Il Socialismo - Anno I - n. 18 - 10 novembre 1902

294 IL SOCIALISMO versale con la soppressione del diritto censitario e del voto plurimo, l'organizzazione dell'insegnamento gra– tuito, laico e obbligatorio, e il decentramento ammini– strativo, nonchè la creazione di un sistema nazionale d'irrigazione delle campagne e la istituzione di una imposta sul reddito fondiario, con esenzione dei miglio– ramenti di cultura effettuati sul suofo dall'occupante. Questi ultimi due capi del programma furono suggeriti dall'interesse che gli operai delle città hanno alla pro– ·sperità degli abitanti delle campagne, che sono i con– sumàtori dei prodotti che essi fabbricano. Gli operai australiani pensano che il miglior mezzo per diminuire il numero dei disoccupati e per mantenere i salari alla maggiore altezza possibile, è quello di favorire l'occu– pazione del suolo per parte di piccoli proprietarì, e di aiutarli con appositi istituti cli credito agricolo. Questo programma del 1891 è restato, nelle sue grandi linee, il programma del Partito operaio austra– liano, e lo ha condotto, con l'alleanza naturale del partito liberale, a quel Socialismo senza dottrine di cui parla il M,étin. Su questo libro, per le ragioni che ho detto prima, non credo di dovermi a lungo diffondere. A me sembra importante notare, per esempio, questo dato di fatto che il Métin ha messo in una piccola nota a fondo di pag. 3: « La nuova · Zelanda - elle è, delle cinque colonie, quella tWVe la legislazione sociale è più avanzala - Ila mia popolazione di 756,505 abitanli su una superjieie uguale a quella del!' Italia. » Ora si capisce che tre quarti di milione di gente possano permettersi dei lussi çhe non possono essere neanche sognati da trentadue milioni di persone - a parità di estensione ciel suolo da esse occupato. Da questo fatto molto semplice, in buona o in mala fede trascurato da tutti coloro che hanno gioito rinfacciando il socialisino australiano al socialismo eu– ropeo, mi sembra che si spieghino tante belle cose. Si noti che gli operai auStraliani sanno benissimo che Ja floridezza delle loro condizioni - quelli che le hanno floride, e cioè gl.i operai specializzati (skilled), quelli che compongono le Trade's-Unions, in Australia come )n Inghilterra, e che sono e ci tengono ad essere, con· un egoismo che a noi Latini appare ributtante, net– tamente clistinti dai poveri, da quelli, cioè, che non appartengono ad uno dei grandi mestieri, comè sareb– bero i metallurgici, i minatori, i tessitori, nei quali si raccolgono in grandi opifici grandi masse di lavora– tori - gli operai australiani - dunque - ·sanno be– nissimo che la floridezza delle loro condizioni dipende dalla pochezza del loro numero; tanto che non solo hanno fatto adottare dai Parlamenti delle leggi impedi– tive dell'immigrazione, ma nei rapporti sessuali si com– portano così che « il numero delle nascite da venti anni diminuisce in ogni anno, dappertutto, e in una maniera continua.» T'uttavia io dubito che degli operai organizzati pos– sano ancora per lungo volger di anni, alla domanda di quale sia il loro programma, rispondere: Il mio programma? Dieci scellini a! gior'llO. L'influsso delle giandi correnti dell'economia mo– derna finirà per rompere le artificiali barriere frapposte alla immigrazione, - come le correnti ciel mercato inter– nazional~ romperanno l'artificiale equilibrio degli inte– ressi , momentaneamente ottenuto. Allora bisognerà p~nsare a tutte le altre cose che contribuiscono al poter ayez;e sì o.no.i 10 scellini:(12lireemezzo) al giorno. .E ,forse allora ver.rà anche laggiù il socialismo con le ·clotff.ine·. Bruno Franchi. . Il douor C. Petrocchi <ledi~ cinque colonnc.delfo. Cril;ca So– dale (1° novembre) per sostenere che io, sono impeciato di me-ta– fisic:t, pcrchè dico e ripeto che l'energia rivoluzionaria pilt forte sta ne\1:1 cosden:.a sodalisla, che bisogna form:1.re oc· proletari, prima e al disopra delle preoccupazioni degli ulili immcdi:1.ti . Esposto così il mio pensiero, come io l'ho sempre esposto, non c'è chi non ne veda 1:'.l. dirittura. Per criticarlo, il douor Petrocchi lo deform:1 con un trucco polemico, che gli ho già indicato in una nota del fase. Xl di Socialismo, a cui egli ora risponde. Egli mi fa dire che, fonn:tta l:t coscienza socialista, lutto il nslo vitm da sè. E parte in guerra .. polemica contro questo pen• siero ... che è suv, ma. non è mio! Il dottor Petrocchi, se volesse usare sincerità polemica, trove– rebbe, per es., uel :nio Socialismo e Sciema positiva, che egli cit:t dove gli fa comodo, mille prove del come io abbia sempre detto, seguendo M:ux, che le idee non dctermin:1.no i falli, ma vicevers:1; :1.ggiungendo,nel\' interpret!'tzione del materialismo storico, che però le idee, detennim.te dai fatti, reagiscono alla lor volta soprn di questi. Questo, oggi, è a b e, caro signor dottore! È la sintesi sociologica, quest:t che il dottor Petrocchi •- pren– dendo per posivismo il suo empirismo - chiamerebbe metafisica: chè se Augu:;to Comte indicò nell' inlel/igema h forw motrice dell'evoluzione soci:1.le, Spencer fece un passo pd1 innanzi indican– dol:1 invece nei sc11ti111mti, e Marx risolse il problema indicandola ne' bisog11i (condizioni d'esistenza) che dctermin:1.no sentimenti cd idee. Non µuò quindi esser mio il ·pensiero, attribuitomi dal dottor Petrocchi, che basti diffondere certe idee e certi sentimenti perchè poi il Socialismo si faccia d:t sè. È mio invece il pensiero che non bast:mo i bisogni o le con– dizioni di esistenza perchè il proletar·ato, che mira alla loro sod– disfazione e al loro miglioramento, a.hhia energia e metodo rivo– luzionarii -· non bastano, se in esso non si formi, con la. propa– ganda e I' organizz:uione, una cosdm.za socialista, in virtù della quale esso, :1.ldi là delle riforme, veda e voglia l'ideale rivolu- 1.ion'.\riodella proptietà eolleuh•a. Questo ideale non preme al rirormista dottor Petrocchi e poi– ehè io lo vado divulgando ostin:1.t!unente, egli mi chi:1.ma • me– tafisico.,. Io sorrido... e continuo :t lavor:1.reper formare delle coscienze socialiste. E. Ferri. SCIENZA ED ARTE L'OPERADI ZOLA E IL SOCIALISMO Per molta gente del gran pubblico i rapporti di Zola col movimento operaio - rapporti di pensiero e di azione - non datano che dall'affare Dreyfus, per l'ap– poggio che il Partito socialista arrecò a lui nella grande campagna eh 'ei fece per la giustizia. Ma è un profondo errore. Tutta l'opera letteraria di Emilio Zola, il concetto suo della vita, la sua medesima personalità, l'avevano da molto tempo ravvicinato al movimento nostro, e fin dall'inizio della sua magistrale serie dei Rougon Mac– quart - storia naturale e sociale di una famiglia sotto il secondo Impero - lo scrittore s'innalza ad un'analisi di fatti che ha il suo epigono ideale nel pensiero so– cialista. Evidentemente Zola è dominato, durante una gran parte della sua vita, dalle idee darwiniane o piuttosto dalle illazioni abusive che i professori patentati del re– gime capitalistico trassero dal darwinismo. L'influenza dell'ambiente naturale è sopratutto messa in luce da lui in questo primo e maggiore periodo della sua attività intellettuale, e l'influenza molto più pro– fonda dell'ambiente economico é trascurata. Nella sua Filosofia dell' arie, il Taine spiega le ca– ratteristiche dei grandi maestri della pittura italiana del

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