Il Socialismo - Anno I - n. 20 - 10 dicembre 1902

IL SOCIALISMO Perchè se non si arriva a questo - a rendere cioé disponibili nel nostro biljli,11cio almeno 150 milioni annui, per l'incremento della produzione e del lavoro nell'in– dustria e nell'agricoltura - tutto il resto è solenne canzonatura. Ora, è possibile sperare questo da un Ministero - che ha ereditato dal precedente i due ministri coman– dati, per la guerra e per la marina e si è fatto pagare dai socialisti la relativa neutralità economica con l'au– mento di una quarantina di milioni nelle spese militari - da un Ministero che ha per ministro del tesoro un uomo, che si è mostrato, con la inettitudine nell'e– missione del nuovo titolo di rendita al 3 1 / 2 per cento, assolutamente inadatto e mal disposto alla conversione degli interessi del debilO pubblico al 3 per cento, come noi chiediamo? I nodi, adunque, si avvicinano al pettine, perchè l 1 antagonismo di interessi fra la claS!,Z"dominante e la classe dominata può annebbiarsi per un momento, ma non cessa di esistere per questo. E così il gruppo so– cialista sarà portato a riprendere la sua funzione - non di semplice e monosillabica negazione, come era e sarebbe inevitabile di fronte ai Governi reazionari - ma di opposizione vigilante e combattiva, che non esclude la possibilità di qualche voto favorevole per lo sgravio delle quote minime o ... per quel divorzio che è riforma civile e desiderabile, ma che interesserà 50 mila per– sone in Italia e non interessa certo il proletariato. * * * E non pare che il babau Sonnino possa servire di nuovo a far ingoiare le spade ... politiche dell'orto- dossia ministeriale ed offi.ciosa, perchè i giocattoli, a lungo andare, annoiano e perdono ogni attrattiva. Lo spauracchio Sonnino poteva funzionare quando la libertà delle organizzazioni proletarie non era ancora diventata pratica quotidiana - che nessun Governo oramai si arrischierà di sopprimere o mutilare. Adesso, con una cronica recidiva, esso non farebbe che ricor– dare i tempi di Depretis, supremo corruttore della vita pubblica italiana, quando, ad ogni timida minaccia di opposizione e di crisi, si gridava dai suoi moretti: non c'è che lui! non e' è che lui! E poichè la politica è pur essa, nella dottrina socia– lista, il giuoco di interessi e di forze naturali - non l'artifizio ciel libero arbitrio di questo o quell'uomo di governo o di opposizione - cosi anche l'assenza più o meno forzata, in queste prime settimane di lavo1 i parlamentari, della minoranza intransigente del gruppo socialista, gioverà a mettere in più libera evidenza la inconcludenza di una ortodossia ministeriale, che non potrà mai essere una feconda difesa degli interessi e diritti del proletariato. In Italia siamo appena al miuisterialismo del gruppo socialista. In Francia abbiamo avuto per più cli due anni un ministro socialista. Quale traccia rimane della famosa opera di ~'lillerand nella vita del proletariato francese? quali conquiste può quel proletariato registrare di elevazione economica, morale, politica? Ciò che ri– mane è la dichiarazione dello stesso Jaurés, al Con– gresso di Tours: che l'esperimento di un socialista al governo era meglio ... non ripeterlo! Auguro che l'esempio non vada perduto per il Par- tito socialista, anche italiano. Enrico Ferri. Resoconto e note sul Convegno nazionale della resistenza. Le ragioni del convegno. L' inizi:itiva del Convegno era partita dal Comìtalo Centrale della Federazione delle Camere del Lavoro, cd aveva trovato il propagandista e l'organizzatore ncll'on. Angiolo C:ibrini. Di fronte al crescere rigoglioso di nuove Federazioni di me– stiere e :tll' ingagliardirsi delle già esistenti, si trattava di creare un org:tno di mccordo tr :i.le Fcder:tzioni e le C:tmcre del L:tvoro, organo destinato non solo a risolvere le questioni di competenza reciproc:t, m:i. anche :l coordin:-trc l':-tzione di tutta la classe l !J.yo – ratricc org:tnizzata, per la soluzione delle quistioni di pili urgente interesse, e per una piì1 proficu:1.rip :trtizionc cd economia del la– voro di organizzazione. l.:t necessità di intcgrn.rc tutti gli sforzi del prolct:i.riato org:t• nizz'.lto si Cr-3. manifest:lt:l sin dal Congresso di Reggio Emilia, doYe i rapprcfientanti delle Società di Prcvidcm~:t, di quelle di Coopc• r:u:ionc e delle Camere di Lavoro si erano già trov:tti per la prima ,•olta a contatto con proficui rcsultati. Ad un nuovo convegno spronavano :inche i precedenti del Congresso di Stoccarda e di Algeri, che ndditav:mo come il biso– gno di un:t hitcsa fosse gia del pari sentito in Germani:,. ed in Fr:tnci:1.,e come ivi si fosse già provveduto a crc:lre o ad inizi:i.rc organi ccntrnli di vigil:1nz:1. e di coordin:i.zionc fr:,,org:lnizzazionc ca– merale e organizzazioni sind:tcali. 1 Cume facemmo 11oiper il Co11grc~so nazionale ~ocia\ista di Imola - fa«:icolo triplo {48 pag. in composizione fitt.i) del Socialismo, .1:5 sett. 190.1:, in \'Cndita pre,.so la nostra :1111mìnistrazione, via S. Claudio, 57, Roma, al preizo di C'! =nt.so - e il nostro Resoconto è restiHO fiuora l'unico di quel Congre'>l'O - cosi ha fauo ora ))er noi, n:1turalmeute a$$ai pili i11succinto, il doti. Cio,•anni Petrini, consult:ntc della Camer:i del lavoro di Milano. Noi ~ia1110lie1i di dare ai nostri lettori q11c~10Resoconti'), in.~iemc a quello che Jean Long11et ha fotto per noi degli :inaloghi congreui delle organiuazioni france$i. (N. d. R.). Le adesioni. In lt:i.lia non si cm an..:orn avuto un Cong,-esso delle Feder:t zioni di mestieri, cd il Convegno del 1° e 2 noYembre doveva in parte supplire a questa bcun:t; può ben dirsi che la C.'lratteristica del Convegno fu d:lta d:illa partccip,.'tzione attiva e taivolta batl:l gliern dei rappresentanti de-Ile Fedcrnzioni. Esse aderivano in numeri di 25 così elenc:tlc: 1. Bottigliai, sede Livorno (Riaiardl). - 2. Calzolai, Mi– lano (Afariam). - 3. Cappcll:i.i, Mom-.. 'l (Rei11a). -- 4. Lavora– tori della mensa, ~mano (Codevilla). - 5. Chimici (prodotti), i\·li- 1:tno (1l/ai11tllt). - 6. Edilizia, Torino(Quaglino). - 7. Ferrovieri grandi reti, i\lil:tno (.4. Calleam). - 8. }"erro\'ieri secondarie e tr:tn\'icri, i\lilano (!'. Aftrlùm). - 9, Gazisti, ~lil:tno (L. Nudu). 1 o. Giorn:11:l.i,r-.'lilano( C. Corsi). - I 1. Impiegati :tziende pri– v:tte, )lilano (O. l.azzari-Pavw). - 12. Legno (1:tv.), Torino (C. 11/nrdietlt). - 13. Libro (lav.), Torino (E. Go11dolo). - 14. Litogrnfi, Milano (D. 7òmmasim). - 15. Mare (13.v.), Ge– nova (P. Chiesa). - 16. Metallurgici, Rom:,. (E. Vtrzt). - 17, Orefici, Gcno,•a (A. Calza). - 18. Panattieri, Milano (P. Prtmolt). - 19. P:trruchieri, Rom:t C. C. Rtuht). - 20. Pcl– bmi (bv.), i\lilano (F-: Strrugtn). - 2 r. Porti (1:iv.), Geno"a (C. 1Jfuriald1). - 22. Stato (lav. dello), Torino (E. Simtom). - 23. Terra (lav. dell:t), Bologn:i. (C. Vtzzam). - 24. Tessili (lav. :mi), )1ibno tZ. Negn). - 25. Vetro (Confod.), i\fifano (A. Triujlel). In tutto, compresi i lavoranti S..'lrtiin "ia di costituzione fede– rale cd invitali con _diritto di parola, erano rappresentati circn 480 mila la,•omtori. IJci lavoratori dello Stato fu invitai:\ la sol:1 Umo11t con ~ede in Torino, come quella che impone ai proprii soci l'ndcsione alle Camere del LaYoro.

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