Il Socialismo - Anno II - n. 2 - 10 marzo 1903

rL SOCIALISMO Cosi gli alti forni che nel 1886 erano 1 1, si riducono ad 8 nel 1899 e son riportati ad I t nell'anno seguente. La produzione della ghisa in pani che era nel 1885 16,000 tonnellate, sale nel 1899 appena di altre 3000 tonnellate, non ostante la cresciuta domanda dei bilanci militari. La produzione elci ferro e dell'acciaio, che era di 185,000 tonnellate nel 1886, applicata la tariffa, si ri– duce, nel 1892, a 180,000 tonnellate, e deve il suo ri– ~alire negli anni susseguenti, ai premi sulla marina mer– cantile cd alla trasformazione del nostro materiale di artiglieria. Ma per avere la prova definitiva. che la protezione nun sviluppa le industrie, guardisi all'enorme aumento nella importazione dei prodotti siderurgici cli natura industriale. Nel 1888 l'importazione delle macchine agricole era di circa 17,000 quintali; nel 1900, giun– giamo a 40,000! Dunque, non ostante l'enorme pro– te1.ione, i produttori interni non seppero soddisfare alle cresciute esigenze ciel mercato. L'effetto della prote– zione fu semplice: a) arricchire i proprietari i e azionisti siderurgici italiani, b) far pagare al consumatore italiano il doppio di prima; e) ma mantenere la produzione al- 1' istesso livello di prima. 1 Tanti complimenti ai nostri bravi protezionisti! Se noi continuiamo a spigolare nelle statistiche delle importazioni ed esportazioni, raccogliamo nuove prove della inefficacia della protezione dogai1ale a pro– muovere lo sviluppo delle industrie. Guardiamo, per esempio, alle macchine per la fi– latura. Nel 1887 se ne importavano per 16,000 quin– tali; nel 1896 per 69,000. - Quanto alle macchine per la tessitura, noi passiamo dai 31 mila quintali del 1887 ai 99 mila quintali del 1900. L' istessa cosa che si è verificata per la protezione .1gricola. Si misero i dazi, favoleggiando che dato questo incoraggiamento ai proprietarii, essi avrebbero miglio– rato le culture e l'Italia si sarebbe sottratta, a parità di costo, ali' uso dei cereali esteri. Infatti le statistiche ci ammoniscono che, dopo aver portati, il dazio sul grano da 2.50 a 5 lire, e eia 5 lire a 7.50, l'importazione cre~ce sempre e la cultura interna deca<lc sempre più! lo comprendo perfettamente che si possa sostenere il protezionismo per delle buone ragioni di ordine po– litico e sociale. Per ·esempio, non è un idea da pigliare a gabbo, rendere indipendente una nazione dalle altre 11a1.ioni, anche sul terreno degli scambi commerciali. L·n nazionalista preferirà pagare un pezzo di pane pa– triottico tre soldi più d'un pane fatto con grano estero. 1:: faccenda che riguarda soltanto lui. Se pai tutta la nazione pensa come questo signore, è naturale che ~tabilisca dazi addirittura proibitivi. - Così, ove ci sia un largo dissidio regionale, fra la parte d'una nazione che si dia all'agricoltura e quella che preferisce le in– dustrie, è ovvio che la pane prevalente costringa l'altra a pagare i suoi prodotti più <liquanto valgono al mer– cato internazionale. - Ma in tutto ciò l'Economia po– litica non ci entra e si farebbe bene a lasciarla stare dove sta. Quando, infatti, si vogliono risolvere i pro– blemi della politica commerciale con vari criteri econo– mici - come in sostanza si do\'rebbe far sempre - è inutile risciacquarsi la bocca con i vieti sofismi prote- 1.ionistici. A /11/ti i problemi di baratto interno od esterno I' E– ronomia poli/ira 110npuò dare rlte 1111a sola 1·ispostn: la libertà. I socialisti non possono in proposito adattare alcun particolare criterio. Una soluzione socialista dei pro- ' C'è tanl:i. gente che si domanda: ma pcrchè i meridionali nun miglior.mo b cullur:i delle loro terre? E ne :i.ccusnnol'ignavia tlci mcridionnli. Sarebbe più onesto dire che le tariffe del 1887, dupo :ivcr distruuo il mercato dei prodotti meridionali - facendo raddoppiare e triplic:irc il prc1.1.n del!~ m:icchine ngricole e ,lei cuncirni chimici, hanno impedito la tr.1,; furm:l1.ionc :ii.;ricola. blemi di politica commerciale è una fantasticheria. Sempre che essi si lascino guidare, nella loro scelta, da puri criteri economici, dovranno adottare quella via che è più favorevole al\' interesse collettivo o elci maggior nu– mero. L'analisi economica e l'esperienza secolare hanno oramai dimostrato in modo definitivo che il libero scambio è appunto quella politica commerciale che - data la privata proprietà dei mez1.i di produzione - favorisce maggiormeute la collettivitfl. Arturo Labriola. Nel prossimo numero pubblicheremo una im– portante corrispondenza sugli avvenimenti del• l'Olanda, pervenutaci troppo tardi da W. A. BON– GER, e un completo studio sul Partito socialista e sul movimento dei lavoratori agricoli in Ungheria, che è forse l'ultimo scritto del carissimo LAJOS DOMOKOS, mancato in questi giorni alla vita, al socialismo internazionale, al proletariato italiano del!' Austria-Ungheria. PROBLEMI SOCIALI Sulleggi protettive delavoro ' 111, 1-:D ULTIMO. Passiamo ora a considerare i danni e i vantaggi del lavoro dei fanciulli: Facendo pci bambini la stessa !'-tatislica che per le donne, mettendo a confronto la percentuale dei bam• bini che lavorano nei vari paesi, con la mortalità ge– nerale, ~i vede che, salvo a Caltanissetta, le cifre non vanno affatto parallele. 2 1 \I. S«iflli111u, del , 0 gennaio e ,6 rcbbraio 1903, fo~c. XXII e XXI\'. 'J Per errore, \a tabella che di:,mo qui in noia fo me!>~anell., second" parie dell'articolo (rcla1i,•a al J;ovoro delle ti"""') e ,,j fu mcl*a invece (comt· prima 1abella a pag. 391 - nel Socfolilmo, 10 rcbbraio 1903) l:1 mbella rela– tiva ai 6am6ini, che a,•rebbc dovuto andare qui sopra e infatti la mettiamo qui sopra nel tuto. :,\ suo po110, anche correlta dcll'crror<- che c•cra nel\., colonna verticale a sinistra, l)i:11110dunque, ,cn~'alno. qui i11 nota, la tabella rcl:iti, :, :i.I lavoro dclii: do1111c,che .n•rcbbc dovut,;, 1rnrc nel faJC. XXIV (la prima a l)ag. 30,). Mortalità generale, in confronto della percentuale delle donne impiegate. MORTAI.I'!'.\ 27 o 000 da o da I I da s da 10 a 1 0 00 a so/ 00 a 100· 001 :i 200/ 00 dal ao 0 /r,r; in su Co,.i pure, 11c11,. tabell:t ~rande, a pag. 390 il coufronw non è fra loc: donne occup:itc nc\l'indu~tria e le donne morie c quelle nate nello itu,o pac .. c cd armo: sihbenc fra lc donne occupa cc n<-11' i11dus1ria in un dc1cr mi,mto paese cd anno, e i nati e i mo,-ti, ;,, g,,,,r,, nello stcs\O pa<-..,. cd auno. Quindi nelle- quattro colonne intitolate pcrcc11tua\c delle do1m.– m,1r1.-- 1,c,rcc11111.1le ,\cli..-donne 11:itc, n,.\l<o ~,n~o p:ir~~ ,.,i :,r,no, ,·:i rorr,.tlr, ('o,i p.-r,;l·111u,,\e dei morii - p,-r.:.t!Ulu.1\cdei ,uti, nel!., ~10:,,0 11.1~,ecd ;11mu.

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