Il Socialismo - Anno II - n. 14 - 10 settembre 1903

IL SOCIALISMO 217 ' esislenze, migliai:i. forse, rimesse sulla buona via; diccine di famiglie salv:tle dall:t miseria, dallo smembramento, cfo.11:l rovina, dal vizio, dai sifilicomi - e tullo questo col den:i.ro ' di quella donna! La si ammazzi, e s'impieghi poi la sua fortuna pc! bene dcli' umanif.à... Che pesa sulla bilancia sociale la vita di u·na ,•ecchia cachettica, stupida, cauiva ? Non più della vita cl' un pidocchio o d' uno sca– rafaggio; anzi meno, perchè quest:1 vecchia è una cre:1tur:t. m: i.le– fica, un ffo.gello per i suoi simili... ,.. Da questo quadro dello Zimmermann sull:t c:mcrenos:i. piaga sociale dcll' usum, p~siamo all'ahra pi: i.ga vergognosa della men– dicit:\ ambul:mte cd a piè fermo, che offende e disonora l' uma– nità. Quante volte non si è giurato e spergiurato di estirparla? Ma essa b!l.soprnvvissuto a tutte le persecuzioni, incoercibile, invinci– bile, cinic!l.mente ravvolta nei suoi stracci protettori. E questo perchè · si è creduto sempre di dover ricorrere ai mezzi polizieschi e giudizi !l.ri ! Ed ecco il Suo11alort cieco di violi110 del Schulz, e h Cm– daiuo/a del Maniguet, due statuette modellate egregiamente, un 11/mdicanle dalla faccia ebete e smunta dcli' Hieronimus, il Desi• 11aremila ca.sa dei poveri del Harlfinger, dove quattro m!l.lnutriti trangugiano, in uno stanzone pieno di luce e di miseria, una sco– della di brodaglia, l:i Gmle nomade dello Zimmermanu, con un uomo, due ragazzi e un cane che vanno attorno a suon di violino, di piffero e di sbadigli, e /11 lmla:io,u del liasselb !t.ch, r!l.ffigur:mte un \fecchio mttopp.1to e affam !l.to , che d:wanti a un!\ t!l.vol:t ricca– mente imbandita e incustodita !òòÌ mostra incerto se debb:t o no profittarne. Chi sa poi se a\frà vinto in lui il debole e ingiusti– ficato scrupolo di coscienz:i. o lo stimolo della fame! AcC!l.ntoa questo ritrito e pure inei:!l.uribiletcm:i dell:i miseri!\ p!t.lese, sta quello della miseria larvata; e a questo proposito sono degni d'esser notati due quadri, in cui 13profondità del concetto è pui 31]a bontà dell'esecuzione : il Numero 3•2 dcli' J-lieronimus, e In /erra stra11iera · dello Schuster. Col primo I' Hieronimus ci pre– senta una espressiva figura di vecchio, poveramente vestito, tutto sbarbato, da\13 lunga e 3patica fisonomia di sofferente rassegn !l.to . L3 T:tS!l.tur:tdelh faccia, il berretto, il titolo dato al quadro lo fanno credere a prima vista un g!l.lcotto; è invece un facchino, come resulta dalla placca d'ottone del berretto, su cui il numero è in– ciso. ì\fa, galeotto o facchino, egli è pur sempre un'anonima figura tratta fuori dalla sudici:-t, m!l.cilenta e a\fvilita folla dei maltrattati. Anche l:t povera bambin!l. dell'altro bel quadro, /n terra stra- 11ùrt1, fa parte di questo verminaio umano cond !l.nn ! l.to.da secoli ad un'esistenza bestiale. D!l.vanti ad un fornello fioc!l.mente il\umi– nato da un!\ lampada a olio, ed in cui arrostiscono ç.-epitando le castagne paesane, sta un!\ ragazzin!l. con gli occhi assonn !l.ti , con le membra assiderate, con le mani mal riparnte sotto il grembi !l.le. Qu!l.ntcdi queste piccole vittime - m:i.schi o femmine, "enditori di statuette o venditrici di castagne e di noci - non abbiamo noi veduto, di giorno e di notte, per le strade dei paesi stranieri, 3f– famate, bastonate, sfruttate! È per questo che in queste due tele dell' Hieronimus e dello Schuster, disegnate con un amore e una maestria di veri !l.rtisti, i pregi dcli!\ form!l. e del colore spariscono sotto I:\ for,-'\ del pensiero e del sentimento, forza che domin!l. :-tm– l>eduequeste composizioni e si prende da sè sola e per sè sola tutta J'3tteozioue ed il f3.scino di chi le osserva. Specialmente poi in quella bambina magra, em:-tCi!l.t!l., smilza, della pelle floscia e dalla fisonomia sofferente, in quel la figurina mchi1ica dove l'!t.ppetito giovanile comb:tttecou l'astinenza forzata, e il prepotente desiderio di sdmi3rsi e di chiudere gli occhi lotta con l!l.paun della frusta padron3Je sempre sospesa sul capo - in quella fanciull3 abb!l.ndonat!l.dalla bestialità um !l.na a tutti i disagi della miseria fisicae mor!llC, la mente dell'!l.rtista deve aver veduto - al p !t.ri dell'osservatore - tutto il dr!lmm!l. terribile di quella travagliata !l.dolcscenza, che è una sequela spavCntosa di lolle e di dolori, di palpiti grigi, di digiuni e di husse. Scqu~ln. spaventosa, che per l'!t.dolescenz!l.maschile ha general– mente per mèt!l. il carcere, e per l'!t.dolescenza femminile fo. prosti– tuzione, o nella forma piì1 sfoccbt!l. e volgare su~l!l. pubblica. vi!l., che con t !l.nt !l. potenza di realtà dolorosa ha saputo ritrarre il Pleuer col suo qua.dreno A ora tardfl, o in un3 fonn:1. pili larvata ed ipocrit!l..come la Pierelte del Kiesel, o \:i. Balleri11a del 1-lcidner, o il Baaanale di giovùutte dell' ltschncr. Orl>ene1di fronte a queste tele, che sembrnn soffuse di sangue, e da cui sembra. partire un gemito o un!\ bestemmia, voi trovate 11n3volla di piì1 che questo genere d'!l.rte non è il Vero, al qu3Jc finora voi accorda"a.1e a ma.la pena un'occhiala di straforn, m:l è qualcosa di più e di meglio: è il Vero con J'3ggiunta del\' Ideale umano, pulsante nell'anim3 dell'artista ali' unisono con l':u1im:1. uni– vers !l.le. Naturalmente, quest'!l.rte farà ancor torcere il muso a molti; perchè gli episodi e gli ambienti della miseri:\ non sono, :thimè-, rob!l. al\egrn, e fanno provar bene spesso la puntum sottile e Sp!t.Smodicndel rimorso. Anche i pagani fuggirc,no cl!\\ ritrn.rre il · martirio e la sofferenz:i., da cui ebbe poi gloria l'arte cristi!l.n!l..M:t come è impossibile separare un!\ forma !l.rtistica dal pensiero che I:\ ~uove, e come il pensiero di mol,Lissimiartisti moderni è quello stesso che trnv:tgli3 ed agita \' mn:1.nit:l, così constatiamo con gr!l.nde soddisfazione e conforto che l'Arte "a essa pure atteggi:i.n– dosi ogni gioruo più ad elemento di protesta e cli lolla contro tutte le forme di servitù e di miseri!\, va proietrnndo oramai la sua luce iridescente sull'ombra p:1.uros:1. di t!l.nte ingiustizie e di t!lnti dolori. E non è luce smort!l. e sterile di tr!l.monto, ma luce radios!l. e benefica di aurora. C. K. SCIENZA ED ARTE I patriarchi del Socialismo' VI. MORELLY (Basiliatle, 1753). Durante tutto il secolo decimosettimo !li prep:tra nel sotto– suolo storico la cri~i soci !l.le, d!t.11:l quale fiorid più che m!l.igagliardo l'albero della dottrina comunista. Nel decimottavo il pensiero comunist!l. si !l.vvicina 3113 stori!l. e vi penetra. L."'lsu:t fortuna ingig!l.ntisce. Esso di\fenta un:t orien– t!l.zione luminos:t ed una irresistibile fon.a di attrazione. Cessa di esprimersi d!l menti isolate per !l.Ssumcre l'!t.mpiezza di una co– scien?..:lcollettiva; sa.le !t.ll 'importanza di una scuola che moltiplica sè stessa, e il suo grosso m !l.rc rumoreggiante si n:,mpe qu:t e là contro gli antichi scogli tradizionali e conv~nzionali, ma qu3 e là anche rode, consuma e sc!l.lza.i gig!l.nti del passato. Passato di mastodontica oppressione blasonata, di cui la scienz!l. storica contemporanea ha precis."\to la statistic."'lincredibile. Passato che sopr!l.vvivev!l.come, a volte, prima che un soffio d'!l.ria lo sor– prenda e lo decompong!l. in un !l.Uimo,resiste nella SU!\rigich S!l· goma di cçnere lo scheletro antichissimo, nelb tomba. Allora la Franci!l., che fu il fornello centrale della rivoluzione, avev!l. centoqu3rantamila. nobili e cenlotreutamila preti, nelle mani dei quali stavano tutte le C!l.richee oltre la metà. del territorio francese. Essi ernno immuni da t!l.sse,che invece "enivano }X\gate dai ventisei milioni di oper!l.i e di poveri ridotti a\13 piÌI vile e penos:t condizione che le storie ricordino. 1 Vedi: S«ialismo, fascicoli I, 111, V, IX, Xlii, :umo Il.

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