Il Socialismo - Anno I - n. 16 - 10 ottobre 1902

IL SOCIALISMO ------- -- -- -- - gliclmo, infatti, guidato da quella mcnlalità rmrien régime che lo distingue, - dopo aver destituito, qualche tempo fa, dalle sue alte funzioni il governatore Locning perchè aveva sposato la figlia di un sotto-ufficiale - destituisce oggi il primo borgomastro Thc-;ing perchè ha sposato una semplice istitmricc. Egli, però, continua a chiamarsi difensore della Proprietà, - dell'Ordine, - e della Famiglia ... Oh! dell:l Famiglia, sopra tullo ! Che il destino ci tenga lontano da questi difensori: rendiamo a questi grandi ciò che è loro dovuto, ma teniamocene lontani il pili che potremo, - e, non avvicinandoci mai ad essi, ccrchi:uno che essi 11011 si a,•vicinino mai a noi! Potrcb!Jcro farci del male, - e non saprebbero, in alcun modo, farci del bene! .\ Rvuvray, - piccolo paesello franccs1.:nell' Enre-cl-1,oirc, ne è :tccaduta nua cnrios:t, che t! bene collezionare insieme a tutte le :tltre dc~tinale :l mostrare di quale genere si:t la pietà di qucll:t gente che fa pròfessione di pietà. l_;n bambino non ancora bnttezzato (e quindi :1.ncora respon• s:tbile del peccato commesso da Adamo cd Eva m:1.ngiando il pomo) morì: la madre ebbe 1:-.dabbcn:-.gginc di rivolgersi :-.1prete perchè assistesse, almeno al cimitero, il morticino. E il prete si compi:-.cque di ctccondisccndere alle preghiere dell:t povera donn:-., procedendo in questo modo: il cadavere fu portato al cimitero evitando la piazza, perchè un cadavere non battezzato 11011 può (sii) passare davanti alla Chiesa, e nella fossn sì depose la b :i.ra in modo che i piedi fossero dalla parte ove ordinariamenle si mette la testa. La madre domandò che si gir:tsse la cassa funebre, ma il prete : - No, rispose, noi facciamo espressamente così : perchè il himùo, sceso nella terra s:i.nta del cimitero, possa essere da noi riconosciuto come non ùatlczz:uo e distinto dagli altri ! Il prete fu inesorabile e non volte intendere preghiere: - i himbi, quando son vivi, battezzati o no, gli servono per le sue voglie da Ali11olallro, quando son morti gli appartengono per be– nedirli o maledirli .. Quando dunque sfuggiremo a questo fosco frmtasm:i. nero che ci perseguita, <bila culla lino al cimitero, e che non ci lascia per un istante liberi di noi stessi? Vn gruppo di comunisti francesi ha deciso - non so con qu:tle garanzia di riuscita, - di riprendere il tentativo di Roberlo ùwen e di Cabel, -- e di fondare una colonia comunista in Africa, nelle terre :tncora verginl del sud-algerino che la Francia concede ai suoi cittadini. A capo di questo movimento per la nuova co• Ionia sono degli individui asseti noli nel mondo rivolm·ionario pa– rigino, e trovo tra costoro i seguenti nomi: Alberto Kicncrt fon– dalore del Risveglio dello schiavo insieme ad altri let,1erati del grllff.o antimilitarista; - 1lenri Beyle letterato e poeta natura• lista; - Armand editore dell' Era nuova, a cui consacra tutta la :ma energia e una parte del suo salario di correttore di slam• peria; - Ardoin che volle fondare una Scuola libertaria; Daudct l:bucel, uno degli :tpostolì del\:\ Cooperazione; Hirikuff, \':unico di Tolstoi, di cui spande le opere e propaga le teorie umanita– rie!.. ecc., ecc. lo non posso che deplorare questa deviazione dnl senso della re:~hà. Perchè è ormai cosa elementare per i socialisti, che questi tentativi di colonie comuniste sono, come i pesci fuori d'acqua, destinati a morire. Leggo in un giornale questa sentenza del Tribun:tlc (militare, si capisce) di Manilb. li Tribunale si era riunito per giudicare gli ufficiali americani colpev01i di inaudite atrocità verso i Filippini e siccome cane non mangia cane, ecco che cos.'.l è successo. Il te– nente I lickmann, del I 5° reggimento di c:walleri.'.l, confesso di aver soltoposto al supplizio dell'acqua dei Filippini che si rifm- G, o Bmn o tnrono di tradire i loro compagni, fu assolto. Sapete licnc che cosa è il supplizio delracqua. Si stende ttn disgraziato su un tavolo, lo si lega come un salame, e poi giù dell'acqua 11clla gola, con un imbuto, per cinque, sei, otto, dicci litri di seguito finchè crepa (badate che non esage1O e che colgo scrupolosamente la notizi:i. dal Ne,u- VorA•1/erald). Uno di questi disgraziati mori dopo il supplizio e d:tl proce<;<.O risultò pure che l 'uffici:i.lelto aveva fatto legare due Filippini, e immergere loro la testa in uno stagno. 11 Tribunale assolse il te– nente non ritenen<lo di1nostr:tt:t l'illegalità del suo procedere ... base :i.i vigenti regolamenti milita~·i. Anche il tenente Urown colpevulc di avt!r bastonato a sangue un giornalista, di :wergli spezzato due denti, di averlo atterrato e pestato con gli stivaloni, pcrchè quel giornalista :i.veva pubbli– l:<'llOuna caricatura dell'ufficiale - fu assolto. - E non può es– sere diversamente pcrchè un Tribunale di casta e di classe fvr•• 111atoda vecchi soldati, il cui orizzonte è limitato dalla gamella e dalla cartucciera, il cui cervello è sepolto sotto il grasso delle \'ecchie idee e delle vecchie tradizioni, non può emettere che dei \'c'rdetti illogici e vergognosi. Noi domaudi:i.mo l'abolizione dei Tri– bunali militari in tutto il mondo civile! l'er .finire. - L:t tolgo letteralmente dal Cri dc Paris che mi giunge frese◊ fresco oggi e si riferisce a quella ;\l:i.tilde Ser:i.o de\1' inchiesta Saredo, moglie a quello Scarfoglio che fa viaggiare gratuitamente, sotto finto nome, in prim:1. classe... le sue finle mogli. All'uilimo Congresso intern~ziona\e della Stampa, ì\lntilde Sernu, alla fine di un banchetto, si :i.lzò e in un francese alquanto cqùi– voco volle bere alla salute dell'anfitrione. Solt:1.nto ,invece di pronunciare .- anfitrione,. pronunciò un'altra parola e disse: - Je. bois à notrt aimablt amplwutryon, il che significa .. impO!)• sibile tradurlo, ma chiedetelo ai reverendi ... 111i11ota11ri ! Nix. La fine del resoconto del Congresso d'Imola. discorsi di chiusura. I>ichiarato d:i. Costa, presidente, chiuso il Congresso, Filippo Turati si fa subilo alla tribumi. ~fonda a Imola un fulgido saluto, e ne de,;crive lo spirito di ospitaliù. Dice degli spiriti di lotta con i quali eravamo venuti a Imola, e che si sono « fusi in quel grande incendio di entusi:1smo per la fede comune a tutti, mnni– fcstatosi quando tutti :i.bbiamo s:i.lutato nel giornale nostro la ban– diera, il simbolo, lo !)lrumento della nostra b:i.W:iglia,.. • Questa solenne manifestazione della nostra forza ha piì1 sér– vito a sgombrare il terreno di equivoci e prevenzioni che ci f:u;eva11u perdere tempo in una lotta a.<;prafra noi stessi; le impressioni che portiamo via da 1 mola ci ammoniscono dunque che al di sopra e al di fuori della nostra differemct sta la fede nei principi comuni, che ci spinge a riprendere e a continuare con maggiore alacritil il nostro lavoro. Nelle lotte che verranno pen:.eremo che non siamo un:i..casta di politicanti. occupata a tener dietro alle piccole rivalità, ma siam'o un esercito in lotta per gli interessi di milioni e milioni di sofferenti, i quali potrebbero rimproverarci d'aver ritflrdato la loro redenzione perdendo tempo in quisquiglie per– sonali,.. • Riunendo in un pensiero solo questi scutimeuti verso la città onn:ti fl. tutti cara, e la comune fede negli ideali del Socialismo, sep:uiamoci al grido di /,V. /m()la ! UI'. la redenzione del prole– tariato!• Un grande applauso accoglie il discorso. li grido di/V, Imola è ripetuto da centiuaia·di bocche e di cuori.

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