Il Socialismo - Anno II - n. 2 - 10 marzo 1903

A,,o Il. 2. IL SOCIALISMO ~ Rivista qail)òicinaleòiretta da ENRICO FERRI ~ aBONAMENTI. • ITALIA:Anno L. 5 - Sc1nestre L. 2,50 I SI PUBBLICA I Per la Direzione e Rcduione rivolrcni all'on, pro(. ENRICO :l.sTuo: Anno L. C,,25 • Semestre L. 3,25. • 1 lO d . 1 2S d' . FBMRI, Roma, Via Montcbello, ~-&. Per l'Amministrazione Un numero cenL 25. I e 1 ogm mese rivolecrsi: Il S«iaU,,,,.,, Rivilta, Roma, Via S. Claudio, 5 7 ATTUALITÀ POLITICA Lapolitica ommerciale dei socialisti · lii. ED t:LTl:\10. ).la quale deve essere, a senso nostro, l'attitudine dei Partiti socialisti nella quistione del regime com– merciale? E' un luogo comune fra socialisti, specie se poco c6lti ed affettanti molta dottrina, che il Partito socialista non abbia ad essere nè protezionista, nè libero-scam– bista, ma seguire una politica commerciale assoluta– mente soC:ialista. La frase è bella e dessa in un comizio pubblico non mancherebbe di riscuotere il plauso della folla. Sventuratamente il suo preciso significato sfugge. Essa può, infatti, o celare un'insidia protezionista o la più confortante assenza di pensiero. Una politica commerciale socialista potrebbe, ad esempio, voler dire una politica co11/orme ngli interessi del Partito socialista, una politica 1 cioè, che serva a rafforzare le schiere dei socialisti, a renderne più sicuri i ~uccessi elettorali, ad accrescerne la popolarità in mezzo agli strati pilt numerosi della popolazione. E questo è precisamente la politica dei politicanti. Questa politica ha avuto molto successo in mezzo a certe fra– zioni del Socialismo francese, le quali, solleticando sen– timenti ed opinioni protezionistici, hanno mossa una \·ittoriosa concorrenza allo stesso Meline. I suggeri– menti di questo speciale modo di vedere son favorevoli agli interessi immediati di certi strati della popolazi0ne, ma riescono a discapito del!' avvenire del movimento operaio e dell'economia generale del paese. Niente serve a caratterizzar meglio l'errore fonda– mentale di questa opinione, quanto un caso analogico assai noto: parlo della cosiddetta politica del lavoro, alla quale abboccano facilmente i socialisti specie nei momenti di crisi. Politica dei la-: 1 oro n1ol dire investire i fondi pub– hlici in opere non considerate strettamente indispensa– bili per dar lavoro a masse disoccupate. In ultima istanza questa politica sottrae la ricchezza pubblica'clagli impieghi più produttivi per" rivolgerli a quelli ~neno produttivi, non potendosi immaginare, specie nei mo– menti di crisi, che esista una frazione di ricchezza non impiegata. Lo scopo di questi lavori è creare artificial– mente una domanda di lavoro in un punto del territorio ove essa è deficiente e dove perciò si ha una generaliz– zata disoccupazione. Se non che per distribuire. ad esempio, un milione di salari occorre pro\'\·edcre anche le materie prime ed ausiliarie, e ~penderne, per esempio, almeno altri due. Quindi per fare un milione di bene– ficenza, perchè a questo torna, se ne spendono tre. Ed allora, mettendosi eia un punto di vista strettamente e:conomico, è lecito domandarsi se non sarebbe stato 1 \", S,,,-i11/i.011f/ 10 I! 25 f..:hhraio 1qo_;. migliore espediente distribuire in soccorsi diretti il mi– lione, e spendere gli altri due in quelle opere ed in quei luoghi ove essi si mostrano più produttivi, o la– sciare ali' iniziativa privata la cura d'impiegarli, visto e considerato che il singolo individuo è sempre il mi– glior giudice del modo di usare della propria ric– chezza. L'inganno della cosiddetta politica del lavoro è stato rivelato da un tre quarti di secolo; esso ha dato ori– gine alla trovata più spiritosa della scienza economica: la famosa petizione dei fabbricanti di candele, bugie, lampade, candelieri, smoccolatori, ccc., del Bastiat per ottenere che questa rispettabile classe di cittadini non fosse ulteriormente disturbata dalla concorrenza ciel sole! Come dicevamo, la rivelazione dcli' inganno è \·ec– chia 1 ; ma ciò non ostante non si tralascia mai di ca– dere nello stesso errore. Peggio è, però, dei sofismi protezionistici. La poli– tica del lavoro benefica, infatti, le classi povere; le benefica male, e il maleficio nascosto, trattandosi in fondo delle classi povere, non è strano che sia stato rilevato. Invece al protezionismo sono interessate le classi ricche della società. Non fa dunque meraviglia che gli errori implicati in questa nozione siano pili tenaci e resistenti. ì\lille \'Olte dimostrati, mille \·ohe ripullulano. Non neghiamo, infatti, che le misure protezioni– stiche riescano talvolta, anzi quasi sempre", a creare una domanda straordinaria di lavoro, almeno entro limiti de– terminati di tempo. Chiuse le porte dei mercati interni al prodotto estero, deve necessariamente crescere la domanda di prodotti interni e quindi la richiesta della forza di lavoro. Le statistiche provano che crescono i salari, almeno nominali, ed anche questo è ovvio. I socialisti, ingannati da questa apparenza, incoraggiano le misure protezionistiche. li sa.lire dei salari monetari o l'arrestarsi del movimento cli rinculata dei salari stessi, è ciò che essi vedono; ciò che essi non vedono è il costo che rappresenta per la generale economia del paese il crescere di quei salari in quanto sia effetto delle misure protezionistiche. Pili chiaramente. La serrata doganale ha per ef– fetto immediato un rincari re dei prodotti, la qual ccsa attenua manifestamente, e sin da prima, l'effetto del salire dei salari. Poi, costringendo il consumatore ad una spesa. maggiore di prima, riduce il margine entro il quale si opera il risparmio, che più tardi si trasfor– merà in capitale e si rivolgerà all'acquisto della forza di lavoro. La diminuzione ciel risparmio, e la pur di– minuita trasformazione del risparmio in capitale (materie prime, strumenti, fondi di sussistenza) hanno per con– seguenza una riduzione della domanda di lavoro e quindi, in tutto il tempo che segue al primo periodo di artificiale rialzo, si ha la diminuzione dei salari. Ri- 1 Vedi del llASTIAT, SopMsmes Ù,momù111u e Cr q11'011 t:oil rl a 1111·"11 ,u -:•flil pnr, ottimo :rntidoto contro le ubbie proteti<r 11i-;tid1...:.

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