Il Socialismo - Anno II - n. 16 - 10 ottobre 1903

ANNO IL ROMA, IO OTTOBRE ,903 N. 16. IL SOCIALISMO /2A) Rivista qui(Jòicinaleòiretta da ENRICO FERRI /2A) ..ulBONAMENTI. - ITAl lA: Anno L. 5 - Semestr. L. 2,50 I SI PUBBLICA I Perla Direiionee Redazione rivolceni all'on. prof. Etia.aco Z-ffuo: A~:o ~;:! ~e~~m:~~e L. 3,35. il 10 ed il 25 d'ogni mese ::::~;:r::~;•So~/~::c~:1:;:, ~~~;.m~~!~~~~os~• ATTUALITÀ POLITICA Lacrisi dei partiti popolari e i problemi dell ·ora I. Il dissidio nel Partito socialista. L'argomento è di moda. Le riviste se ne occupano di sovente. 1 el breve periodo di un triennio i tre partiti po– polari, il radicale, il repubblicano e il socialista, hanno subito delle travagliose crisi interne che hanno avuto eco rumurosa nella stampa. Gli oroscopi, specialmente in rapporto al Partito so– cialista, sono stati assai foschi. Se ne è pronunciato il disfacimento, la scissione violenta, la decomposizione intestina. Vane speranze: il Partito socialista, divenuto, malgrado i suoi dissensi interni, fattore poderoso della vita nazionale, continua inarrestabile il suo cammino di organizzazione economica e di conquista politica: espugna i comuni, si agguerrisce negli scioperi, accu• mula tutto un vasto materiale di esperienze nei Sinda• cati e nelle Camere del lavoro, rafforza e corrobora nell'animo del proletariato la direttiva socialista. E così del pari iperbolico è il giulebbe per la crisi che travaglia gli altri partiti popolari. L'evoluzione capitalistica in Italia si va compiendo non troppo rapida. La diagnosi è vecchia ma fu obliata negli ultimi tempi, nella breve parentesi ministerialistica del nostro partito. La borghesia italiana, consolidata l'unità nazionale, trov6, nelle ancora arretrate forme di produzione, e nelle scarse forze produttrici a sua disposizione, ostacolata la strada del potere politico. li quale non fu organizzato in senso repubblicano, mal• grado l'idea repubblicana e l'elemento popolare ne avessero accompagnata la formazione, perchè mancava nel paese una maggioranza di popolo veramente pro• duttore che potesse con la forza del reddito economico avocare a sè la sovranità poli.tica. La vecchia impalcatura feudale formò l'ambiente oclo– cratico acconcio all'instaurazione della monarchia, che divenne il centro sorrettore di éaste finanziarie, le quali per vivere ebbero bisogno di impadronirsi d'un largo fondo di debito pubblico, che fornisse loro l' esisten7.a a spese dei contribuenti, e di scavare nel bilancio il pili vasto vortice cli spese militari e marinaresche, che, sotto la poesia della difesa e della grandezza nazionale, servissero di cuccagna ai voraci succhioni, e ai forni– tori, capitani di consorterie politiche ed elettorali. E l'opera parassitaria dello Stato si estese, sotto questi impulsi e si allargò in modo spaventoso, ali- mentando un'idropica burocrazia, coonestando le cricche e le camorre nelle amministrazioni delle regioni più economicamente arretrate, votai1do premii per le Com– pagnie favoreggiate, rendendosi impresario di losche faccende bancarie. fondando - Terni insegni - coi milioni del popolo la fortuna di privati speculatori, pro• teggcndo con barriere affamatrici la plutocrazia delle manifatture e del latifondo, sostituendo al reddito del- 1' industria, il reddito parassitario estorto a danno delle forze veramente produttrici del paese. Questa diagnosi della storia e dell'anatomia politica italiana è merito del Partito socialista, che con i mirabili strumenti della interpretazione, materialistica, propria della sua dottrina, ha potuto penetrare la sostanza di questa vita italiana, e ne ha delineato la fisiologia esatta. Federico Engels, in una lettera diretta a Turati, trat– teggia l'istesso quadro, indicando al Partito socialista italiano il c6mpito di saper rompere questa crosta pa– rassitaria che impedisce il vero erompere delle forze capitalistiche moderne e che fa in modo che « le mort saisit le vif. » La Lotta di classe, diretta da G. Cassala, la C,-itica sodale di Turati, e le prime annate dell'Avanti di Bis• solati, fino all'epoca dcli' ostruzionismo, non fanno che una vivisezione di questo fondo storico, su cui poggia la vita e il segreto dei partiti in Italia; e molto spesso si soleva allora ricorrere al paratlelo fra il presente periodo storico e quello che si svolse in Francia sotto la monarchia di Luigi Filippo, aggiogata alla aristocrazia finanziaria. Quale il c6mpito dei partiti rappresentanti le classi produttrici nel paese, cioè dei partiti popolari, io questa situazione storica di cose? · Semplicemente questo: liberare il reddito sano delle industrie e del lavoro, dal reddito improduttivo, illecito, e camorristico delle classi plutocratiche e parassitarie che si alimentano attorno allo Stato italiano. Il Partito socialista, specialmente, è tenuto a questo c6mpito per ragioni di metodo storico, perchè questa lotta spiana i~ potere atla borghesia moderna e nuova e sfeudalizza l'Italia, e per cagione di programma, per– chè esso, partito combattente contro lo sfruttamento e contro il monopolio, non può, senza tradire la sua stessa natura d'azione, che porsi a capo di questo mo– vimento contro il parassitismo politico in tutte le sue forme: esuberanza di spese improduttive (militarismo e burocrazia), protezionismo essiccatore di ricchezza, sperperi di spese, favoreggiamenti e monopolii. Difatti lo scopo comune ed immediato dei partiti popolari in Italia è quello di ridurre il fiscalismo e di proporzionare le imposte alle ricchezze. Ora questo è programma che può e deve attuarsi, risalendo alle cause profonde, e alle configurazioni di classi che determinano la politica dello Stato.

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