliero. Lo dimostra il fatto che il bestiame, pel quale la determinazione del valore sembra più ditlicile in causa del tempo lungo necessario alla produzione ciel singolo capo, divenne la prima 111.erce moneta riconosciuta in li• miti abbastanza generali. È in base a questa determinazione del valore di scambio secondo il lavoro che si sviluppa tutta la pro– duzione mercanti le, e si verificano ancora meglio le con• dizioni nelle quali la sola misura del valore appare il lavoro; ciò che si avvera senza giungere nettamente alla coscien;,.. a degli interessati e che si ricava soltanto con la indagine teoretica sulla pratica quotidiana. Col passaggio alla moneta metallica si maschera la determinazione del valore in base al lavoro, poichè il denaro comincia a rappresentare il valore assoluto nel concetto popolare, essendo incapaci l'artigiano e il con• tadina cli valutare il lavoro impiegato nella produzione dell'oro. La qualità del lavoro di essere misura del valore essi la perdono gradatamente per la crescente abitudine di calcolare lo scambio delle merci sul denaro. Tutto il periodo della semplice produzione mercan• tile è quindi basato direttamente sulla determinazione ciel valore col lavoro, i prezzi delle merci tendendo co– stantemente a coincidere col valore secondo il lavoro socialmente necessario; di modo che i prezzi medi cli lunghi periodi coincidono coi valori in Javoro o non ne differenziano che in misura trascurabile. « La legge del ,·alore di i\farx - conclude I' En– « gels - ha quindi un valore economico generale per « un tempo che dura dal principio dello scambio, onde « sono trasformati i prodotti in merci, sino al quindi• « cesimo secolo della nostra èra. Ma lo ~cambio delle 1 « merci data da un'epoca, che è anteriore a qualsiasi

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