Il Socialismo - Anno II - n. 13 - 25 agosto 1903

200 IL SOCIALISMO Vanest, perditempo, quisquilia.tori~ Qu:mdo pap:t Barberini, re– chi.mandola come rdigioso e giustiziabile dalla Santa Sede, lo ottenne dal ( ;averno Sp:1gnuolo e procurò al mon:1.copensatore la fuga in Francia, là, :i.Ila corte di Luigi XIII e del cardinale de Richclieu, egli benediceva ancora i suoi lunghi rmni neri .di prigionkt, poichè gli avevano permesso di scrivere le sue opere, quasi tutle scritte in prigione. Ove egli,' il domenicano geniale, deve a,•er condotto i suoi giorni, irradiato nell' anim!l. dalla luce del sole Slupcndo dcll!'l. città avvenire. O giorni nei quali anche il cuore del tetro domenicano er:1. toccato dalla scintilla del sentimento umano I Oggi monaci e frati impoveriscono, nelb lotta economica, con ogni sorta di industrie, le classi lavoratrici, :1ffamate',avvilite, soggiogate dalla speculazione degli ordini cattolici, che sono disordine sociale. Ma oggi la coscienza del mondo è gravid:1.della preoccupazione che stancò e dannò il cervello dei pochi solit~ui nei secoli passati. ~fo oggi quella terra, sottile e v:iporosa come un lieve fiocco di nube ali' orizzonte lontano, quella isola fant:1.sticn , Utopia, si è avvicin:1.ta ed è illgraudita, ingig:mtita attorno a noi che spingiamo con la forza della nostra vita tutto quanto il vecchio vascello umano verso di lei. ]Ifa oggi, mentre la ~toria dei re si decompone e svanisce e la frode ndunca e canuta si mostra con le irte ossa sotto il palu– damento pesante che ha coperto lo sfruttamento della casta, oggi, nella luce dolce e infinita dcli' alba umana, appaiono miti e trrm– quille le figure dei patriarchi della giustizia socble, degli antichi e dei vecchi. E accanto alla posa severa dl Platone, presso l'ombra s:mgui– nosa e disperata dei Gesù p:1lcstiniani, vicino alla fiera bellezza di Munzcr che suscita i minatori di J\Jansfcld cd al lento gesto ironico del Gran cancelliere inglese che salva sul ceppo la sua florid:i. · barba senza colpe; fis:1.gli occhi acuti il viso smagrito del rivo– luzion:uio della Calabria, del domenicano comunista, di fra Tommaso Campanella. Paolo Orano. LIBRI ED OPUSCOLI SAINT-AUBAN, L' Idée socialeatt théatre. - Paris, Stock edit., pag. 361. Fr. 3.50. Questo libro di E. di Saint-Anban completa, pcl soggetto che tratta, e gli stati d'anima che riproduce l'altro libro dell'A. Storia sociale al P11lazzo di Giustizia. che è già alla sua terza edizione. L' A. circoscrive questo suo studio critico semplicemente alla produzione drammatica. sociale francese; egli dichia.ra di fare opera di imp~essionista e non di critico e, forse perchè non ha la preoc– cupazione di dover montare in c.'lttedra, fa veramente opera di cri– tic'.'l con questi, che egli dice appunti, e che sarebbero più ricchi - se la censura repubblicana non fosse tanto capricciosa. .. Essa, quando è di buon'umdre » scrive l'A . .-permette delle c~se enormi ma non permette, però, le idee e le don.ile nude qwmtunque, delle due nudità, la prima l' inquieti molto più della seconda. » Essa scomunica, infatti, Décadence di Guinon, una carica contro la cor– ruzione per farla supplire al teatro des Vaudroilles dalla Pmte Douce di Vauderem 1 la più sfacciat:l proclamazione dell'adulkrio. M:rnrizio Barrés, dopo l'interdizione della Giornata Parlamentare, non a torto si domandava: .. Tenterò di prendere il teatro, an– cora, per CSprimere le mie idee? ,. S'associava ad Alfredo de Vi– gny, il quale gridava forte contro la censura che impedisce sempre di approfondire (e lo S.'\ in Italia il nostro Asino) i due caratteri nei quali riposa la cosidetta civiltà modern:i.: .- il prete e il re •. Solo, verso· la fine del gennaio 1894 le bozze di i\•t. Barrés furono rispettate, quantunque gli opportunisti si irritassero poichè il suo bvoro era l'eco di un'altra tr:i.gedia che si svolgeva al Palazzo di Giustizia e tre mesi più tardi le porte de1la Commedie Parisimm si aprirono all'E11gra11age di Brieux: l'ingranaggio bor– ghese che piglia tr:1.i suoi addentellati il deputato affarista. e col– tiva la cancrena. pana.mista. Oggi, malgrado le fantasie coercitive del Procuratore della Repubblica, il problema sociale e le figure sociali occupano in gran parte le scene francesi cd Emilio de Saint-A uban appassionatamente le segue,.. le studia, le an:1.lizzae ne discorre in questo libro cosi suggestivo per la forma, così in– teressante pel contenuto. Dopo la leUura di questo libro quel che principalmente si ap– prende è questo: i primi scrittori del teatro francese trovano nel– l'Anarchia la loro piì1 grande inspirazione. L'allegra pornografia, i desideri dei saloni profumati all'ambra e al muschio, le storiette d'alcÒva, tutti, tutti i pretesti della commedia di carattere, della commedia. passionale, si incominciano a frangere contro un ideale d'arte, umano, vasto, suggestivo; finisce lo studio anatomico dell' in– dividuo, lo studio dei sensi, e s' agitano le idee. E, così, l'Arte interroga tutto il lavoro di un secolo, tutta la sua febbre,•tutte le sue fatiche, le sue illusioni ultime: l'egoismo degli uni e I' anar– chica impazienza degli altri, i dolorosi tumulti dell'officina e I' in– saziabile appetito del capitale. L' A. fa penetrare l'Arte nei boudoirs .-dove inutili intrighi si denuda.po sui divani; essa gu:1rda per l::i finestra, vede passare la massa, quella che soffre, che si agita ... che è oppressa, che si sperde, che si lusinga che è gaia e ruvida, e le fa segno di sa– lire •. È così che l'Arte piglia il posto di quella che serviva non ad insegnare le idee, ma a stuzzic:ire gli appetiti più o meno ero– tici dei vecchi gaudenti e a facilitare la digestione, mentre disde– gnava la massa, la folla che non b. pot1?va intendere: l'egoismo degli analfaheti delle poltrone e dei palchi di second'ordine, pro– clamava l'Arte ... aristocratica I Ma, la folla laboriosa, la massa che abbella e diverte, le legioni di uomini fecondanti la terra, ascendono verso il culmine redentore e l'Arte le segue, amica ,lu– minosa. Nel primo capitolo del libro: Il dramma sodale, l'A. segue questa ascensione. Una volta gli scrittori di drammi e di commedie ci facevano · appena sentire l'eco lontana della folla: folla affamata, che per lo più non app:i.riva in iscena o appariv!l. solo per portare un riflesso di armi lucenti :i.i lumi della ribalta: cran legioni di servi, erano torme di schiavi; oggi, invece, noi troviamo l' istessa folla che viene in iscena disannata; i vecchi protagonisti dei drammi antichi le fanno largo: non son pila gli schiavi, i servi, i soldati messi nello sfondo della scena per trarre un semplice effetto scenico, ma è un attore colossale che rapP.resenta l'Avvenire. . Giustamente l' A. ci richiama alla memoria i .llfaestri Ca11iori wagneriani: essi ce l':1d4itano, la folla, quella che nel cuore delle vecchie città organizza l'industria, il lavoro, e avanza regolata, corporativista, pittoresca., salutante Sachs, il calzolaio sublime che insegna l'ideale con delle armonie che rischiarano come la gran luce della speranza. Ripensate ai Tissera11ds e poi Le répas du Lio11 e Les Afauvais Bergers: la folla p:i.ssa sulla scen:i. trasfor– mata' per i progressi della macchina, costretta nei laboratori dove l'atrofia secca i cuori e i muscoli, ove, come i denti, si cariano le anime e, secondo il motto di Montaigne .. lo spirito ha la colica perchè il ventre sta male· • ; dove sorge la massa che bngue e sospira, qualche volta rosseggiante, come la descrive Baudelaire, la folla a cui la terra deve le sue meraviglie, che sente un sangue scorrere impeluoso 'Ilelle sue vene e che getta un lungo sguardo di tristezza sulla soglia dei grandi parchi dove I' opera.io cambia nome e i belati del gregge risuonano invece dei cauti ... La nostra epoca di transizione varia alt' infinito i soggetti del dramma: secondo l'A. si tratta d'approfondire i c:iratteri su cui

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