Il Socialismo - Anno II - n. 7 - 25 maggio 1903

IL SOCIALISMO 101 cifre, che in parte raccoglie dalle statistiche esibite alla Esposizione di Parigi, in parte anche intcgi-a con fonti <lircttamcntc citate. E le cifre rispondono eloquente– mente, provando il grande progresso realizzato dai sin– dacati sulle intricate vie della lotta contro i padroni, contro il c:1pitale, e contro le forme del comando. 11 salario ha manifestato nel secolo scorso una forza di ascensione straordinaria. Tutte le tabelle esposte com– provano che il salario è triplicato nell'agricoltura, più che raddoppiato nell'industria. E si tratta di aumento reak e non nominale, perchè mentre il costo della vita è aumentato del 30 e 40 °/o, il salario è invece aumen– tato del 250 o 300 ¼, in una proporzione cioè assai maggiore. E le ore di lavoro, questo tributo angosciante di sacrifìcii tormentosi che consuma la classe operaia nel mondo nero e polveroso delle fabbriche. sono esse au– mentate o diminuite nel secolo delle grandi scovcrte? 11 Gidc assume ad esame le statistiche sintetiche elci principali paesi per provare come il numero delle ore medie di lavoro sia accentuatamente diminuito. Sic– chè il dirillo trl n/Joso si va sempre più affermando di fronte al dovere del lavoro. L'uomo si libera sempre più dal castigo severo che I' lcldio del paradiso terre– stre gli fulmina sul capo. In Francia le ore cli lavoro che nel 1840 erano cli 15 al giorno in media. sono già scese a 10 ore e J/.~ ed accennano sempre più a sce– mare. In !svizzera le ore cli lavoro giornaliero medio sono discese ali' istessa misura della Francia. E nel- 1' Inghilterra, ove cinquant'anni addietro si lavorava assai più che in Francia, le ore di l::woro non superano le 9 o 9 1 /,., e le 6 ad 8 nei giorni cli sabato. Tutti questi milioni e milioni di ore di lavoro risparmiate dalle classi lavoratrici, signific ano gaudi, ebbrezze, pensiero, sentimento, raffinate1.za, ingentilimento per la specie umana! E la riduzione delle ore di lavoro per le donne e i fanciulli significano tesori di energia, di vigore fisico, cli forza cli resistenza guadagnati alla razza umana! E il segreto di tutte queste grandi conquiste sta in una causa che l'istesso Gide riconosce permanente fra tutti: il sindacato, la resistenza, le lotte operaie. La statistica generale degli scioperi non hft quel ca– rattere tetro e pauroso, per le innumeri ~c )nfiltc ri– portate, che si vuol lasciar credere dai paladini della società borghese. Sono maggiori gli scioperi vinti che quelli perduti. I "-/ 3 delle masse che si mettono in isciopero conse– guono la vittoria totale o parziale. E sono davvero pro– digiosi i risultati conseguiti alcune volte dalle Associa– zioni professionali. La loro em.cacia oramai è nota con larghezza di ve– dute scientifiche e non può essere più seriamente contra– stata. Il sindacato in alcuni punti ha acquistato il culmine della potenza. Mediante il sistema del Label i padroni non potranno che chinare jl capo al nuovo imperio collettivo del sindacato. li sindacato pone, mediante il Labe/, le sue marche speciali sulle merci prodotte nelle fabbriche che hanno accondisceso alle richieste sinda– cali. Per solidarietà, i consumatori sindacati rifiut - anno di comprare le merci senza la marca sindacale. Lo sciopero è l'ultima ratio delle Leghe operaie. La loro forza di risparmio, la loro cassa di riserva, la loro crescente estensione si va imponendo da sola nelle vertenze in favore degli operai in lotta. Il libro del Gide segna un grande avvenimento per il Socialismo. L'Esposizione Universale cli Parigi, nel suo reparto dcli' economia politica, come il concentrato campo di sperimento, ha raccolto gli elementi che ora consentono a Carlo Gide, mente ornma delle più nobili doti dello scienziato spassionato ed attento, cli sentenziare l'utilità economica dell'organizzazione proletnria sulle sorti del progresso umano. Cosi il secolo xix tramanda al nuovo centennio l'am– maestramento fecondo, che mentre le riforme restarono le istessc per significato e per contenuto, procede in– vece il moto sindacale pel suo cammino, conquistando pili elevati salari, migliori condizioni di lavoro, ridu– zione crescente cli sofferenze e di pene. E cessa cosi l'economia officiale ottimistica di imprecare contro i danni delle sedizioni operaie. Questo vuole l'ironia della storia: Che un docu– mento ufficiale di Governo, come il rapporto del ?-.lini– stero cli commercio francese, debba dare la sigla cli riconoscimento, e il battesimo augurale, al movimento proletario dei due mondi. Esso si mostra qual' è: il solo produttore delle sperate conquiste e elci preparati suc– cessi. Il suo cammino è penoso, intricato e disseminato di rovi. Ma ogni passo segna l'ascensione verso una società migliore e pili giusta. Sulla sua strada si legge il monito: Per nspe,~a ad nstrn. E il libro di Gide 1 dettato dal più leale e spassio– nato corraggio scit;ntifico e dalla pili aperta professione della verità, è un contributo assai utile e un conforto assai apprezzabile pel movimento intrapreso dai lavo– ratori di tutto il mondo. Enrico Leone. VITA PROLETARIA INTERNAZIONALE IL SOCIALISMO FRANCESE dopo il Congresso di Bordeaux La situ.:uione del Socialismo fr.mccse dopo il Cougresso di Bor• deaux non cessa punto di essere assai ingarbugliaL'l e sembra :i.n– corn lontana da un!l soluzione soddisfacente per lo iwiluppo armonico del nostro movimento. Ottenuto nelle più irregolari condizioni il voto che ha lasciato 1\lillcrnnd nei quadri del Partito, nulla si~ sistemato, e le difficoltà che ci cr.ino prima del Congresso, lungi dall'essere diminuite, sono invece aumentate. Ciò che soprattutto mancò, a Rorde:iux, alla .-sinistra• del Con– gresso nazionale furono dei C.'lpinoti ed in0uenti, dei leaders par- 1:lmcotari. Coloro a cui il passato davn una maggiore autorità per rappresentare in questa batt!lglia ):i causa del Soci:ilismo rivolu– zionario, i èuesde ed i Vnill:mt ed altri ancora rra gli opcr:ii {°i– lit:i.nti dcli!!. provinci!l. 1 come i Delory ed i Ghesquière di Lill:1, i Corgeron di Troyes, i Manger di Bourges od i Donnoy di '.\tont– luçon - si sono ritirati d:11.-Partito socialista francese • seguendo questo deplorevole sistema francese della scissione 1 • Sicehè :i.li ' .- aln sinistra • non sono rimasti che degli oscuri militanti, la massa ano– nima dei semplici soldati, con qunlche sottoufficialc pieno di energia e di ,•alore, ma poco conosciuto. Essi si trov:irono a lott!lre con1ro 1 Ecco una delle ragioni, e non l'ultima, per la quale noi del Sttdnlitmo siamo sempre stati recisamente contrari alla scissione: and:1nene C rin un ciare alla ponibilità di sostenere validamente le proprie idee nella sede op: portuna - nel se110, cioC, del Pariito, dove tutte le tendente, q\1ando sieuo vere e proprie tendenie, tali vale a dire, da rientrare nell'orbita dc:! pro- i:ramma del Partito, hanno diritto di cittadinanu .. E noi, per conto nostro, dall'anno scorso ad oggi, abbiamo tutt'altro che da lamentarci del non a,•er seguito l' c.5empio dei socialisti intransigenti fr:incesi, fr:i cui Guesde e i suoi si distinguono, per essere della intr:insi• genia a~soluta e •1egati,·a, co~i da noi, come da quei compagni france~i che stanno attorno al ll/rmvemo1t St,dnliste, che seguono la nostra linea di pc11• siero e di azione. (N. d. R.).

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