Il Socialismo - Anno I - n. 11 - 25 luglio 1902

IL SOCIALISMO Dunque dobbiamo inferirne che, data una situazione antagonistica, debba l'interesse della specie prevalere tosto o tardi sul tipo di civiltà in cui viviamo, e che soltanto quando l'interesse della specie determinerà il tipo socialista di civiltà, cesseranno gli antagonismi da tutti riconosciuti fra le esigenze della specie ·e quelle della produzione. .Ma nella società borghese ogni conciliazione del tipo di civiltà con. le esigenze della specie non può es– sere che apparente e transitoria; sicchè anchè il rifor– mismo s,,anitario non rappresenta il più delle volte altro che un sistema automatico di difesa conservatrice. Tanto è vero che, al pari di quaSi tutte le riforme, anche le riforme igienico-sanitarie sono architettate e congegnate in principio dai filantropi borghesi. Perchè la lotta contro la tubercolosi è sentita così poco dal proletariato- e tanto invece dalla borghesia magra o mezzana? · Perchè il proletariato sente la propria miseria, sente la inanità delle misure che non tolgono ad ogni modo al bacillo di trovare uno splendido terreno di coltura nei polmoni dei denutriti e degli affaticati, sente I' im– potenza cieli' individuo contro il morbo, e, non essendo ancora orientato in una azione di classe per la difesa della propria vita (aztOne socialista.. non riformista) si abbandona apatico alla fatalità. La piccola e media borghes.ia invece, pili agguerrita per la maggiore resistenza organica, per educazione igienica, per le risorse economiche a sua disposizione, sente che l'aumento della tubyrcolosi nelle proprie ·file è l'effetto di una importazione proletaria. Le occorre quindi restringere i focolai di infezione ed avere ·quella proporzione numerica di produttori che è per il momento garanzia di libera concorrenza e quitldi barriera contrb la trustijicazione mondiale. La borghesia grassa poi, oltre che dal bisogno di non decimare i produttori-consumatori, è spinta al rifor– mismo sanitario dal fatto che la fame cronica e l'esau-. rimento dipendente da sopra-lavoro e l'intossicazione tubercolare determinano uno stato psicologico che può condurre ad esplosioni individuali (criminalit<:"t) e collettive (ri,·olte), esplosioni che distruggono vite e ricchezze. Che quindi il riformismo sanitario sia l'espressione cli un automatismo di difesa del tipo di civiltà in cui viviamo contro l'azione rivoluzionaria ed altrettanto au~ tomatica dell'interesse della specie, si potrebbe dedurlo dalle sole considerazioni teoriche, ma giova a dimo– strarlo anche il fatto che esso ha costituito sempre il caposaldo del così detto Socialismo cli Stato, e. che, nella sua pili evoluta espressione delle assicurazioni sociali contro gli infort1111i, le malattie, e t' -invalidità al lavoro, fu caldeggiato ed ideato da Bismarck in Germania in momenti (settennato militare) in cui la pressione ciel Partito socialist2 era quasi un mito. Del resto la circostanza che tanta parte della bor~ ghesia industriale concorre, assai più all'estero che in Italia, a facilitare se non a proporre le riforme sanitarie, <l()frebbe renderci avvisati del loro valore relativo di fronte al permanere dello stesso sistema di produzione e di ripartizione della ricchezza: come dovremmo rima~ nere perplessi di fronte al continuo aumento della tu– ~crcolosi in Germania non ostante tutto il complicato 11 .1granaggio di interessi e di sistemi difensivi, dal rigo– rismo del verboten dcli' igiene industriale, alla cointe– ressenza delle Casse malattia nei sanatori popolari. * .. Quale deve essere dunque· l'azione <lei Partito so– cialista davanti ai due automatismi di difesa - dellapro~ Prietà da una parte, della specie dall'altra - i quali sem- otec 1 Giro Bianco brano convenire nel riformismo sanitario a favorevoli transazioni? Secon.do il pensiero di on ppsitivista non potrebbe essere altra che quella di non perturbare prematura– mente le transazioni automatiche, poichè se automati– cament~ l'interesse della specie non può prevalere nella transazione, ogni tentativo di prevalenza artificiale deve ingenerare inapplicabilità delle leggi e quindi inferiorità dell'interesse della specie nella transa.zione stessa. E poichè è desiderio di Ògni socialista e di ogni medico che l'alba del collettivismo trovi alla direzione della società non masse abbrutite, sospintevi da una inevitabile catastrofe storica - ma invece una classe di– sciplinata potente, cerebralmente e muscolarmente at• tiva, io credo che quanto di meglio testi a fare al Partito, in fatto di riformismo sanitario, sia non già il precorrere certe aittomatiche transazioni, ma il provvedere alla ed11ca::io11c socialista nella resistenza individuale e col– lettiva contro le malattie prodotte dalla ·civiltà borghese. Questo provvedimento deve essere esercitato, coi criteri già esposti, a mezzo delle organizzazioni operaie e con la propaganda prettamente socialista. Che se il proposito sembrasse inferiore alla grande finalità, potremmo anche noi domandarci se i riformisti della politica sanitaria non si illudano, quando credono cli accelerare l'evoluzione con la forza dei progetti di legge - forza che anche in linea teorica fu sempre ri– conosciuta inferiore alla potenza dei contrasti e delle ·leggi naturali. Dott. Giovanni Petrini, I trucchi del riformismo. ' Tutti _sanno che quando vi erano le corvées, i con .. tadini erano obbligati a lavorare qualche giorno per conto del padrone, ma avevano anche in compenso un pezzo di terra che potevano coltivare per conto pro– prio; Orbene·, visto che i contadini· coltivavano ·con più attività il terreno proprio, che quello del padrone, si tolsero le corvées, ma si stabilì la mez::adria, dove il contadino, non potendo più distinguere i frutti del 1fl– voro fatti sul campo suo, dai frutti del lavoro fatti sul campo del padrone, è obbligato di lavorare in entrambi con pari inten~ità. Furono abolite, è vero, in gran parte, le dee-ime, ma mentre queste erano in proporzione del raccolto, le tasse uniche con le quali furono sostituite, sono fisse e obbligano i contribuenti a ricorrere agli usurai per po– terle pagare con esattezza. Si è abolita la lassa dei macinato, ma è stata sosti– tuita con l'inasprimento del dazio doganale ancora più affamatore, e se domani si abolisse il dazio, e le orga– nizzazioni operaie non fossero più che vigili, ecco che col pretesto che le spese di sussistenza sono diminuite, verrebbero diminuiti anche i salari. D'altronde osserva il Loria 2 « che importa che il dazio doganale sia tolto, che i viveri siano a basso prezzo, nientre la cifra dei matrimonì, anzichè oscillare in ragione inversa del ·prezzo dei grani, oscilla in ragione inversa della inten– ·sità della depressione, cioè in ragione diretta della cifra del commercio internazionale dei prezzi dei prodotti di esportazione e in ragione inversa del numero dei disoccupati? » Fan vista di volere gli uffici dei lavoto e la legisla– zione sui lavoro. Ma chi non vede che lo scopo recon- 1 V. &cialismo del JO luglio, n. 10. 2 Problemi co11tempora1ui, p.,g. 20.

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