Il Socialismo - Anno II - n. 17 - 25 ottobre 1903

ANNO Il. ROMA, 2 5 .OTTOBRE I 903 N. 17. IL SOCIALISMO ~ Rivista qaioòicinaleòiretta da ENRICO FERRI ~ ATTUALITÀ POLITICA Lacrisi deipartiti popolari e. i problemi dell'ora Il. Radicali e repubblicani. In Italia, per· ,a delineata sottostruttura economica imperfetta, anacronistica e contraddittoria, manca nei partiti la consapevolezza della propria direttiva e del proprio movimento. Un partito, che per le sue stesse origini, ha ben chiara la nozione dell'esser suo e delle sue basi economiche proletarie è il Partito socialista. Armato d'una dottrina realistica della storia e della vita politica, esso può orientare il suo movimento in modo congruo alle condizioni generali d'ambiente, perchè è in grado d'intendere la situazione correlativa e specifica degli altri partiti. Il partito radicale e il partito repubblicano in Italia non offrono agio - sia pure in minore grado del so– cialista - di colp.ire i lineamenti economici e le forze di class~· da cui promanano. Anzi il partito radicale, in massa, e quello repub– blica.no, nella sua grande maggioranza, si mostrano cosi ignari della situazione economica· che li vivifica e li crea, che contestano la tesi «socialistica» della lotta di classe e riducono la politica ad una lotta di idee, buone o cattive, giuste o ingiuste, riferibili ad un subbietto astratto ed imponderabile: popolo, so– cietà, nazione, patria. Ma il fatto che non ne abbiano la consapevolezza, non esclude che essi siano pertanto il prodotto materiali– stico di speciali configurazioni di classe, e la riflessione ideale di particolari interessi vivi e operanti nella so– cietà. Ed è da questo rigoroso angolo visuale che il partito socialista deve riguardarli per potere commi– surare le forze che possono agevolarne od ostacolarne il moto. * * * Il partito repubblicano ha origini e tradizioni sto– riche connaturate all'istessa nuova formazione della vita nazionale. Il « partito d'azione», ,çhe ne presidiò il nascimento, fu il conato di proseguire l'opera inter– rotta della rivoluzione 1 tramutando l'istituto monarchico. La. tradizione mazziniana gli fornì la veste dottrinale. Con contenuto patriottico, esso attingeva principale alimento dalle ideologie supertiti della « epopea» na– zionale, che voleva la Roma di Garibaldi e di t,.,Jazzini. Più tardi, sviluppnti i germi dell'organamcnto ca– pitalistico e della produzione in grande - sebbene in guisa sporadica - anche in Italia trovava nascimento .il movimento dei lavoratori, che nella proletarizzazione e nel concentramento delle officine attingeva le forze alla lotta economica, preludiante quella politica. Allora il partito repubblicano tro,·ò nuovi elementi e nuovo seguito nel paese pur rimanendo fermo nelle idee economiche mazziniane dell'associazionismo. Ca– rattere che è venuto accentuando fino al punto da av– visare una propria specificata azione economica, diretta all'organizzazione dei lavoratori con criterii politici ·proprii, in contrappeso cli quelli socialistici. Fu una diversione, derivante dalla poco ~esatta no– zione del compito storico del partito. Invece il partito repubblicall(), come fondamentale tessuto economico e come generazione di classe, non potrebbe consolidarsi che attorno al nucleo della m10,·a produzione borghese, in contrasto con l'economia feu– dale e retriva, che ha piegato gli ordini costituzionali monarchici ai suoi fini di reddito improduttivo e parassi– tico. Il nucleo economico delle classi produttrici avrebbe dovuto infatti scorgere nella monarchia il tessuto con– nettivo, come direbbe il Loria, del consolidamento al potere delle vecchie aristocrazie ché' continuano, sotto la nuova forma finanziaria e bancaria, la loro vita, pa– rassitaria in economia, e medioevale in politica. Ma ilImomcnto storico in cui versò la borghesia, nel periodo di formazione italiana, disperse, negli en– tusiasmi della conquistata indipendenza e nel timore di cimentarne e metterne in pericolo l'esistenza, ogni effettiva e decisiva azione di lotta repubblicana. Le classi borghesi, nate clappoi alla vita industriale, hanno saputo ott'enere premi e favori da una politica econo– mica monopolistica, onde si add0mesticò e si concretò in un partito liberale borghese, in perfetta conciliazione con la monarchia. Così l'istituto monarchico riusciva. con la forma cli politica economica inaugurata, ad ini– bire le forze rivoluzionarie promananti dalla borghesia. !\la il protezionismo non può proteggere tutta una generalità d'industrie; ma soltanto classi cl' industriali a danno cli altre. Oltre il disagio, derivato alle classi maltrattate dai favoreggiamenti protezionistici, e il diffuso malcontento contro il più acerbo fiscalismo del mondo, ha in una guisa pili generale preparato l'ambiente pro– pizio allo sviluppo tendenziale d'un partito repubblicano borghese. Dagl' interessi co11serllalon· semi-feudali e dagl' inte– ressi grosso-industriali e renliers, addomesticati dalla politica prote=io11arda, e dai ,·asti interessi burocratici e militaristici. e dalle cricche amministrative alimentate dai bilanci dei fondi comunali, la cui i11veslit11ra an– cora nel l\lezzogiomo è ufficialmente conferita dai pre– retti del re, è nata la trama economica sorrettrice degli attuali dominanti istituti politici. Così il sistema costituzionale e rappresentativo, tem– perato e frenato da un s.enato di nomina regia, divenne

RkJQdWJsaXNoZXIy