Il Socialismo - Anno I - n. 11 - 25 luglio 1902
IL SOCIALISMO 169 * *., Entriamo un po' nel campo spinoso del 111ililarismo. Ed anzi tutto ammiriamo l'arte finissima con• la quale Ja classe dominante ha saputo persuadere il popolo che gli eserciti sono utili! ~ltra volta adoperava i merce– narii e li pagava del suo, ora ha gratuitamente gli uo– mini che gli occorrono e con la leva militare li trae dalla classe soggetta. L'osservazione finissima, non no– stra, è molto giusta. Oggigiorno fan credere di volere persino l'abolizione della guerra, ~d ecco l'autocrate della Russia nonchè della Finlandia farsi iniziatore di un congresso della pace; i reggitori, degli Stati pro– mettonÒ la pace per poter più agevolmente colpire i nemici interni del 1110/oc/1, capitalista, mentre i popoli agognano impazientemente alla cessazione delle stragi, ed alla cessazione di qualsiasi forma di sfruttainento. Una p'arte della borghesia italiana, noi crediamo, ac– cetterebbe anche la repubblica, purchè fosse fatta a suo uso e consumo; in una rcpt\bblca clerico•conservatrice potrebbe· fare i suoi interessi altrettanto bene come nel regime monarchico; pur di guadagnare per ancora un po'di tempo tranquillità e sicurez1.a, la borghesia capi• talista, non esiterebbe ad accostarsi· a quella pàrte dei repubblicani che non vogliono saperne della socia• lizzazione. 1 Cosi con tutte queste gherminelle, un po' per. mala fede delle classi dirigenti, soprattutto di coloro che non avendo nè la cognizione, nè il sentimento, nè, l'abito socialista si gabellano per socialisti, un po' per le ne• cessità immanenti del sistema capitalista, il proletariato viene continuamente sfruttato nelle sue più sante spe• ranze. * * * Che cosa si conchiude da questi granelli di pessi– mismo che siamo anda'ti qui oggi disseminando? Que– sto, e null'altro: che si deve seguitare nella propaganda intensiva ed estensiva, che si devono fare soprattutto delle coscienze socialiste, perchè possano interpretare i fatti sociali con la chiave che porge la teorica socia– lista e regolare la loro attività politica ed economica in accordo coi principii, il metodo e gli ideali socialisti. 3 1 Ed è ciò appunto che si è "erificato nelle elezioni provin. ciali a Ravenna (giugno 1902), dove i conservatori mon:i.rc bici hanno dnto i loro voti ai candidati repubblicani, pur d,i impedire la elezione dei candidati socialisti. Conferma evidente, che l'identità sost!lnti!lle degli interessi economici e c!lpitalìstici è ass:'lipiù forte dell!l diversità superficiale di opinioni politiche. (N. d. D.) 3 A proposito di questa fon11a=io11edr/le cosdmu s«ialisle, che io ritengo l'~pera più urgente e più feconda per il Partito socialista., dW'3nte parecchi anni !lncol'!l, mentre mi compiaccio dell':,.ssenso dato dal compngno dott. NOrlenghi, debbo rilevare un truao di polt111icariformista del dott. Petrocchi nell!l Critica Sodale, 1-16 lu– glio 1902, p.,g. 207. 1vi 1 tirando me in ballo in una sua polemic.-isulle due miserie con Luigi Negro, il dott. Petrocchi tni classifica fra i !IOcialistiche • sembrano aver ridotto a.Ila sempliu psicologia l'intero mov>,,unto socialista moderno •. E dopo aver riferito le mie affenn:'lzionisulla foml:'ltione delle coscienze socialiste, come forza rivolu:t,on:i.ri:'I,il Petrocch( cosl mi giudic!l: • Come:: il lettore vede, la ricetta per (11Jere il Sodali11110 è molto semplice. Prima si fa la coscienza (recipe un grammo di sopralavoro 1 due di lott:: i.di classe, ed un altro paio di materialismo storico). Fatta la coscienza è fatto tutto. Il resto nasce da sè! Questa si chiama ri,•olutione ! •. No, egregio dot(ore: questi si chiamano trucchi di riformismo... polemico! Come era.no trucchi polemici quelli dell'tx-dounte (lva.– noe Ilonomi) che nell' .. "lvanti pretese ef' r.lt! l la mia imm:'lgine del 8' o Non si deve' din~enticare che sono ancora migliaia e migliaia gli iritelletti annebbiati, che non sanno e nean– che suppongono vi sia la possibilità di una diversa organizzazione economica, di una maggior r~lativa feli• cità per gli uomini tutti. · Si devono inoltre appoggiare e perfezionare anche alcune di quelle piccole riforme, di cui abbiamo par– lato; ma avvertendo le organizzazioni operaie di essere ben vigili contro gli effetti di ripercussio~e, e contro Je insidie che quelle riformette nascondono. Noi dob– biamo, secondo il mio avviso, essere diversi in casa e a palazzo, vale a dire diversi al Parlamento ed in mezzo alle masse operaie;• al Parlamento dobbiamo domandare quanto più è pos5fbile in proporzione con quello che si può ottenere; in mezzo alle moltitudini dei lavoratori, dobbiamo sempre dimostrare che ciò che si è ottenuto è ben poca cosa, e che a ben 3.Itro esse debbono aspirare e tendere con i loro sforzi. Ora il grande pericolo del riformismo è appunto· questo: che esso a poco a poco, ma inevitabilmente an– nebbia la visione dell'ideale socialista e le riforme diven– tano, come dice Enrico Ferri, delle stazioni di arrivo, anzichè essere delle stazioni di parle11pa per le conquiste ulteriori. Ma se questa propaganda dell'ideale socialista sia continuata come antidoto all'addormentamento delle ri• forme, l'effetto massimo e più vantaggioso delle riforme è, secondo noi, questo: di servire da eccitante, da sti– molo morale, da elevatori della tonalità politica delle masse. Le riforme suscitano di volta in volta, nell'animo del lavoratore, nuove lotte, nuove Qiscussioni, nuovi desiderii, sempre più elevati bisogni, C" gridano conti– nuamente nell'interno della sua coséienza : Excelsior .' - Una riforma 1 e poi dopo un'altra per rimediare al• l'insufficienza della prima.e così avanti. - Excelsiorl finchè non si sia arrivati ali' organizzazione di un re• gime umanitario e razionale, finchè non si sia entrati nel regime ·socialista. Aroldo .Norlenghi. qu:' ldra.to delle fo~ in mcce3nica,... e che io ricordo qui, ora, so1- t!lnto perchè non saprei come altrimenti ringr:uiare quei compagni, che mi mandarono altre confutazioni a.ll' e.r-docente, dispi3cente di non poter dare lo spazio, già tr.,ppo ristretto, di questa Rivista • per continuare quell!l inconcludente e malignetta polemica. Torn::i.ndoal dott. Petrocchi - ma bisogn; proprio prendere un fischio per un fiasco, per potermi :'lttribuire, come egli fa, l' iden che prima si debba cre:'lre - dal niente o per concen– trnzione nel vuoto, come il t:unariudo Erba - la coscienza so– cialist!l nei la.vol'!ltorie poi... aspett3re che il resto nasca da sè ! Il mio pensiero è µrecis.,mente l'opposto. E tutti i miei scritti lo provano all'evidenza ... per chiµnque non voglia contorcere le ,.mie idee e darsi il fociJe vanto di raddrizzare le gambe... diritte. lo ho sembre' detto e ripeto, che 1:\ dove sono le coudizioni economiche per la nascita e sviluppo del Partito socialista (cioè dove esis1e un s.-ilariato intlustriale,. come nel\' ltalia seuentrionale, o un sal!lrfato agricolo, come 011du nell'Italia meridionale) ivi, per dàre orient!lzione e org :i.niu:u:ione rivoluzionaria !li proletaria.lo, l'es.,-cnzi!lle è di fal'Vi delle coscimu so<ialislr. E queste a.dunque non vengono prima, ma dopo le conditioni economico-soci:'1.li.Ed ~ vernmente strnno che io, dopo quanto ho pubblicato a più ri– prese sul determinismo uo11omico, debba essere dassific-:'ltOfra i socialisti che riduc:'lno alla sr111pliupsicologia l'inter-::>movimento socialista moderno! Ma i riformisti si devono persuadere che nessuna delle loro :'lbilittl polemiche arriver:\ mai a c:unbim'C le realtà. della. vita so– ciale e i nostri pensiet soprn di esse. ] E. Ferri.
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