Il Socialismo - Anno I - n. 16 - 10 ottobre 1902

IL SOCIALISMO { ·11i4Jll.f riscr\'ino per "è ,1e-.,i il diritto Ji ngirc in tutte le que– Mioni di politic:t generale come i wcblisti. • IYahm p• .utc in molti casi la ncutralir.l s..1rl (..'Crt:uncntc r:utcggi::uncoto che prended la Federnzione di fr.,nte alle 'l"rfldc-U11io,rs, speci:i.lmente qu:tndo cs..:e 1>atrocin~r:tnno c :tnditl:1.ti non soci:-tlisti o cnndid:lli che dichiarer:umo di non agire in httte le quc-.. tioni come socinlisti. I Id r<:..,lu b linc'l di co1HIOtl:t delh /❖dl'r,1:;io111' Sod11l-l)m11>– ,.,."tim (1'1)tg:mi-.m,1 -.oci:1IÌ<il:l ingle..c) (· <.tata già da tempo trnc– ci:11:t e il giorn1lc The Justice lo l 'ic.ml :t. ~cll'ultimo Congre~,o na,donalc wciali.;ta, ,:on sctt:mta v,,tì contro sette fn :-tpprov:\l:l l:t ri'-Oluzione che ~ mentre b F. S. n. re.::pinge ogni nll~n1 .. 'l con le 'fi•,11/1•-U11ùms e nitri c-,rpi che· potrebbero obblignrc h Fc•de– r.u~iom.:n so-.tcncrc uomini o riforme: nun Cùn~ntnnci :11suo ultimo fine, con-.iglin il manlenimcnto dei fr:ucrni rnpp::>r1i fm il Partito '-oCinli!ll:l e le l"nioni, le nc:.sicum delln su:1 !limp:1ti:1 e dcll:i. 1-,111 cakh coopcrn;,:ionc, sempre che csc:.e,ieno pronte :1d :lgirc cnn– scntnncament(• al P:irtito -:ocialist!'\, ,. !)'nitra p!'\rtc, e ciò in ha.-:e !'\d una ilcci-.i,mc dello ,1c-...;o Congre,;.so, !'\\cune Sezioni clcll:i Fcdcr:u!.ione • sono prepnr:\IC a cooperare con le Unioni per In conqui~t!'\ Ji ogui definito immcdin10 !lcopo, col quale i --oci:1\i~ti !.ieno d':1ccordo; 111:inon si unir:inno :1lle Cnioni per form:i.rc Comi– tati clcttornli che poi pos.,'lnO imporre !'\lh Fedcr.uione ahri c:in– ilid:ui che i s.ocin.listi.• Il l':i.rtilo !IOCi:lli'-t:lingk"'ie è gi?i. prcpu: 'l.lo per l:i futur:i. ine– vit:i.bile evoluzione delle Trmk-l "11iom, come lo er:t per il loro primo p:i.'-SOsulla vi:t dcli:\ IOtt!'\ politicn.. L'!'\vvenire "J>Ctl!'\ !'\uchc qucslo fatto lo prov:i - :i chi S.'\ volere, prc,•edcre <.·d:igirc, i-t:nY.:l '-Oltinlc<ìÌ, diriuo i-emprc per una via. Thomas Gamp. SCIE 11/,A ED ARTE RELIGIONE, MORALITÀ E DELITTO (A Jm1p11sito rldlt1 lragtdia ,l/11rri-Bow1t1rli111), Col vento che tira da qualche giorno a questa parlc in Italia, non sarà male di dedicare oggi una pagina al vivace problema scientifico che si esprime con le tre parole: Rrligiom:, moralità e delillo. Un giornale pornografico-cattolico cli Bologna. pren– dendo occasione da un tragico delitto che ha com– mosso l'Italia tutta e basando il suo atto di accusa sopra la educazione antireligiosa dell'omicida o dei presunti omicidi - spalleggiato da un altro giornale nero di Roma, - e ai1.zato da tutta la setta - ha de– dicato una intiera campagna - pili o meno gesuitica - alla dimostrazione di questa tesi: - l 'oi 11011 avete religione, quindi sic/e immorali e de!i11q11e11ti. E su questa tesi i pretesi moralisti hanno ricamato: hanno esposto, in lince e linguaggio che dimostrano i loro gusti per il postribolo, le inversioni sessuali, le pratiche saffiche, hanno descritto e inventato le fe– rite lesbiche, hanno creato la menzogna dell'incesto e hanno ripetuto la loro affermazione, - specificandola: - Voi 11011 nvete religione, - voi 11011 sit'fe rnlto– liri, quindi siete osreni, lesbiri. i11astuosi e assnssi11i. Questo è il teorema cattolico che fu bandito e di– mostrato quotidianamente, con linguaggio e compia– cenza volgare dalle colonne della stampa.. senza che il Regio Procuratore, cosi sofferente del minimo sol– letico socialista o socialistoide, aggrottasse il ciglio alle inverecondie di quei pretesi banditori della castitù e della moralitft. Esistono dei documenti scientifici che possono aiu– tarci a risolvere il problema. G o Ci sono le statistiche criminali, - c' è la psicologia e l'antropologia criminale, - c'è la cronaca, c'è la storia. li teorema cattolico è vero o è menzogna? - 11 prete, natu~almente, non si cura di dimostrare il suo teorema. Per lui ogni teorema ... è un assioma; - e la Chiesa e il SJ,1/nbus, infatti, insegnano che per rre– der1· 11011 è 11eressnria In dimostrnzione. anzi più una cosa è indimostrabile ed assurda, tanto più è degna di fede. Ci·edo quin nbsurdum - Credo pcrchè è assurdo. Con questa logica - nella quale essi allevano pie– tosamente e affcltuosamente i bambini che i papà ti– morati loro confidano, - si capisce bene che ne dànno a bere cli ogni genere e sapore. Noi preferiamo ser– virci della logica corrente, la quale procede per espe– rienza e conoscenza e dice: rredo perr/Jè è dimostralo. li primo fatto che appare dalle statistiche criminali cl' Europ:1, studiate dal punto di vista del nostro pro– blema, è rl,e 11011 esisk n/0111 legame lrn In ro11fessio111· rdi'giosn di 1111 pnese t' In s11nrriminnlilfl. Vale a dire che mentre in certi paesi i cattolici sono più delin– quenti dei protestanti, - in certi altri i protestanti sono più delinquenti dei cattolici, - e che mentre là gli ebrei sono meno delinquenti dei non ebrei, - qui lo sono cli più. Ciò dimostra, - e questa dimostra– zione la si potrebbe fare con le tavole grafiche, con dei procedimenti matematici e con lo stesso calcolo delle probabilità, - ciò dimostra che la quantità cli delinquenza in un paese non è affatto influenzata dal genere cli religione di quel paese, - ma da un in– sieme di fattori sociali e antropologici che sono estranei alla forma religiosa cli quel dato paese. Dal momento che gli uomini della stessa religione sono qui più de– linquenti e là meno, - è chiaro che la loro delin– quenza non proviene dalla loro credenza religiosa, - rhe è sempre la s.tessa, - ma dalle differenze fisiche e sociali dei paesi diversi in cui quegli" uomini vivono. La psicologia e l'antropologia criminale ci insegnano un secondo fatto che rischiara e specifica il primo. - i criminalisti hanno studiato nelle carceri il sentimento religioso dei delinquenti, e gli studi cli Enrico Ferri nel l'Omicidio e cli Cesare Lombroso nell'Uomo deli11- q11c11lr sono celebri a questo proposito. Che cosa hanno trovato Enrico Ferri e Cesare Lom– broso? Hanno es.-.i trovato, come lo farebbe supporre l'indimostrato teorema cattolico, che i delinquenti sono tutti, o almeno in maggioranza, atei, miscredenti, li– beri pensatori, mangiapreti e così di seguito? Neanche per sogno. Coloro che vogliono conoscere i dettagli di queste ricerche aprano e studino l' Omiridio e l'Uomo deiiuq11e11/c: qui, sommariamente vi dirò soltanto che su lrecenlo omiridi, due solla11l0, - nelle statistiche di Enrico Ferri - si dir/Jiarnro110 nll'i. Tutti gli altri non solo sono credenti, - ma apostolici romani e pra– ticano religiosamente tutti gli atti feticisti del cattoli– cismo. dall'adorazione dell'ostia a quelle dell'acqua be– nedetta e del ramo di palma. Che cosa significa ciò? - t\aturalrnente per il prete, il quale crede e insegna che una vergine possa par~ torire. che un uomo possa vivere impunemente parec– chi giorni nel ventre cli una balena e che tre è uguale a uno - per il prete, dico, tutto ciò, non significa nulla, - ma per la logica la più terra terra ciò signi– fica: rltl" m:q-li individui In rdigio111•, nudu In più vi..,n, non imprdisrt' il ddillo. I.e cronache criminali ci insegnano un terzo fatto, che può servire di integrazione alle due constatazioni precedenti: tutti i briganti che infestarono. fino a pochi anni fa, I' ltalia meridionale e che scannavano, ucci– de\'ano e rubavano senza pietà, erano cattolici della più bell'acqua. tanto cattolici anzi che papa Pio IX stes.~o li :uruol6 segretamente, pcrchè le loro bande rom-

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