Il Socialismo - Anno I - n. 6 - 10 maggio 1902

b Il. SOCIALISMO trina e di tattica che noi dobbiamo tanto a Bernstcin che agli inventori francesi del << nuovo mctoUo ». ~la clavanti ai delegati, l'immensa maggioranza dei quali si inspira appunto a questo « nuovo metodo», l'anti– nomia esistente fra fa sua cotidiana politica e la dichia– razione di principii formulata dal Ré\·elin, si fece per forza evidente. Delle riforme politiche richieste nella « dichiara– zione » di Tours, ha dimostrato il Lagardelle I come costituiscano lo stesso programma statista che fu il programma di Gotha, e come di esse si potrebbe dire quello che Marx disse cli questo: « E' il semplice eco delle professioni di fede della democrazia, delle Leghe per la pace e delle Associazioni liberali.» 2 I ministerialisti, Jaurès alla testa, sono arrivati a persuadersi che lo Stato borghese francese, per il fatto che riveste la forma repubblicana, differisca in modo specifico ed assoluto da uno Stato borghese ordinario i ed è intanto notorio che il proletariato inglese e il proleta– riato belga, per esempio, hanno ben maggior somma cli libertà politiche che non il proletariato francese. Dove queste tendenze nefaste si fanno in modo più caratteristico sentire è nella quistione dell'organizzazione del Partito. lo rilevai già nel Socialismo 3 lo sviluppo, a favore della confusione e della divisione, di uno spirito di autonomia e di par_ticolarismo, fortemente nocivo all'a– zione generale del Partito. A Tours queste tendenze di un certo numero di organir.zazioni provinciali furono abilmente sfruttate da tutti coloro che - deputati e giornalisti - desideravano di sfuggire al controllo di classe, che può essere esercitato efficacemente soltanto da una organizzar.ione unica e centrale. Vi era sotto, tutta quella concezione che i deputati socialisti si fanno dei loro rapporti con gli elettori. Mil– lerand, in un discorso pubblicato in opuscolo qualche anno fa, proclamava che« ogni candidato ha il diritto e il dovere di contrattare liberamente con gli elettori davanti ai quali egli si presenta, tutti quegli impegni che for– mano tra lui ed essi il contratto elettorale. » • Che l'azione politica del Partito socialista sia e debba essere una ar.ione di classe, non passa neanche per la testa ad un certo numero di deputati socialisti francesi. Siffatta concezione del mandato politico, si è svilup– pata a tutto incremento della disorganinazione del Par– tito socialista francese, che da lunghi anni ha un gruppo parlamentare per niente controllato. Quella concezione del mandato politico si ritrova, per più recente esempio nell'articolo che Rouanet ha scritto commentando il Congresso di Tours, 5 dove il controllo del Partito sugli eletti è definito un brutto co– stume delle « vecchie organizzazioni », mentre bisogna restituire « al giudizio diretto degli elettori che attri– buirono il mandato politico, gli atti dei loro mandatari in Parlamento. » Insomma, secondo questi nformisti, i deputati socialisti non sarebbero niente affatto i delegati del pro– letariato socialista tutto intiero, ma semplicemente i rap– presentanti di qualche migliaio raotiro di elettori di una circoscrizione elettorale qualsiasi. E quando adopero la parola caotico vorrei che voi sentiste che razza di propaganda elettorale si fa da certi candidati socialisti - specie da quelli che non vogliono il controllo, - quando vanno a parlare nei quartieri abitati dalla piccola borghesia: è il più ripugnante ab– bandono dei. principi essenr.iali del socialismo: questi 1 Afo11vtmt11t sodalislt, 12 :lprilc 1902. 2 MARX, Ltllrt sur lt fN·"gra111111t de Cotlur, éclition fr:mç.'lise, j:lcques édit., pp. 31. 3 III fo.scit.-olo, 25 m:lrzo. ; '.\!11.1.1-:R,,x_n,_ la plale-Jormt éla/tlralt, p:lg. 25. .At'uvt sotwhslt, m:\rzo, p:-ig. 373. e Giro re principi si tengono in serbo per S('iorinarli nei quar– tieri operai. 11 Congresso di Tours abolì uflìcialmcnte il controllo del Comitato generale, sostituendolo con quello delle Federar.ioni locali, che non possono avere tutti g-liele– menti neccess.:1ri per controllare efficacemente, per la diversità dei criteri fra le une e le altre, e per la di– stanza di tutte dal centro. Rimane il controllo annuale dei Congressi nar.ionali. Ma questo può bastare nei paesi dove il Partito socia– lista è bene organir.r.ato, ed ha potuto stabilire in Par– lamento l'1mità di \'Oto degli eletti, e nel proprio seno una tale omogeneità intrinseca, che gli elementi estranei alle concer.ioni fondamentali del socialismo ne sono hcn presto eliminati. !\on così in Francia. Cosi il Congresso di Tours dette la sanatoria a quei sci deputati socialisti che avevano votato le felicitar.ioni al corpo di spedir.ione in Cina. Purtroppo il problema riflettente I' organi;,;za;,;ione !'-Ocialista in Francia è tutt'altro che facile a risolversi. 1.· Unili socialiste nf'volulio1111ai1'e, composta soprat– tutto dei « guesdisti » e dei « blanquisti » fa professione di un tale impossibilismo, eia rendere ben difficile il concentramento attorno ad essa di tutti gli elementi disgustati del ministerialismo. 11 Congresso dei Cuesdisti a Bordeaux è arrivato fino a stabilire che nelle votar.ioni di ballottaggio si dovranno mantenere le proprie candidature. sen;,;a river– sare i voti sui candidati di sinistra: così si rende certo il trionfo dei candidati più lividamente reazionari. Contro Jaurès a Cannaux si è presentato Raymond Lavigne della Federar.ione guesdista di Bordeaux, e il Petit Sou, per raccomandare la sua candidatura dichiara niente meno che egli non fa alcuna differenr.a fra Jaurès e il marchese di Solages, candidato monarchico. E Guesde in un recente discorso elettorale a \Vat– trelos, presso Roubaix. non si peritò di enunciare una teoria catastrofica ben mirabolante, dichiarando che« se gli elettori lo volessero» il 27 aprile invece delle vota– zioni si potrebbe fare la rivolur.ione. Ed a Lione il De Pressensé, socialista e antimini– sterialista, uomo anche di grande valore, portato come candidato, è combattuto velenosamente dai gruppi gue– sdisti locali, perchè non appartiene alla loro organi;,;– r.ar.ione. Questi sono gli eccessi dall'una parte e dall'altra. Quando tutte le forne proletarie della Francia conver– geranno nella via ugualmente lontana dall'uno e dal– l'altro eccesso, e che è la via del Socialismo? J ean Longuet. LIBRI ED OPUSCOLI LORE~zo~1, L1 G,opera{Ùme agraria nella, Germania 111odem11. (Voi. I.) Trento, Soc. ed. Trentina, 1901, p. 365. L. 6. Gli studi economici vanno svolgendosi~ princip:llmcnte in due c:lmpi. I.'uno, <p1ello dell'economi:\ purn, che richimna sopr:lllutto gli ingegni eminentemente sintetici; l':\hr.:,, quello dell'economi:l applic:\l:\ e descrittiv:l, nel qu:\IC si rendono benemeriti gli ingegni :\n:llitici. A questi ultimi :lpp:lrtienc indubbi:\mente il dott. Giovanni J.o– renzoni. Egli h:i intrapreso :\d esamimre le varie forme della COO· pernzione :\grari:i in Germa1l,ia con una coscienziosità di studioso che ram.mente si riscontrn. Agli studi teorici generali, egli h:\ fotto seguire lm CS:\me minuto delle v:\rie forme cooperative, non :\econ– tcntandosi delle solite St:\tistiche e delle solite r<-1:uioni,m:i rcc:mdosi sul posto e \'edendo di person:\ 1 S:\lvo :\ trarre dai propri studi le conclusioni teoriche sugli effcui economici dei fatti che osscrmv:\.

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