Il Socialismo - Anno II - n. 3 - 25 marzo 1903

IL SOCIALISMO 37 bussola, vede dileguare da sè la essenza propria, e arena nelle secche del Socialismo di Stato, o del radicalismo operaio, da una parte - del semplice cor– porativismo, dall'altra parte. La CriticaSociale ( r6 marzo) dichiara che se il programma di Millerand oscilla « fra un radicali– sn10 a tinta fortemente proletaria e il socialismo di stato», ciò è « più pel tono che per le cose »; ed « esso è conforme, nelle grandi linee, al nostro ideale e alla dottrina socialista pi,, ortodossa ». Ma anche la Critica, vedendosi sciorinato di– nanzi in tutte 1e sue conseguenze, il progra1nma del riformismo, con la fonnula chiara e tonda di e, ri– formista )), sente ora il bisogno di affermare che cc in Italia non v'è gradazione del Partito che si senti– rebbe pienamente rappresentata nella formulazione socialista del Millerand ". Dal canto suo l'Avanti, riproducendo 111 gran parte il primo articolo di Jaurès, mostrava di non accor gcrsi delle affermazioni rivoluzionarie ivi opposte al rifor111is1110 eccessivo del Millerand. Noi, esponendo ai nostri lettori gli elementi es– senziali e caratteristici del dibattito - constatiamo soltanto come questo metta sempre più in luce la integrità equilibrata ed organica di quel « metodo rivoluzionario » che· la nostra Rivista va sostenendo, e che nella vita pratica come nei dibattiti teorici del nostro Partito, riceve, ogni giorno più, positive e luminose conferme. B. F. PROBLEMI SOCIALI I contratti agrari e dilavoro È la volta dell'Italia ! gridano con manifesto entu– siasmo i partiti riformatori italiani. Anche le nostre of– ficine avranno la loro << carta costituzionale >> per cui l'arbitrio del padrone sarà infrenato, e la soggezione del salariato addolcita. Il lavoratore potrà levare la fronte, e patteggiare le condizioni del suo lavoro; ciò è il più sacro e più personale dei suoi diritti. Anche nei nostri campi, si scuoterà l'accidia dei se– coli, e si regoleranno i rapporti di lavoro e di pro– prietà sulle esigenze dell'età nuova. Il bracciante e il con– tadino potranno ritrovare le dolcezze dell'alma parens: e il proprietario della terra dovrà temperare il suo di– ritto d'impe;rio. E' il nuovo diritto operaio che fa il suo ingresso sulla scena po.Jitica italiana. Queste, le aspettazioni ottimistiche che hanno de– stato i due progetti notevoli che attei1dono la discus– sione del Parlamento: l'uno sul contratto di lavoro, l'altro sul così detto contratto agrario. Il primo è di– retto a dare una maggiore sistemazione ai rapporti del lavoro salariato di fronte ai padroni capitalisti; il se– c~ndo è diretto allo scopo più complesso, ma analogo, d.1precisare la posizione del lavoro e dell'affitto ter– riero di fronte al proprietario. Un solo criterio generale governa i progetti di Cocco-Ortu e di Baccelli: dare una n:iaggiore stabilità ai rapporti che intercedono tra le va– r~e classi che operano nel seno della produzione na– zionale, al fine confessato ed aperto di corroborare gli elementi della tranquillità sociale. Appunto perchè informati a questo scopo di con– ~ervazione del presente ordine economico, sempre più minacciato dal vivo fermento di contrasti e di urti, questi due progetti sono vòlti, per quanto importano di bene, a limitare il dominio dei padroni sui lavoratori, e per quanto importano di male, a temperare la forza di ribel– lione che si viene sprigionando dal proletariato. l. Generalità del contratto economico di lavoro. Rifacciamoci daccapo. Che cosa è la contrattazione economica in genere, e che carattere riveste nella società capitalistica? Questo è l'essenziale problema da risolvere.· Per ope– rare occorre conoscere innanzi tutto la natura della ma- teria su cui bisogna operare. . Ogni atto economico, ci dice il Marshall, è automa– tièo - cioè, discende da un apprezzamento libero e spon– taneo. Ove non è libertà, aggiunge il nostro Ferrara, non vi è economia. L'atto economico originario è lo scambio, che è la espressione della divisione del lavoro. Gli economisti matematici \.Valras, Pareto, ecc., hanno provato che dati due scambisti e la quantità delle loro reciproche merci, vi sarà un prezzo necessario: ogni altra condi• zione è superflua. ~ Così, ogni fissazione di prezzo, sta– bilita per intervento legislativo, resta elusa dal risultato degli scambi. Che cosa è nella società moderna il fatto economico d'un operaio che presta il suo lavoro à.d un intrapren– ditore, o il fatto d'un contadino che esegue la con– danna biblica del lavoro nella terra d'un favorito da Dio? Nulla più, nulla meno che uno scambio. Il Marx ha pro– vato in modo esauriente che il lavoratore che segue, con occhio mesto. il capitalista per farsi « conciare » dentro l'officina, è un malinconico venditore d'una sua disgraziatissima merce: la forza del lavoro. E per quanto accoramento il lavoratore metta in questo atto econo– mico, esso non cessa di essere per lui un atto di libera vendita, e di libera compra del salario. Certo la so– cietà capitalistica é una terribile schernitrice delle umane miserie. Fa creare al lavoratore stesso il capitale con che asservirlo, e, non ancora soddisfatta, lo costringe a.comprare a caro prezzo il prodotto del proprio lavoro. Ma tutte queste accidentalità riguardano la presente forma storica di economia, e non perciò il salario cessa di essere sostanzialmente un prezzo della libera vendita del lavoratore! Tanto libera che il lavoratore può a suo piacimento rifiutarsi di lavorare. Se muore di fame, è affare che lo riguarda. Ma egli è libero di scegliere tra il salario e un altro salario, tra una forma di salario ed un'altra forma; tra una ricompensa e.. niente. Contratto d-i lavoro dunque è contratto di libera compra-vendita. Onde esso ricade sotto le leggi comuni dello scambio. Il legislatore trova in atto tutte le con– dizioni naturali e storiche che determinano questa compra– vendita.2 Egli può garantire le sue forme•giuridiche; non intaccarne la sostanza economica.L'intervenzionismo del lo Stato è circoscritto e formale. Il progetto odierno sul Contratto di lavoro è troppo pregno di pregiudizio spa– gnolesco, per credere che le leggi siano tanto impo– tenti: e non si contenta perciò di starsene entro i ter– mini del suo limitato ufficio. Tutt'al contrario, come vedremo, tratta questo atto economico del salario come un fenomeno governabile a libito... del Parlamento. E sarebbe anche poco un tale errore! Un altro ve ne è, e più grave, che accompagna come la maligna stella il progetto di Cocco Ortu. E' detto subito.· 11progetto confonde il contratto di lavoro, che è una compra- • Lo scambio è un problema determinato, cioè a dire in esso vi s .no tante condizioni quante sono le incognite da risolvere Ogn altra è !illperflua. • " Esso cioè si trova di fronte ad un problem_a determinato.

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