Il Socialismo - Anno I - n. 10 - 10 luglio 1902

IL SOCIALISMO Gli scioperi stessi, anche quando non son voluti e provocati nascostamente e insidiosamente dai Padroni per arrestare la produzione, sono assai pericolosi. Anche quando finiscono bene sono un'arme che poi in fin dei conti ferisce il lavoratore stesso. Non si dimentichi che i! lavoratore, è, nello stesso, tempo consumatore i se adunque gli operai delle fabbriche di tessuti scioperano e ottengono nella miglior delle ipotesi un aumento di salari, ciò vuol dire che gli industriali, i quali certa– mente non vorranno rimetterci, faranno pagare a loro stessi o ad altri operai un prezzo maggiore per- i ve– stiti o per le stoffe di cui questi avranno bisogno; e così sfumerà il vantaggio dell'aumento di salario. Così gli operai agricoli, dopo i mille· dolori dei re– centi scioperi agrari, che cosa hanno in realtà guada– gnato? Si disse 48 milioni di salari. Ma bisognerebbe anche tener conto dei salari perduti nelle giornate di sciopero, e dell'arresto,clella produzione in quei giorni; inoltre ecco, che, qua, i proprietari modificano le cul– ture, altrove lasciano o lascieranno le terre incolte, o diminuiscono i lavori non facendo che gli urgentissimi. Vi è poi qualche cosa di vero in ciò che dicono i con– servatori che, stante gli scioperi e i movimenti operai, il capitale resta scoraggiato dall'interessarsi all'agricol– tura ed all'industria. Del resto per quanto aumentas– sero i salari, sarebbe sempre difficile e quasi impossi– bile, che il lavoratore potesse riuscire indipendente, ed acquistasse lui la terra, perchè per impedire che il lavoratore possa coi suoi risparmi acquistarne, si ri– corre alla sopravalutazione della terra, ossia all'artifi– ciale elevazione del suo valore normale. Sembra dunque che avesse ragione il Labriola di scrivere nell'Avanti.' « che la miseria del lavoratore è una condizione indi– spensabile per l'esistenza dell'agricoltura capitalistica, e che in realtà l'agricoltura moderna mostra l'impos– sibilità di conciliare gli interessi della. enorme maggio– ranza dei salariati con l'esistenza della proprietà privata della terra. » Anche i vantaggi ottenuti recentemente dai ferro– vieri, con la minaccia del loro sciopero, si risolvono, in fin dei conti, in un danno per la massa dei contri:– buenti e per gli industriali e commercianti che se ne rifaranno a lor volta sui consumatori. Intanto il Go– ven10, dandoci l'eschetta dei miglioramenti ai ferro– vieri, e di un lembo di libertà d'espansione alle Leghe agricole, ha fatto in modo che vadano quasi dimenti– cate le riformé tributJ1,rie, fra cui principalissima l'abo– lizione del. dazio doganale sul grano. (La fim al prossimo 1111111tro). Aroldo Norlenghi. VITA PROLETARIA INTERNAZIONALE Il Partito socialista nella _ReP,ubblica Argentina. Maggio 1902. li Partito socialista argentino si è formato recen– temente; il suO primo Congressd nazionale data dal 1896 ed ebbe luogo a Buenos-Ayres. Il quarto si è tenuto, or fa qualche mese, a La Plata. Tra questi due Con• gressi, le forze del Partito si sono quadruplicate. L'u– nità è raggiunta su base federale, e le federazioni e i gruppi godono della più alta autonomia, che esiste un po' dovunque, anche nelle contrade agricole le più lon– tane da Buenos-Ayres, là ove l'industria è ancora atlo stato embrionale, come nelle provincie meno popolate del vasto territorio della Repubblica, da Bahia Bianca a Passados, dai piani gelati della Patagonia alle rive ardenti del Rio Paranà. 11Comitato nazionale formato dei delegati di tutte le federazioni serve d'unione tra loro; un Comitato ese- G o . cutivo è incaricato d'applicar~ le decisioni del Partito e le risoluzioni dei Congressi. Nonostante, malgrado questi rapidi progressi e la sua eccellente organizzazione, il Partito socialista ar– gentino non è ancora pervenuto a far entrare uno dei suoi al Parlamento. Alcune elezioni legislative ebbero luogo il 9 marzo a Buenos-Ayres. Undici candidati, con mandato imp.erativo, hanno difeso .nella sua integrità il programma socialista. Il più favorito non ha ottenuto che 204 voti. Tuttavia il Partito è arriv~to a conqui– stare qualche seggio nei Consigli municipali. Vi sono numerose cause che rendono difficilissimo il successo dei candidati socialisti. Prima di tutto la frode elettorale, dal Governo innalzata a principio. Si pratica il broglio con tale audacia e sopra si vasta scala, che tutti coloro che hanno abitato l'Argentina sono pronti a dichiarare che non esiste in questi paesi che una parodia di suffragio universale. La votazione ha luogo tra due file di soldati, sotto il portico delle chiese: sciabola e aspersorio! è simbolico ... D'altra parte il Partito socialista argentino è composto in gran parte d'emigranti stranieri, Italiani, Tedeschi, Spagnuoli, Fran– cesi, ecc., che non hanno lasciato la loro patria sen,:a speranza di ritorno ed esitano a farsi naturalizzare Ar– gentini, nel timore, infondato, di perdere i loro diritti elettorali al ritorno· nel paese d'origine. Essi non pos– sono, perciò, prender parte alla lotta elettorale. Frat– tanto questo timore ha una tentlenza a sparire i e i no– stri amici, dopo _una vigorosa campagna, sono giunti a dimostrare a molti socialisti europei residenti nell' Ar– gentina, che il loro dovere di socialisti è di farsi natu– ralizzare. li giorno in cui questo dovere sarà compreso dagli emigranti che formano il maggior contingente del proletariato salariato nell'America del Sud, la conquista dei pubblici poteri sarà cosa facile per il nostro Partito, giacchè i deputati sono eletti con un numero infimo .di voti. Le astensioni sopo considerevoli per l'incoscienza politica dei nativi, che permette l'occulto prepotere dei gesuiti. Cosi a Buenos-Ayres, sopra circa 100,000 cittadini che avrebbero potuto prender parte ali~ ultime· elezioni, non sono iscritti nelle liste che 24 1 000; e su queste 24,000 iscrizioni almeno la metà sono abusive. Non si esita a far votare dei morti, e certi vivi compiacenti votano piit volle vendendo a basso prezzo i loro voti. Il movimento dell'organizzazione economica s'accen– tua nell'Argentina; a Buenos-Ayres vi sono circa 80,000 lavoratori inscritti nei Sindacati professionali o Società di resistenza che formano la Federazione operaia argen– tina. Questa Federazione deve tenere prossimamente il suo Congresso nazionale. Ogni sindacato ha diritto a due delegati ; tutte le Società operaie della Repubblica, anche quelle non aderenti alla Federazione possono farsi rappresentare nelle medesime condizioni. Ci sono nelle provincie circa 60 Sindacati e Società operaie. L'opera della maggior parte di questi Sinda– cati è esclusivamente economica; essa si limita alla pro– paganda in favore delle rivendicazioni immediate e si occupa di sostenere gli scioperi. Nel 1895 ve ne furono 25 a cui presero parte 22,000 operai: 14 avevano per fine un aumento di salario, 8 una riduzione delle ore di la– voro, e 3 cause diverse. Nel 1896 il numero degli scioperi salì a 31 con 32 1 000 scioperanti: 11 avevano per oggetto un aumento di salario, t8 diminuzione della giornata di lavoro e 2 la soppressione del lavoro a cottimo; cinque soltanto riuscirono. Il numero degli scioperi aumentò ogni anno in modo costante; nel 1900 ne abbiamo 54 con 60,000 scioperanti. Nel primo trimestre del 1902 il numero di questi giunse a 20,000.

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