Il Socialismo - Anno I - n. 24 - 10 febbraio 1903

IL SOCIALISMO 393 34,004 proprietari che posseggono 24,503 ett. di term cohiv:t.l:l 33,664 proprict:ui 67,32S 17,053 46,896 2,070 1,329 228 72,450 66,915 z3,36o Cioè: 82 °lo propriet:irl posseggono b. metà dell:1 terra colti– v:it:i; l'allr:i mct3 npp:utienc nl 1S°fo: i ricchi. 1.:i popol:i.~ione s':tccrcsce tutti gli :t.nni di 30,000, mentre che il numero dei pro– prict:-trl diminuisce di continuo; nel 1893 ve ne cm.no 326,994, e nel 1897 cr:mo scesi n 293,421; in 4 :mni c'er.i. st:i.t:i:\dunque un:,, dimimu:ionc del 12 °/t,• l'rese1\lemente una buona metà delln Serbi:\ è complct:uncnte prolet:iriu::'lta. Le leggi detcnnin:mo l:l. po– vertà secondo l' impostn direw1.che si p:tg:l: al disotto di 15 fr:mchi si è comidcrati come poveri, e queSto è :mche il censo per cui si h:i diriuo nd essere elettori. In Serbia vi sono 6oo,ooo ciu:i.diui sopm i 21 anno e soltnnto 285 1 000 elettori; 315,000, e cioè il 52%, sono poveri, e privati dei diriui politici. (,3, popoluione delle c,.mpagne emigr.l :1.lle ciuà; nel 1854 vi ernno 41,437 abit:mti nelle città, 636,845 nelleo.mpagne; nel 1900 vi er:mo 458,4o6 nelle città e 2,035.364 nelle c,.mp:igne. Nello scorcio di 65 anni, la popol:uione delle ~pagne è 3umentata di 3 volle, la popol:u:ione delle città di 11 volte. In generale il prolet:uiato si 3CCrcscccon U03 rnpidità spaven– tos:a. La c,.uiva. amministrazione e le imposte pesanti finiscono per rovinare i piccoli proprieta.rl ompagnuoli. lo questi ultimi 3nni gli opera.i della c:,.mp:igna h:mno cominciato !ld :mdarscne all'estero per lavornrc durante I' cstnte. Delle douine di camp:ignuoli serbi lasciano il • paradiso del po,•ero • e v:tnno in Romania e in Bulgaria per guadagnare il loro pane e per poter pagare le im– poste alla madre-patria. La situar.ione degli operai delle città è tristissima. La classe operaia comincia nppcnn ad org:mizza.rsi e ad :ivere coscienza dei proprt bisogni e dc' propri dirilli. li giovane capitalismo serbo, nei suoi primi passi, avido di guadagno, non tienç: alcun conto della salute, della vita dei suoi impiegati. La legisl:u:ione operaia non esiste, il 1:ivoro richiesto da.Ila 1 carne umaml è odioso. Per !lveme un'idea dobbiamo rammcnt:irc il priocipi:u- del regno C..'lpitalistain lnghilterrn, così magistn.lmente tracciato d.'l M:ux e d:i. Engels. Sono di preferenza impiegate le donne nelle fabbriche i tre quani del personale è di sesso fem– minile; gli opifici sono pieni di fanciulli dai 10 ai 14 :i.noi. Là si lavora da 1 5 a 18 Qrc per giorno. Negli zuccherifici, il lavoro durn 24 ore di seguito; segue un riposo di 12 on-, e la torturn ricomincia. E qu:tnto si guad:agna. con questo lavoro schi3ceiante~ Un opera.io nelle mine di Kouille guad:agn:t 287 franchi all'anno; nelle c:,.vc di pielrn 261; nelle miniere 253 ! Di più qucs~o ulario di fame è p:-tgato :t gettoni. ~ei piccoli opifici di Belgrado le paghe son ci.uestc: Sabri di una Salario Giornate di lavoro settimana, annuale, in 1111 anno in franchi in franchi Falrgn:imi. 180-200 1.60 - 4 304 - 760 l\luratori 140 - 160 2.50 - 4.50 375-675 Cab:olai 170 - 210 1.60 - 4 304 - 760 Fabbri . 170 - 210 2 - 4 380 - 76o Tipografi e legatori. 200 - 220 1.50 - 4 315 - 840 Terrazzieri . 16o - 200 1.70 - 2 270 - 340 C:a...,..onid'uffici \ Compreso il pasto 6oo - 840 Impiega.ti di commercio. 200 - 6oo f'om:ti I e l'alloggio. 120 - 300 Domestici . 16o . 340 Nelle provincie è ancor peggio: i vecchi costumi sconosciuti altrove vi rivivono. li s.'\lario varia da 100 :i 300 franchi per anno. Nell'industria tessile a Pa.ratchine, :t Lesdo,·atz, :t Ougit.d·, le ope– r.1.icguadagnano da 40 centesimi a un (rnnco al giorno. Qu:ilche volta, esse la,·orano gratuibmente un certo tempo per esservi am messe. Le tessitrici di tappeti a Pirot gua.d:tgnano da 30 a 6o centesimi 31 giorno. In campagna si lavora qu.'l.lche volta 15 ore per due chili di fo.rin:i ! Senza dubbio, tutto ciò è paradisiaco I Ecco :l che si riduce l:i famos:1 leggend:i del • paradiso del povero • in questo bel paese di Serbi:l ! La classe opcmia cresce di giorno in giorno, i proletnrl delle città e delle c:unpagne "i sono odiosmnente affamati e sfnttt:i.t.i,come d3ppertutto; ciò che vi rni1.nca è soltanto un po' di diritto e di mez.zi di difesa che la clttSseope– rai:t dcli' Europa occidenL'\le ha s:aputo st~tppare alle classi diri– genti I L"l borghesia serba si chiude intanto gli occhi, la bocc:t e le orecchie non volmdo ,·eder nulb nè sentir nulla. I,a crescente mi,;eri:i di questo popolo valoroso, la fame che devasta le nostre belle e fertili cnm1'\.'\gt1e, l' indigenz:i che decima la popolazione lnboriosa delle ·città, lo spartimento rnpido in magri e grnui di quc-.u popol:u:ione che era prima in condizioni economiche egua– lit:irie, le scosse sorde che annunciano prossime lotte sociali, tutto ciò non è che declamazione socialista? ! F:ar conoscere tutta questa mi~ria immensa cd immerit:t.ta . 1 dom30d:u-e il diritto all:i vita per questo popolo :tfr:uruuo e martirizz.a.to : tutto ciò non è che ~por– tazione d:ll po,·ero Occidente?! Ah I questo Occidente è splendido quando i Governi cc ne importano il miliurismo, il censo elettorale, le case di giuoco e il Senato, ma è imp111ridilo qu:tndo noi oc apportiamo le idee serie e forti dcli' cmt1.ncipuione soci3le, qnando noi facciamet ,•edere :il nostro popolo infelice I' ide:i.le sublime del Socialismo liberntore, le lotte feconde e vittoriose dei proletari del mondo intero, quando noi gli moslrinmo il Sole Rosso che si leva ali' Occidente gridando con il gr:mde poeta Hcine: • Sono già sei mila anni che si nl7.a in Oriente, è ormai tempo che cambi il suo corso I • E le nostre voci non v:inno perdute, la buona semenza vien gettala a piene mani, il risveglio del popolo è incominciato. Gli ultimi scioperi, il numero crescente dei sindacati, tutt:t un'azione politiC!l,economica, intellettuale è là per affermarlo. In un:'l.prossima corrispondenza intrntterrò i valorosi lettori del Sodalis""'• intorno all:i situazione politica e al mo,•imento socialist:l nel nostro p:icse, che vale molto più della riputuione che ali' estero è nd esso fattn da quelli che lo governano. J. Skerlitch Profuson alr Università di Belgrado. LIBRI ED OPUSCOLI ALESSANDRO S,nLARI, Gli scioperi agricoli i11 Italia. - Roma, tip. del Senato, 1 902, pag. 24. L'egregio giurtsta, consigliere della Suprema Corte di C.'lss.1- 2:ionc, mostm in questo succoso bvoro tutta la forza di sincerità che lo animn ed è un bel segno dei tempi. Egli comincia: • Gli scioperi degli agricoltori, succeduti di recente in diverse provincie cl' lrnlia, elci quali molti si sono preoccupati, dchbono attribuiNli non ad altm cnusa che :\Ile mutate condizioni politiche ed economiche, e nlla coscient!l che le masse h:rnno ac.-quistnto della propria dignità., coscienz:i. che loro dà il diritto di reclnmare un tra.ttamcnto più equo ed um:mo. e Il mondo, • dice Machia– velli, • rappresenta una lotta continu:i tra gli :ibbienti e i non ab– bienti mantenuta desta in tulle le epoche, e quando $i è fermata, per un certo tempo, subito dopo si è riaccesa con maggiore osti– nateua e (crocia. • Come mutano le vicende di una nazione, mu– ta.no :anche i bisogni delle sue popol!lZioni e, di con~enzn, da p:trte di queste 13 pretes.'\ di m!lggiori concessioni • . E dopo aYerc riassunto a 13rghi tratti i periodi culminnnti dell:i stori:t delle lotte (ra. • domin:inti e dominati •, dopo nvere cond:in

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