Il Socialismo - Anno I - n. 10 - 10 luglio 1902

160 IL SOCIAL1SMO . .. Sentiamo or.i. dell'arciduca Francesco Ferdinando, crede del trono d'Austria. Vi sembra meno adatto a formare il motivo per uno stellone della nostra cronaca? Questo figlio di, pap3, allevato tra una iniezione mgiadosa infertagli dal venerando padre gesuita che gli fu maestro, e m1' impiccagione propinata a qualche ribelle po– litico dall'austriaca giustizia del suo paese, - questo augusto ram– pollo, l'altro dl, !I.vendo ricevuto dal!' Accademb di Pmga la comunicnzionc di una lista di membri onora.rii, tra i quali figurava il nome di Tolstoi, pensò bene di cancellare motu-proprio quel nome, Accidenti ! E poi dicono che l'uomo discende dalla bestia! - L' Acc:tdemia si rimangiò la lista, - calò le ginocchia e piegò la testa. Queste Accademie, - siano esse a Prnga o sotto i tropici - sono tutte della stessa razZ!l.. Vi si rifugia 1' ignoranza, la testar– dag~ine e la viltà. È una selezione a rovescio. L'Accademia degli immortali a Parigi, che .rifiutò Flaubert, B:1.lzac, Zola, e che fCce aspettare Victor Hugo, è racimolata nelle alcove della aristo– crazia clericale e monarchica; quelle degli altri paesi sono formate dai professoroni fossili che vengono cosi premiati per avere il cc'r– Vello cristallizzato nelle teorie di due secoli fa. State cer.to che Marconi, se avesse fatto parte di una Accademia di immortali, non aVrebbe mai scoperto il telegrafo senza fili. Quando I' italiano :Mer– cati affemtò per primo davanti ali' Accademia delle scienze di Pa– rigi, -- che le pietre di silice dell'uomo primitivo non erano folgori cadute dal cielo, come si credeva generalmente, ma avanzi degli utensili dell'uomo neolitico, l'Accademia gli dette dell'animale e gli r_isposeche doveva dimostrare • le ragioni che provano l 'impossi– bilità chè tali pietre si formino nelle nuvole, durante i temporali. • Questa è la mentalità delle Accademie scientifiche, letterarie, ccc., di tutto il mondo e di tutti i tempi. Taccio dell'Accademia di Sala– manca che beffeggiava Colombo. Ed è veramente comp:'.lSsionevole il vedere come uomini che pure hanno un certo valore, cerchino di fare parte di tali Congressi di protoscimmie. Allorcbè Richelieu ebbe la melanconica idea di fondare l'Accademia di Francia, i cor– tigiani volevano far si che egli fissasse uno stipendio ai futuri ac– cademici. Il Richelieu si rifiutò temendo - coine dice uno storico del tempo, - che i cortigiani facessero nominare a quei posti dei loro servitori. Accadde ben peggio. I corti;iani e i traffichini ci si misero essi stessi. E così accade anche oggi. Ecco perchè le Ac– cademie si lasciano menare pel naso dai potenti. ',folstoi è grande, se così piace al pigmeo Francesco Ferdin:1ndo. E d:1 respingersi se al pigmeo non piace. E l'Accademia approva. La stessa cosa, del resto, è accaduta qualche tempo fa all'Accademia di Mosca che aveva eletto Gorki. L'imperatore non volle e l'Acc:1demia si rimangiò il brevetto ... ,Eccovi una specie di statistica tedesca (tranquillizzatevi, ve la traduco in italiano volgarissimo), d:1.\laquale si possono imparare molte cose. Questa st3:tistica vuole rendersi conto di quanti sono nell'esercito tedCsco gli ufficiali di sangue così detto nobile, ed è arrivata a delle conclusioni conso1antissime. Innanzi tutto, esistono in Germania 44 reggimenti in cui gli ufficiali non sono e non possono essere che nobili. Qy,esti reggimenti erano, fino a qualche ;i.uno fa, 40, ma il nostro grazioso e intelligente alleato, l' impe– ratore Guglielmo, pensò bene di portarli a 44. Dio mi guardi dal criticarlo l Ognuno ha le sue opinioi, e anche un sovrano può bene pei:mettersi il lusso di averne come un semplice uomo qua– lunque. E vero, in compe!lso, che esistono cinque reggimenti la cui ufficialità è esclusivamente borghese: sono dei reggimenti a piedi; uno fa eccezione essendo addetto alle ferrovie, ma l' imperatç,re, che non è tenero per il progresso, no~ predilige b macchina di Stcphenson. Egli ha dato le sue preferenze al cavallo, quesl:1 bestia superba che un filosofo chiamava un asino alla antesima potenza. Infatti, tutti gli ufficiali di cavaHeria sono utili. La statistica non aggiunge se essi portano tutti la caramella all'occhio, ma è facile prevedere che sì. Sono costoro che J. K. Huysmans, nel suo libro De tout uscito or ora, descrive così: « ••• Sui marciapiedi sfilano gli ufficiali gommosi, attillati in certe tuniche strette come il vitino di una femmina, con dei pantaloni neri,· ornati sul fianco da un fino maccheroncino rosso; essi passano dritti, impettiti, con un monocolo grande c..:,meuna ruota di locomotiva sull'occhio, masti– cmdo dei sigaroni grossi come tronchi d'albero e facendo saltel– lare rumorosamente sul bstrico la sciabola... La bruttezza umana A b oteca Gir o Bianco ha, presso questi ufficiali tedeschi gallonati, un aspetto particolar– mente insolente. • Se poi passati; all'esame della p9rzione nobile negli alti gradi dell'esercito, trovate che tutti i fcld-marescialli, i colonnelli-genernli, i generali di fanteria, di cavalleria, di artiglieria, portano tutti, senza eccezione, la particella nobiliare davanti al loro cognome. li figlio di un borghese o di un C()ntadino non può essere buon generale, secondo Guglielmo. Il figlio di nobile - anche se figlio spurio - sl. Basta che un nobile sposi una contadina che gli regali un figlio avuto sottomano col parroco del villaggio, perchè fab– brichi in tal modo un candidato all'elmo piumato. Su 84 luogo– tenemi-generali - scendi:lmo più in basso - 12 soltanto sono figli e.li c anaglia, gli altri 72 sono nobili. Su 179 maggiori-generali, I29 sono nobili, 50 sono borghesi. Su 63 colonnelli di cavalleria, due soltanto ,non sono nobili, gli altri sono nobilissimi ... Questa gente è quella n cui si può permettere impunemente l'assassinio dei contadini. Ricordate il capitano Van (ecco la no– biltà) Stiettenkron che uccise con un colpo di fucile l'operaio ita– li:1no Fazzi, e che ,i tribunali alleati, in Gennania, hanno definiti– vamente assolto qualche giorno fa. L' imperatore Guglielmo può, . con cuore sicuro, affidare a costoro la repressione dei movimenti che il popolo di Berlino volesse compiere. f figli dei nobili cro– ciati sciaboleranno sulle piazze i figli di Giacomo Buonuomo, come li hanno già sciabolati - in barba a tutti i codici militari e civili - ,nei caffè, nelle birrerie e nei pubblici ritrovi. Non è COS.'l da pren– dersi a gabbo l'essere figlio di un crociato. lo vedo di qui la scena. Un gentiluomo crociato, zoppo e ammal:1to, si dirigeva verso Terra Santa a capo dei suoi v:issalli. - Ma pcrchè diavolo fate questo vi:1ggio? - gli chiese un collega. - Non lo faccio per me, c:1ro mio - risponde il crociato. - Lo faccio per i miei discendenti. }lensate che buoni matrimoni potranno fare e quante canagliate si potranno permettere qu:1ndo potranno dire che hanno avuto un antenato alle crociate! Un amico mi manda da New-York un libriccino prezioso: Le poesit dei povtri. L'autore è un operaio tedesco che è vissuto nel ghetto di Nuova York, in mezzo alla miseria bruciante degli israeliti che vi vivono di una vit:1 stentata e affaticata. Egli si chiama Morris Rosenfeld: cominciò col fare il sarto in Inghilterra - il tagliatore di diamanti in Olanda, il cuoco a Parigi ~ e poi, cncciato dalla miseria in Americ.'l, passò attraverso tutti i mestieri. Un giorno gli mancò la forza di lavorare. Cercò di scrivere nei giornali a un soldo la linea, dei versi, e in quei versi egli narrò ciò che vide e ci6 che soffrì. Sentite queste strofe che n:1rrano ciò che egli sentiva nella stanza delle macchine : ·Esse stridono sì forteme11tt, nel/' ojjicina, le macchint. - Cht io sove11tedimentico di vivtre. - E allora mi smarrisco !anima 11el grandt fracasso. - Il mio io uompart t divt11l0 anche io ,wm maccliina. - E lavoro, lavoro, lavoro, senza jùu,· mentre tu/lo gira, gira, gira, t lavora. - Afa ptr• chi tulto ciò.J Per /art dte cosa tutto qutsto movimento .J - lo non lo so, e 111-i laccio. - J,,òrst cht una macellino umana può pensart .J... Quando il rumore si arrtsla, a. mezzo(/i - il giorno comincia a puielrart nt! mio arvtllo - t ,ltlle lagrime amare piovono dalle mie ciglia. - Esse piovono ml mio pane e lo bagnano. - Ciò mi turba, - io' non posso, - non posso mangiart ... Pii, tardi, la macchina lascia l'opernio. Egli torna a casa a ri– vedere la moglie e il figlio... - Io ho un piccolo bambino, 1111 bambino cosìcarino I - Quando lo guardo mi sembra di tssert padront del mondo intitro. - Afa, ohimè! rarammte io lo posso vtdert eguardare. - lo 11011 lo vedo dte la noltt; - lo trovo stmprt addormtnlato, nè voglio turbart il suo sonno. - Il lavoro mi spùrgt ancora fuori di casa, - e non fosso tornarvi eh.e tardi, - E la se_ratorno a casa ansioso, - e 11tll'oscurilà mia moglit, pallida, - mi racconta come il 11ostro bambino, - giuoca graziosame11te e come pm·la dolcemtnte. E amaramente io ptnso: - Puvtro piccino, 1m gior110,forst, quando li sveglierai, - 11011mi lrovtrai più! ... Nix. ENRICO FERRI, dirtltore-rtsponsabilt. Roma, 1902. - Tipografia Cooperntiva Socb,le, via Barbieri, 6.

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