Il Socialismo - Anno I - n. 5 - 25 aprile 1902

70 IL SOCIALISMO assorbirà di punto in bianco un 200 milioni, ossia non solo ci toglierà per sempre quel poco di spiraglio che si manifestò nel bilancio, ma ci ingolferà in un enorme debito completamente e sicuramente improdut– tivo, trattandosi, quando si tolga qualche lembo della Cirenaica, su cui ha già messo l'occhio la vicina In– ghilterra, d'una plaga senza fiumi, tutta di sabbie e di paludi, con una brevissima costa abitata; qualche cosa di peggio dei peggiori siti del!' interno della Si– cilia e della Calabria, che pur non sappiamo redimere - malgrado non vi siano ostacoli straordinari - terre rovinate, oltre che dalla natura, dal più barbaro sgo– verno; e in cui ha sede precipua quella setta dei Se– nussi, qualche cosa di 1iiù potente dei nostri Gesuiti e Massoni insieme, una setta che fa tremare il Sultano di Costantinopoli, che comanda dal Marocco fino alle popolazioni turche della China, che ha giurato l'odio il piit implacabile, e sfortunatamente il piit fortunato contro gli Europei, le cui spedizioni nell'interno ciel– i' Africa vennero mano a mano o distrutte o mandate a vuoto per opera loro. E' in questo spaventevole ginepraio che noi ci cac– ciamo, per dare occupazione o lustro alle schiere del nostro esercito, ignorando che ormai conquiste simili, senza la concimazione cli un enorme capitale, son di danno sicuro e di nessun utile. Vedano dunque i socialisti di non lasciarsi cogliere alla sprovvista, e provvedano a tempo con un'attiva propaganda perchè quando tutto sarà pronto, e il Par– lamento sarà chiuso, non si sarà più a tempo, per im– pedire questa sciagurata impresa, a meno che la co– scienza del popolo italiano non sia frattanto illuminata e sappia mettervi un veto energico e salutare. Cesare Lombroso. Il reale sig11ifì.cato del militarismo. Si parla a volte cli « un regime che si appoggia sulle baionette. » Questa frase significa un regime ba– sato sulla forza brutale, e opposto a quello che si ba– serebbe sulla legge e sul diritto. Ma questa differenza e questo contrasto non esistono: lungi dall'esservi una antinomia, vi è una identità. Tutti i regimi politici che esistono si appoggiano sulle baionette: tutte le costi– tuzioni, tutte le leggi hanno per unica sanzione il gen– clanne, e non ne hanno altra. li solo legame che unisce una società capitalista - composta com'è di classi, ognuna delle quali ricerca il proprio interesse egoistico a detrimento dcli' interesse delle altre classi - è l'Autorità. L'Autorità è la forma astratta della oppressione concreta del più debole da parte del più forte. Questa astrazione si incarna nel– l'uomo rivestito di una uniforme, e armato; si incarna nel soldato. Il soldato è dunque il simbolo del prin– cipio fondamentale dell'edificio dello Stato e della So– cietà. E' impossibile rovesciare questo simbolo senza che tutta la costruzione non ne sia scossa subitamente e non crolli bentosto. Togliete all'attuale ordine so– ciale e politico il principio cli autorità, e voi ne avrete distrutta l'armatura, e lo avrete ridotto a un ammasso cli informi macerie. Attaccare o difendere il militarismo non ha senso alcuno, se non vuol dire che si attacca o si difende coscientemente, volutamente, il principio di autorità, cioè il principio della compressione, il principio della lotta degli egoismi cli classe e del trionfo di quello tra essi che è meglio armato e meglio organizzato, su tutti quelli che lo sono meno. Dov'è la logica di tutti « quei pacifici» che sognano l'abolizione del militarismo e nel tempo stesso vogliono G conservare l'ordinamento sociale esistente? Non si può conservare questo, senza conservare quello. Sembra che vi sieno alcuni Stati perfettamente co– stituiti, i quali compiono tutte le funzioni cli organismo politico, e che tuttavia non conoscono sorta cli militarismo. I\<laè una illusione che un'analisi pili serrata dissipa facihuente. Guardiamo intanto: che cosa è il militarismo? La parola è vaga. Si presta a interpretazioni di– verse. Si dice: « Il militarismo non è il fatto dell'esi– stenza del soldato; si possono avere dei militari senza bisogno che vi sia il militarismo. E' utile, anzi, che tutti i cittadini sieno esercitati al maneggio delle armi, il che dà la fiducia in sè stessi, e innalza la virtù civile. Vuol dire esser capaci di difendere sè stessi, come cli difendere la patria. La lotta è la condizione della vita. E' la natura medesima che così vuole. Bisogna essere metodicamente preparati alla lotta. Il soldato è un fe– nomeno normale, biologico - per cosi dire - cli ogni società. Abbìamo il soldato, ma non abbiamo per questo il militarismo. Ora, il militarismo comincia soltanto quando si fa del soldato, non più il mezzo, ma lo scopo dello Stato, quando l'esercito non è più una istituzione che serve ad assicurare il libero funzfonamento delle altre, ma il parassita avido, servito da tutte le istituzioni e nutrito di tutte le energie dello Stato. Lo Stato subor– dinato all'esercito, e ridotto a pretesto per l'esistenza dell'esercito. Tutte le forze vive della Nazione conver– genti verso la caserma e il campo cli manovre; tutti gli sforzi intellettuali, tutti i progressi scientifici, tutte le invenzioni tecniche, tutto vòlto al perfezionamento delle armi, e dell'organizzazione militare, e ali' esaltazione del glorioso mestiere delle armi; l'ufficiale, tipo ideale dell'uomo nella società; i colori dell'uniforme, il corru– scare delle sciabole, i galloni, il pennacchio, supreme ambizioni dei sogni giovanili. Ecco che cosa è il mi• litarismo. Combattetelo a vostro agio, ma rispettate il soldato servitore stoicamente devoto del\' interesse col– lettivo.» Ebbene! questo linguaggio è del sofisma puro. Il militarismo si sviluppa necessariamente, inevitabimente dalla esistenza medesima dell'esercito. « La China era sempre considerata come uno Stato civile come quella che aveva dell'ordine, ed aveva anche un .esercito, pur non conoscendo il militarismo. In Euw ropa e' era l'Inghilterra, che disprezzava il mestiere delle an\1i come la China, vi era la Svizzera, i soldati della quale non cessavano di essere liberi cittadini sotto l'uniforme. Gli Stati Uniti erano divenuti l'organismo politico più possente del mondo, senza militarismo, e quasi senza esercito. Dunque si può avere uno Stato senza militarismo. Dunque si può combattere questo senza toccare l'ordine sociale esistente. » No. Non si può, e questi esempii spesso citati, non provano niente. La China e la Svizzera, l'Inghilterra e gli Stati Uniti hanno semplicemente degli eserciti insufficienti. Il giorno in cui se ne accorgono, essi cercano di fortificare, cli aumentare la forza armata, e allora cadono subito nel militarismo. Fintanto che gli eserciti vegetano, essi sono inutili; e quando cominciano a valere per qualche cosa, allora ci si mette a coltivarli, a perfezionarli, e diventano presto fine a sè stessi: e cosi si arriva al militarismo. E' la legge di tutte le istituzioni umane: arrivate ad un certo grado di sviluppo, esse non vivono più che per sè stesse, vogliono ingrandire, perpetuarsi, domi– nare. L'esercito, naturalmente, non fa eccezione a questa regola. Quanto ai difensori del militarismo essi finiscono per non rendersi più conto del significato delle loro ten– denze e delle loro predilezioni. A,-pagone dimentica che l'oro non è che un simbolo - il rappresentante del va– lore - ma privo, in sè stesso, di ogni utilità, per l'uomo;

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