Il Socialismo - Anno I - n. 16 - 10 ottobre 1902

IL SOCIALISMO 261 lavoro, che impediscano lo sfruttamento inumano vo– stro, delle vostre donne e dei vostri fanciulli, che per– mettano la formazione della famiglia socialista, che age– volino la vostra elevazione fisica, intellettuale e morale, dandovi il tempo e lasciandovi le forze cli dedicarvi allo studio dopo il lavoro, cli gustare il piacere dopo compiuto il dovere, di sollevarvi dallo stato di bestie da fatica alla dignità di uomini liberi. 1 Date, noi diciamo ancora agli operai, ai contadini, agli impiegati, a chiunque viva del proprio lavoro senza sfruttare l'altrui, date, o lavoratori, nuove battaglie ogni giorno alla borghesia sfruttatrice nel campo della poli– tica sanitaria, che è la politica dcli' avvenire; conqui– state ogni giorno nuovi mez;i:i di difesa e di resistenza, mettendo la legge dalla parte vostra in modo che voi stiate in essa e i vostri avversarii al difuori e dalla parte vostra stia il diritto riconosciuto, dalla loro la violenza cd il raggiro; elevate, o lavoratori, con le vostre coscienze di uomini veramente civili, il nuovo diritto umano, edificate la nuova morale a fondamento biolo– gico, che è rappresentata dall'igiene. E non perdete di vista mai il fine ultimo, 110n contentatevi 111ai delle ri– forme ottenute, perchè ve ne son sempre delle altre migliori da ottenere; 11011 contentatevi 111ai delle condi– zioni raggiunte, perchè esse possono e debbono miglio– rare sempre. Studiate solo il momento opportuno, pro– vocate le circostanze favorevoli cd, un passo dopo l'altro, voi giungerete al punto che segna l'abolizione di ogni privilegio. 2 Ed anche quando lo scopo ultimo attuale del Socialismo, l'abolizione della proprietà pri– vata, sia ottenuto, non contentatevi ancora e conservate lo spirito di lotta e di riforma, che è la molla potente del progresso sociale. Cosi noi riformisti predichiamo ogni giorno e si comprende come questa propaganda, giammai disgiunta dalla predicazione socialista, debba essere della massima efficacia per educare le masse alla lotta contro le ma– lattie, per illuminare i lavoratori sulle loro condizioni igieniche attuali e su quelle migliori che loro rivela e prepara la scienza, per convincerli della necessità di vigilare l'applicazione delle leggi sanitarie e per adde– strarli nella vigilanza medesima. Invece sapete che cosa dice il Petrini? Che il me– todo riformista - metodo di tutela delle masse da parte di una rappresentan7.a di fiduciari - esonera il prole– tariato da quegli sforzi cerebrali, dai quali deve scatu– rire la sua coscienza sanitaria! lo non discuto e passo innanzi. 3 Dice poi il Petrini che il Bonardi e lo Zubiani non la pensano come me e che il primo, per debellare la tubercolosi, attende migliori frutti dalla lotta economica per i salari che dalla legislazione sociale, ed il secondo crede inattuabile in società capitalistica una riforma in– tera della pul.,blica igiene. lo colgo con vivo piacere questa occasione per di– chiarare che ho per questi due valorosi colleghi socia– listi una grande ammirazione e che dallo Zubiani spe– cialmente ho tratto gran parte del!' entusiasmo che mi anima nelle lotte per la salute del proletariato. E se il Petrini sa che essi non vanno d'accorcio con me, io so che vado perfettamente d'accordo con loro e precisa– mente sugli argomenti citati dal Petrini: anch'io credo, infatti, e l'ho proclamato alta"lnente, che la questione della tubercolosi è una questione economica; e in quanto ai' salari anch'io sono d'accordo sulla necessità di ottenerne l'elevazione. E questo io dico francamente, 1 Sl : m:t quest:t predic:t rimane ineffic:i.ce qu:tnlio ~ indiriz– Z:'lt:i. :i.ll 'ntilit:i.rismo parcell:ire di quest!'l o quella riform!l e non si riconnette !ti programma 111assi1110 del nostro partito, che i rifor– misti t:i.cciuno o dichiarano • troppo lontano. • (:V. ti. A'.). 2 i\fa quest:t t:ttliC!\l'h!tnno adoper.i.t:i.per 40 :umi i Trade-U11io- 11isti inglesi e non h:i.nno !lbolito nessun privilegio. (N. d. R.). 3 Ma questo non dimostr.i. che Petrini : ihhi:i.torio . (N. d. R.). R b otec Giro B1 n non senza prendermi il gusto cli rilevare - tra paren~ tesi - che anche questa lotta per l'elevazione dei sa• lari è riformismo e non socialismo, come è riformismo l'agitazione per l'abolizione dei dazi, ecc., ecc., sicchè io resto nel mio programma, accettando queste riforme e gli altri escono dal loro propugnandole. Chè anche io credo poi inattuabile la riforma in– tera della pubblica igiene in regime capitalista, come crede lo Zubiani: lo sanno tutti e lo sa anche il Pc– trini, se ha letto ciò c-he ho cento volte ripetuto, in ogni mio scritto, fino alla sazietà: che cioè solo 1·1So– rialismo può risolvere definitivamente le gravi questioni di igiene sociale clte affaticano la mente degli scienziati. Del resto è chiaro che non sarei diventato socialista se avessi creduto sufficienti le riforme ed avrei trovato, come tanti altri colleghi, aperte e facili, più di quella che ho scelta, le vie della politica radicale, nelle sue varie tinte e mezze tinte. Al)che per me, come per gli altri compagni rifor– misti, le riforme non sono niente affatto delle Sta=io,/i di arrivo e nemmeno se, si vuole, delle stazioni di par– ten::a, ma sono delle stazioni di passaggio, utili e ine– vitabili insieme, come quelle che segnano la via, con– cedono riposo e ristoro ai viaggiatori, permettono il ri– fornimento della macchina, la riparazione del materiale, la comodità e la sicurezza ulteriore del viaggio. 1 Ognuna delle stazioni può esser bene una stazione di arrivo, alla quale può scender chi vuole, il repubblicano, l'a– narchico, il radicale o che .so io, ma il socialista, che ha il suo bravo biglietto per la repubblica sociale, non scenderà finchè non vedrà le dorate cupole auguste della sua capitale; e se il treno si fermerà prima per un guasto qualunque, state pur certi che ne scenderà e farà il resto della strada anche a piedi. Facciamo dunque delle coscienze socialiste, questo è il primo dovere, la prima necessità, e noi siamo in questo completamente con voi non riformisti, ma stu– diamo anche ed imponiamo le riforme le quali, se, come dice lo stesso Ferri, son necessarie per prepa– rare le condizioni economico-sociali adatte alla nascita ed allo sviluppo del Partito socialista, sono anche ne– cessarie dopo, quando questo è formato, per dar con– tenuto pratico alla propaganda, per strappare nuove armi di offesa e di difesa al mostro capitalista, per tener desti gli spirili di conquista del proletariato e saldo il senso dell'organizzazione e della disciplina con le suc– cessive parziali vittorie, che promettono e preparano il trionfo finale dcli' idea. 2 T. Rossi-Daria. 1 Questo, :i p:trole. Ma nei fatti, il riformismo utilitario im– vitnbilmmtr, m:tlgrado le buone intenzioni dei suoi sostenitori, riesce :i.clun inliacchimenlo dello spirito di combattività per l:\ trasformazione fondamentale della società. (N. ti, R.). 2 V :i.le a dire, concludendo, che l'errore starebbe nell'opera esclusi\'a ed unilater:i.le dei riformisti o dei rivulur.ionari; e che è invece cblb loro coesistenza che si complet:i. l'oper.i. dèl P:trtito soci:i.list :i.. (N. d. .R.). VITA PROLETARIA INTERNAZIONAL IL CONCì~ESSO DELLE TRADE-UNIONS E I SOCIALISTI INGLESI I ,!l questione del 'li,.§' Vatt', riwlt:isi finalmente in favore dei min:i.tori , e b. decisione dcll:i. C:uner.i. dei I.onls, scdeme come Snprem:t Corte d'!tppello, su l:i respons:tbilit:l ci"ile delle 1i-ndt'– U11ùms nei c :i.si di t.ciopero, sono "enute in buon punto per ob– hlig:ire le Unioni di mestiere inglesi a seguire mm linc:i. di con– dott!l finor.i. d:t loro sistem:1tic:11nenterespint!'l. La decisione dell:i Camer.i. dei l.ords chiude :i.gli operai ogni possihilit~ di sciopero. Ohhligati a pag:i.re ai capit:i.listi i danni

RkJQdWJsaXNoZXIy