Il Socialismo - Anno I - n. 10 - 10 luglio 1902

r50 IL SOCIALISMO I trucchi ciel riformismo. Come gli organismi animali e vegetali hanno vari. periodi biologici ed in ciascuno di questi periodi in• contra.no malattie e pericoli diversi, così anche quelle sp ecie d i organismi sociali che sono i partiti, incontrano vari pericoli a seconda del grado di sviluppo in cui si trovano. Il Partito socialista non si sottrae a questa legge. Nel periodo iniziale ebbe a superare le difficoltà della differenziazione, sfuggendo da un lato, il pericolo di essere attratto e quindi assorbito.nell'orbita d'azione d'altri partiti, dall'altro, quello di essere eliminato dal– l'azione violenta e micidiale dei governanti. Al momento presente questi pericoli li ha passati; altri ne deve però fronteggiare, fattosi oramai forte e rigoglioso. Gli osta– coli che si trova oggi di contro il Partito socialista, non son più così chiari ed appariscenti come gli antichi, ma hanno preso una forma subdola ed insidiosa. Cessato il periodo della violenza schiacciante, non ci si nega più dagli altri partiti il diritto alla esistenza; ci riconoscono forti, anche più di quello che in realtà non siamo, e vengono persino a trattative con noi; siamo entrati di gran carriera nel periodo delle lusinghe e degli adesca– menti. Si direbbe quasi quasi che la borghesia venga a noi; chi è, che oggimai non si dichiara socialista? Vi son prefetti e capi di polizia che dicono sovente: « ma noi siamo più socialisti di loro, >> ed è la frase caratteristica del forcaiolo nato. E' questa una vecchia truccatura della borghesia di cedere apparentemente qualche cosa, per non dare in realtà nulla di sostanzioso; è inutile - finchè non sia avve11uta quella che noi già chiamammo in altra occa– sione, OrgaJ1izzazioJ1e tecnica della produzione, la quale a sua volta presuppone la socializzazione 1 - ogni riforma che sembra vantaggiosa al proletariato, ha, più o meno rapidamente, tale un rimbalzo in senso contrario, ed ef– fetti di interferenza tali, che neutralizzano in gran parte le appa1·enti •utilità della riforma stessa. Basta per con– vincersene osservare con un po' d'attenzione quanto avviene giornalmente attorno a noi. . * * Si domanda la diminuzione delle ore di lavoro, ed a forza di pressioni e di sacrifici la si ottiene. Ma gli industriali non per questo acconsentono di veder di– minuiti i loro prodotti e i loro profitti; essi, costretti anche in parte dalla concorrenza di altri paesi ove non esistono leggi protettive del lavoro, diminuiscono il sa– lario, o pure intensificano il cottimo, o introducono macchine così perfezionate che con la loro-attività sup– pliranno all'accorciamento della. giornata. Ma queste macchine più complicate, per la grande attenzione che richiedono, stancheranno la mente degli operai e li esau– riranno in modo tale che quasi quasi dovranno rim– piangere la diminuzione del tempo di lavoro. Il dottor Sprotting i di New York ha notato nello spazio di sei anni in una stessa città, 57 casi di follia in filatori da seta; esclusi quattro casi che potevano essere prodotti da alcoolismo, gli altri 53 erano causati dal macchi– nismo sempre più complesso che esige una tensione dello spirito accompagnata a svilupJ)O non indifferente di forza in atti rapidi e ripetuti. Le leggi sul lavoro dei fanciulli vi sono; ma chi le fa osservare? « Come controllare un sistema che abusa delle parole della legge per mescolare le braccia come le cartel, le une con le altre, in mille combinazioni di– verse e per variare ogni giorno le ore di lavoro e di 1 NORLENCIII, Siudi sociali - Conclusione. i .Dtlirio pro/usùmnlt • Rivist3. d'igiene e sa.nit~ pubblic:1, • :inno V, p:ig. 597. riposo a tal punto, per i diversi individui, che un solo e medesimo assortimento· di braccia non lavora mai al medesimo posto e nello stesso tempo?» ' E chi impedirà trucchi eguali o simili a quello oramai ·conosciutissimo dell'opificio di Serravalle Scrivia, ove i fanciulli minori di 12 anni divisi in due squadre lavoravano da mezzo• giorno a mezzanotte, e da mezzanotte a mezzogiorno - sfuggendo cosi, il proprietario, alle prescrizioni della legge che stabiliva il lavoro notturno dei fanciulli non dover durar più di sei ore? La borghesia si fa anche iniziatrice di casse di pre– videnza contro la disoccupazione involontaria, ed una di queste è sorta in Asti, ma naturalmente non si fa cenno di una delle più giustificate cause di disoccupa– zione, quale sarebbe quella dello sciopero. Almeno il Delbruck in Germania, proponeva· riguardo a queste casse, che in caso di sciopero l'operaio non avesse più diritto di ricorrere ai propri risparmi, quando la controversia non sia prima stata sottoposta agli arbitri o quando gli operai non abbiano rispettato il giudizio da questi pronunciato. Insomma le casse contro la di– soccupazione con la lusinga del lavoro e delle inden– nità sono uno specchietto per allontanare la classe la– voratrice dalle organizzazioni professionali. Un trucco più volgare, fatto ancora sulla disoccu– pazione, su questa massima fra le sventure operaie, è quello di servirsene per organizzare dei prestiti, sotto il pretesto di dar lavoro ai disoccupati. Chi in gene– rale s'avvantaggia più d'ogni altro con queste specu– lazioni sono banchieri e capitalisti. Le opere pubbliche che si intraprendono servono poi più spesso a soddi– sfare la vanità delle classi dirigenti, che le grandi ne– cessità del maggior numero. Si fanno grandi viali, teatri, ecc., mentre il popolo che lavora ha bisogno di ospedali, case a buon mercato, arginature di fiumi, bo– nifiche, canalizzazioni di acque. Anche gli sventramenti si riducono ad una irrisione; si gettano giù i tuguri e si sostituiscono con delle belle casette ove andrà ad abitare la piccola borghesia, ma non si pensa ove dovrà andare a rifugiarsi la pover_a plebe cacciata dalle sue vecchie stamberghe. Abbiamo un beli' agitarci noi socialisti, perchè ai colpiti da infortunio sia corrisposta una indennità pari al salario medio che percepivano lavorando; ma se i padroni per rifarsi ribasseranno in vìa generica queslo salario medio, quale grande vantaggio avranno avuto gli operai, ed a che cosa si ridurrà in definitiva la rispettiva indennità? Si consideri che le nuove legg sugli infortuni in Italia, avendo eliminato la responsa– bilità giuridica degli industriali, questi non sono più stitnolati a fare le spese per l'armamentario necessario a"d evitare i pericoli; col pagamento dell'assicurazione l 1 industriale è esonerato da ogni responsabilità. Appunto in questi giorni,- il Governo non ha voluto accettare che come raccomandazione le proposte del Cabrini, di ren– dere più frequenti le ispezioni negli stabilimenti con– templati dalla legge, che ora si fanno ogni due anni, e cli far partecipare a tali ispezioni le rappresentanze della classe operaia. Ora si sa che le raccomaridazioni lasciano il tempo che trovano. Si aggiunga, inoltre, Che quanto più la legislazione si fa restrittiva per gli industriali, tanto più questi divengono accurati nella selezione, eli– minando con maggior premura gli operai meno forti e robusti. La partecipazione agli u.tili, tanto decantata dal rifor– mismo borghese è un'altra mascheratura di sfruttamento; con una miserabilissima quota di partecipazione gli indu– striali sopprimono il pericolo degli scioperi, allontanano gli operai dal sCnso di solidarietà di classe, e li obbli– gano ad un automatico sfruttamento di sè stessi come nel cottimo. 1 KARL MARX, edizione fr:lllcese, Le Capitai, p3g, 125 1 col. 1'a_

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