Il Socialismo - Anno II - n. 8 - 25 giugno 1903

ANNO II. ROMA,IO GIUGNO1903 N. 8. IL· SOCIALISMO ~ Rivistaquii)òicinale òiretta da ENRICO FERRI ~, ~BONAME~TI. - ITALIA; Anno L. 5 - Semestre L. 2,50 I SI PUBBLICA I Per la Direiion~ e Reduione rivolgersi al\'on. prof. ENAJCO E.sTKRO.Anno L. 6,25 - Semestre L. 3,25, . . , • Fai.:1u, Roma, V1a Montebello, a•lt - Per l'AmministraiioP.• Un numero cenL 25. Il 10 ed Il 25 d ogm mese rivolgersi: Il Sorialim,o, Rivista, Roma, Via S. Claudio, 57 ATTUALITÀ POLITICA Oli Slavi e la Rivoluzione. Nel '48 e oggi. Dalle lotie rivoluzionarie che son passate alla storia sotto il nome di giornatedi marzo è trascorso pili d\m mezzo secolo. Ton è un grande intervallo, questo, nelle vita delle società, ma è già nitto un altro mondo quello di ora, in confronto a quello di allora. La grande trasformazione operatasi si ritrova in modo caratterjstico nella gente ·slava, e nel suo odierno atteggiamento verso la rivoluzione. Nel 1848 gli slavi, salvo pochissime eccezioni, formavano ancora una H massa reazionaria ,,. Esclusa la piccola schlaebtza. e la giovent(1 colta della Polonia, si potrebbe dire che se un contingente di slavi guar– dava con la massima indifferenza alla grande lotta per la libertà dei popoli, l'altro contingente slavo partecipava alla lotta, stand.o dal lato di coloro che volevrno i,iipedire il trionfo della libertà. E purtroppo la lotta di allora fu vinta da costoro. · La sorte della rivoluzione era già decisa a Parigi nelle giornate di giugno, ma se la rivoluzione iu Germania ed in Ungheria fu cosi colpita al cuore e distrutta, se l'assolutismo austriaco potè ristabilire la sua supremazia - tutto ciò fu opera degli czechi, dei croati, e degli eserciti russi. La caduta di Vienna nelle giornate di ottobre del 1848 e la capitolazione dell'esercito ungherese dinanzi al generale russo Paskewitch a Villagos ( 13 agosto r 849) segnarono per la rivoluzione de\– l'Europa orientale una sconfitta altrettanto decisiva quanto l'eccidio di Parigi, nelle giornate di giugno, lo fu per l'Europa occidentale. Non c'è da meravigliarsi se i rivoluzionari te– deschi, per quanto fosse forte in loro il sentimento della solidarietà 1nternazionalc, sentirono da allora un odio accanito verso gli slavi, e· gli slavi del– l'Austria in specie, e li ebbeto a considerare come un popolo abbietto. Gli slavi erano un popolo di schiavi, una nazione destinata a vegetare nella schia– viti.1. Senonchè la ragione del contegno antirivolu:do– nario degli slavi riposava non gi:ì in una disposi– zione misteriosa per la schi:witl1, ma nelle condi– zioni economiche in cui essi vivevano. Eccettuati gli czechi, tutti erano popoli esclusi– vamente e rudimentalmente agricoli, nella vita e nella. psicologia, e non erano in grado di intendere le esigenze sociali e politiche della libertcìe della virn- sociale moderna. In Boemia, è vero, s' eran già sviluppate la vita di citt,\ e la grande industria capitalistica, ma il popolo czeco era fatto di contadii,i, di piccoli bor– ghesi e di proletarii privi di ogni coscienza di classe, e in tutto il loro modo di pensare e in ogni forma di azione non sapevano che ubbidire ciecamente alla borghesia. E se nel 1 848 la piccola borghesia era ancora una classe rivoluzionaria, è per6 anche vero che per la strettezza del suo orizzonte mentale politico, era già chiaro che non ci si poteva pi'l, contare. Mezzo borghese, mezzo proletario, il piccolo borghese si sente ed agisce ora come borghese, .ora come proletario - si butta ora nella rivoluzione, ora nella reazione, ora è un accanito rivoluzionario, ora un umile schiavo - sempre manchevole nella su.t psicologia, di una solida base e di un organico indirizzo d'azione. Tale fu il crntegno della pie– .cola borghesia czeca, che mostrò prima il lato ri– voluzionario della propria psicologia poLltica,e subito dopo il lato reazionario. Fu allora che si sollevò nel luglio contro \Vindischgretz, e Windischgretz si trovò a bombardare Praga. Qualche mese dopo la piccola borghesia czeca tornava ad essere agitata da spirito di fronda, e appoggiava il medesimo \Vindischgretz, perchè questi marciava - era l'ot– tobre 1848 - sulla odiata Vienna. Certamente l'esito della rivoluzione dipese non solo dal contt!gno poco stabile della piccola bor– ghesia, ma altresì dall'antagonismo na;donalc. Per lo czeco, contadino, borghese o proletario, il te– desco era il nemico, lo sfruttatore, l'oppressore. Tedesco era in Boemia il capitale, tedesca era l'alta burocrazia, tedesco l'alto clero, tedeschi glì ufficiali superiori dell'esercito; e la.nobiltà stessa era tedesca. Nd medesimo tempo la rivoluzione in Boemia era un prodotto tedesco, i suoi sostenitori ed il suo scopo era la fortificazione e l'unificazione del popolo tedesco! Era quindi naturale - dato il feroce antago– nismo di razza, cui ~olo il socialismo saprà vincere - era naturale che dopo un breve periodo di eb– brezza rirnluzionaria il popolo czeco si fosse get– tato in braccio alla controrivoluzioue.

RkJQdWJsaXNoZXIy