Il Socialismo - Anno I - n. 18 - 10 novembre 1902

IL SOCIALISMO poichè es~ non mirn affatto a dare alla Chies.'l - come tnlc - un maggiore potere, ma bensì a l{:\rcntirc semplicemente ai genitori In pos,ibilit:'l di libcrn scelta nel genere d'istruzione; 2° che ogni coercizione in materia religios.-i ha sempre genernto un senso pro– fondo di rivolta, ottenendo inohrc lo scopo contmrio a quello vo– luto; 3° che la religione per sè non è necessariamente un' :uma del capitalismo; 4° che fo. democmzia sociale considera la religione come affare privato e che perciò non può valersi della potenza dello Stato per comb.'lllcrla; 5° che la sua lott:1contro il c:ipitalismo deve avere un c.-u-nllerceconomico e non menomare la libertà del pensiero;- in ahrc parole, che, qualora prevalesse nel p:utito la tcn– \\enza contraria al sussidio, molti opcmi credenti sarebbero trall(.'– nuli dall'affiliarsi al parlilo che mppresenta i loro veri interessi. li risuhalo dell'ampia discussione nel Congresso fu favorevole all'ordine delle idee ultimamcnlc esposto. Con 72 contro 33 voti fu accellato il segut!nte ordine del giorno: • H Congresso del Partito operaio socialista dcmocr."ttico fa istanza allo Stato di provvedere ovunque l'istruzione elementare obblig:uoria, gratuita e sufficiente; • considera perciò necessario di rialzare il livello della scuola elementare col pagamento di tutte le spese da parte dello Stato, il quale deve inoltre tsercitare la sorveglianza sulle scuole; • constatando che gran p:lrte della classe operaia di Ol:u1da desidera per i suoi figli l'istruzione rcligios."l, e ritenendo inoppor– tuno di ostacolarla in questo desiderio, poichè non spetta alla de– mocrazia socialista di scindere l'unità della classe operaia di fronte ai capitalisti religiosi o irreligiosi per controversie teologiche; • richiede dalla scuola privata le stesse condizioni materiali di quella pubblica anche in riguardo alla posizione dei maestri, la di cui indipendenza dovrà essere gar.mtita dallo Stato insieme :lii:\ libertà dei genitori nello scegliere la scuola; • e s:i dichiam finalmente, solo dopo la completa realizz:i.– zione di questi postul:i.li, favorevole a disposizioni che equiparino le scuole private a quelle pubbliche. • Nel giudicare quesl'ordine del giorno, che si scosla dalla po– sizione assunta dalla democrazia sociale negli altri paesi in simili questioni, bisogna anzitullo tenere presente le consider."ttioni se– ,;ucnti: primo, che l'Olanda è paese profondamente religioso, in cui gli opemi sono pur troppo :tSSOrbiti da questioni teologiche, cd in cui perciò è necessario :ittirare la loro auenzione alla lotta di classe scnz."\ spingerli, con un'azione diretta contro la religione, a fare caus."\ comune coi correligionari capitalisti. Nella questione della scuola, poi, l'Olanda è fra i paesi più progrediti dcli' Eu– ropa (il più progredito, a quanto mi pare), essendo la scuob pub– blic.."lsenza inscgnamer.to religioo;;o.Mentre i compagni negli altri paesi si trov:i.no a.ncom, di fronte alla religione, sulla difensiva, vale a dire che devono combattere la scuola confessionale, in Olanda si tratta di proibire - in via indiretta - ogni istruzione religiosa, di prendere, cioè, l'ofTcnsiv:1,e questa, per qu:i.nto utile in sè, po– trebbe, nel caso :i.tluale, esserci dannosa. A quanto mi pare, Bebel ebbe a dire una volta che i socialisti, in tutto quello che fallno, devono badare a ciò che dicono i loro avversari ; quando <1ueestidicono che è cosa buona e ben pens:lta, allom siamo certamente sulla via di commettere un errore, e vice– versa. Se_ ci valiamo nel c:iso alluale di questo criterio, dobbiamo dire che b maggioran1.a del Congresso ha fatto buona !)(;elt:l, perchè mai la stampa ci.ttolica e calvinista ha dato segni tanto m:mifo~ti di disillusione come dopo l'ultimo voto! Aveva sperato di vedtr pass:ir,c l'altra mozione che avrebbe fornito per anni un"arn1a potente contro i socialisti, e tale speram.:a è s,•anita per sempre. Secondo i cleric.."lli,quelli che votarono la mozione dcli.i. maggiornnz.i., sono n.i.turnlmcntc degli opportunisti, mentre che i contrari sono i Sociafo,ti puri che hanno <.-onscn·atointatta la dot– trin"l rli Marx e di Engels. Che sieno proprio i cattolici ed i calvinisti gli interpreti mi– &liJii del marxismo, i miglio,i giudici nella quesLione? W. A. Bonger. ILPASSATO, ILPRESENTE EL'AVVENIRE DEL PROLETARIATO AUSTRALIANO Dopo che Tom Mann, il forte agitatore socialista dcli' Inghilterra, ebbe compiuto la sua inch~esta sulle condizioni del proletariato e del Socialismo nella Nuova Zelanda - e di questa sua inchiesta egli inviava pro– prio a questa Rivista la primizia, da \Vellington, nella Nuova Zelanda 1 - si sono incominciate a sfrondare le leggende cresciute attorno a questa terra cli Bengodi del riformismo, e perfino la Critica Sociale, tirando sassi in colombaia, pubblicava recentemente 2 un arti– colo di Sticus, che sulle orme della Neue Zcil ciel 14 e 21 giugno, e dcli' inchiesta di Tom ~ 1 lann, e cli un art.i– colo del Pcop!c, organo ufficiale del Partito socialista australiano - recava che la famosa legislazione sociale neozelandese « è fatta nel vuoto, e non incontra oppo– sizione nella classe capitalistica industriale, perchè sif– fatta classe non esiste,» che la miseria più squallida ( « sino a 20 adulti, oltre ai bambini, vivono talvolta in una casa di sei stanze »: « le abitazioni operaie nel cuore cli \Vellington sono tali che è difficile trovarne cli uguali nei peggiori quartieri di Londra, » ecc.) la miseria più squallida espone i suoi cenci sotto il re– gime della legislazione sociale più completa e più svi• luppata, - e conclude: « Altro adunque che parlare di Socialismo della Nuova Zelanda, di cui il primo mi– nistro, Secldom, unico fra tutti i ministri delle varie colonie convenuti a Londra per la mancata incoro– nazione di Edoardo VII, accettò il progetto imperia– listico di una tariffa doganale di favore tra le colonie di lingua inglese, vagheggiato eia Chamberlain ! >> Questo noi andiamo dicendo da un pezzo - e lu– cidamente lo dimostrò nel suo forte e profondo discorso Arturo Labriola al Congresso di Imola 3 - che cioè, ottenere una legislazione sociale, le riforme, è men che niente, per il proletariato, per i famosissimi« globuli rossi » nel sangue del proletario - se mancano le con– dizioni cli applicazione di quella legislazione, come man– cano in Italia, salvo in qualche centro industriale. E che, inoltre, fare della legislazione sociale è ancora men che niente per il Socialismo, se lo spirito e la coscienza socialista non presiedono al loro otienimento - invece del presiedervi il gretto e illusorio pensiero dei « van– taggi immediati,» come professava il Chiesa ad Imola - e così la Nuova Zelanda, con tutta quella bella JegisJa. zione sociale, non conta più di 200 socialisti, raccolti attorno al Peop!c, come scriveva Tom Mann. Ma vediamo ora gli articoli del deputato Vigouroux pubblicati nella Revue Ble11e, n. I, 2, 5 del 1902 1 i quali fanno riscontro al libro del Métin, 4 ,e sono, gli uni e l'altro, il risultato di inchieste compiute in Australia e nella Nuova Zelanda, per incarico del Jl1usée socia/ cli Parigi. Norma costante per le inchieste compiute sotto gli auspici di questa ricca istituzione privata è che debbono portarsi esclusivamente sull'osservazione dei fatti, senza che vi si debba sentire una preoccupazione politica o dottrinale. Gli articoli del Vigouroux descrivono la nascita e lo svolgimento della organizzazione operaia, il che è assai meno noto, e forse più importante che non sia lo stato presente della legisla?.ione sociale e della orga– nizza7.ione medesima, descritti dal Métin: sicchè, nel trarre i falli più importanti fra gli importantissimi, terrò conto prima degli articoli, e poi del libro; e di questo terrò breve nota solo per quelle parti che non 1 Vedi X111 fascicolo di Socit1/is1110, pag. 201. 2 1° novembre 1902. 3 Vedi fascicolo triplo del Sodt1lismo, 25 S<:llembre, Nuo<o11lfl dd Co11grtuo. ' '."!'· 230. 4 A. Mt-'T l.t S(J("ialisme sa11s dCJdruus. - .l11slralù rl ,Vouvdle zaa11.i. - r:uis, .\lcan éd. 1901, pag. 111- 272, in-8°, fr. 6.

RkJQdWJsaXNoZXIy