Il Socialismo - Anno I - n. 10 - 10 luglio 1902

Anno 1.· Roma; IO Luglio 1902. N. 10. IL SOCIALISMO ~ Rivista qail)èlicinale èliretta da ENRICO FERRI ~ ,.\.B EsT"Ro: Anno L. 6,~S • Semestre L. 3,~5. • , , • FaRRI, R:oma, v,_a ~tonteb~ll.o, 2-g - Per I_Ammm1str~i1ono BONAMENTI. - ITALIA: Anno L 5 - Semes~ L. ~,50 I SI PUBBLICA I Per la Dirczi~n~c Rcda.%ione rivolgersi al~·•on.P_r~ f.EN~ ICO Un numero cent. ~S- 1110 ed 1125 d Og_tll mese ~ivolgcr$1: // &cialu,-, R1v1sta, Rom;a,Via S. Claud10, s 7 ATTUALITÀ POLITICA Il " fabianismo ,, italiano. ' Di fronte ai mali che il presente modo di convi– vcnr.a sociale quotidianamente genera e producé, n~n sono possibili che due specie di ri_med~. L'un~ _sp~c1e consiste· nell'organizzare una sene dt provv1~10n1 e misure, per effetto delle quali si debb~ p_er~e111r~ alla eliminazione del sistema borghese e cap1tahst1co; I altra nel combattere questi mali nel loro successivo ed. imw mediato verificarsi, per riuscire alla loro soppressione successiva, graduale e totale. La prima specie di ri: medi è di sua indole affatto negativa e può soventi entrare in contrasto con la seconda. Ad ogni modo non esiste concordanza assoluta ed inevitabile fra un metodo che si propone la distruzione del sistema e l'altro - che anche illudendosi di avere gli stessi fini - operi nel senso di eliminare· gli stridenti e J?ill now tevoli ed attuali inconvenienti dello stesso sistema. Fra i due metodi corre la stessa differenza che fra quel vecchio modo di guerreggiare, il quale si proponeva la sconfitta del nemico togliendogli a mano a mano le sue piazze forti, che stringeva suc~essivan~ente di a~w sedia, e quello moderno, che mira a distruggere 11 nemico colpendo e sopprimendo la base delle sue opew razioni. I due metodi ora indicati differenziano fra loro il radicalismo dal Socialismo rivoluzionario. Infatti i raw dicali, non si saprebbero qualificare. per avversari risow luti d'ogni tendenza socializzatrice. . r De Marinis già negava, nella sua polemica col fuw rati che i radicali ponessero una Pregiudiziale definiw tiva contro ogni ipotesi d'un nuovo assetto sociale a base collettivistica. ila più. che le confessio_ni del D7 Marinis o del Sàcchi - alle quali per verità non 1111 pare valga la pena di dar soverchio peso - può richiamarsi la ~e~ cente storia del Radicalismo inglese, il quale, uscito individualista e liberale dai possenti fianchi di James Mill e Bentham, si è gradualmente atteggiato a colw lettivista almeno sul terreno pratico della questione agraria, 'della rendita edilizia, delle leggi sui l?Overi e cosi via talchè ora è difficile distinguer bene m Jnw ghilterra dove finisca il radicale e dove cominci il sow cialista fabiano. 2 Anzi, a dire le cose· come stanno, il Socialismo fabiano non è altro che il vecchio Radicaw l V, Socialismo, nn. VIII e IX. 2 11 \Vebb osserva: •l'uomo politico medio che, se giovane, era venti anni addietro individualista e citava Spencer, è divent.'llO ora un collettivista senza dogmi, almeno nel terreno delle que-– stioni pratiche. 11 suo sguardo si è gradualmente (\istolto da\1' in– dividualismo ideale dei suoi padri per rivolgersi progressivamente all'azione colletti,•ista. » Vedi: Der S<i:iolismus in E11g/011d, ge– sdiih!ert vo11 englisdun Sodalistm, p::ag.~8. B b otecc1Gir'o Bianco lismo idealista inglese di~entato collettivista. Codesto collettivismo deve attuarsi poco per volta, a seconda che il bisogno viene affacciandosi, senza illusioni di rapidi e totali trapassi. Esso spunta come rimedio ai continw genti mali del sistema individualista e proc~de pe~ su~– cessive espansioni e conquiste sempre pll.1 ampie, 111 , perretto accordo con le forme esistenti della comunanza sociale. . . . La tendenza turatiana non sempre riesce a preciw sare in modo chiaro e perspicuo le finalità sue e ge– neralmente• ama aggirarsi entro un circolo di propo– sizioni contradittorie. Ma nel caso del· fabianismo noi possiamo cogliere nettamente t~mi gli aspetti di qu~llo che nel fondo è questo Socialismo moderato, costitu– zionale e collettivista· pratico. Qui non c'è più la ri– velazione d'una tendenza, ma la sua esplicita confes– sione. Vi sono, a questo proposito, sorprendenti. parallew lismi. La tendenza turatiana spinge verso le riforme e trova cosa secondaria che siano attuate dal Partito so– cialista vero e proprio o dagli altri partiti. Nel Fabia,1, Tract, 11. 70, ove si espone la politica della Società fabiana, è detto : « Essa non si preoccupa affatto se le misure praw tiche prese nel senso del Socialismo siano effettuate da essa o da un altro Partito e Società organizzate a quer~ ~~~d~~z: turatian~ riconosce o non attac~ le forme politiche esistenti. Lo stesso è dei fabiani: « la Società dei fabiani osserva un'attitudine strettamente costituzionale e la sua azione è quella stessa che è consueta nella •vita politica inglese... Essa si1111:atizza col sentimento del medio cittadino che vuole riforme successive e pacifiche; non promuove conflitti ~è- con l'esercito, nè con la polizia, nè aspira al_ mar~ino. » Per la tendenza turatiana, il parlamentarismo e tutto. l jabiani conCessano più. candidamente: <<' la democrazia significa per i fabiani il con~rollo ~ell'amministrazion~ per mezzo cli rappresentanti scelti dal popolo. » S1 spiega, perciò, che n~n si scalmanino ad e~ser repubw blicani. La tendenza turatiana è per le riforme sen– z'altro. Questo si chiama Socialismo di Stato. I fabiani lo confessano: « la Società dei fabiani caldeggia in modo esclusivo il Socialismo di Stato. » l turatiani protestano più spesso c!1e no_n cor~?enga contro l' ~cw cusa di reazionari lanciata a1 partiti della borghesia. Anche qui i fabiani sono più.. franchi. ~~i d~cono: « di fronte al fatto che il mov11nento socialista e stato sinora condotto e accompagnato da membri della classe media, o «Borghesia», la Società fabiana prote~ta cl~e è assurdo che i socialisti denuncino per reazionaria quella classe, che ha creato il Socialismo. » E l'idillio è compiuto! . . Ora questi confronti non si fanno .a t1tol.o d1 ~ru: dizione letteraria, ma perchè la polemica. coi turat1a111 · diviene sempre più 'difficile, di giorno in giorno. Mentre

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